Giovedì 6 novembre in Fiera a Verona si alza il sipario sulla 127^ edizione di Fieracavalli, il salone internazionale di riferimento per il settore equino e ippico. Fino a domenica 9 novembre sono attesi 140.000 visitatori tra appassionati, atleti, operatori e buyer esteri, con la presenza di oltre 2.200 cavalli di 60 razze nei 12 padiglioni e nelle 6 aree esterne, per una superficie di oltre 128.500 metri quadrati, e un fitto programma di oltre 200 eventi tra competizioni, spettacoli e convegni con 35 associazioni allevatoriali, 700 aziende espositrici da 25 Paesi.
Due le domeniche di fiera, il 16 e il 23 novembre, contraddistinte da un programma fitto ed essenziale allo stesso tempo, che ruoterà intorno al Tartufo Bianco. Per la prima edizione Internazionale sono dunque attese novità senza, tuttavia, stravolgere il consolidato e apprezzato format che, negli anni, ha reso celebre e qualitativamente elevato il target contenutistico dell’evento.
La richiesta della Spagna di cancellare la registrazione della denominazione di origine protetta (DOP) «Aceite de la Comunitat Valenciana», presentata dall’ASOCIACION PARA LA PROMOCIÓN DE LA D.O.P. ACEITE DE LA COMUNITAT VALENCIANA e ricevuta dalla Commissione prima della data di applicazione del regolamento (UE) 2024/1143 del Parlamento europeo e del Consiglio, è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
Sabato 8 novembre, a partire dalle ore 10:30, il Teatro Puccini di Merano, recentemente restaurato, ospiterà il primo appuntamento della nuova edizione, con la presentazione nazionale e la consegna del riconoscimento ai TOP 300, ovvero i migliori vini da vitigni autoctoni e spumanti Metodo Classico selezionati tra i vini che hanno ottenuto la Corona, durante le Finali nazionali, dai curatori nazionali Mario Busso e Alessandro Scorsone.
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Le prime testimonianze della grande vocazione vitivinicola dell'area di Casauria sono rappresentate dai Palmenti di Pietranico, antiche vasche ricavate da enormi rocce affioranti disseminate sul territorio che, lavorate con estrema perizia, di probabile origine italica venivano usate come vasche per vinificare le uve direttamente sui campi. Successivamente, durante il medioevo, il gesto della coltivazione delle viti e della vinificazione delle uve è legato soprattutto all'instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio quali quella sopra citata di S. Clemente a Casauria e quella di Santa Maria d'Arabona del 1209 (Manoppello).