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Marrone di Castel del Rio Igp - Modifica disciplinare

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Marrone di Castel del Rio Igp - Modifica disciplinare

Modifica del disciplinare di produzione della denominazione «Marrone di Castel del Rio» registrata  in qualita' di indicazione geografica protetta

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
COMUNICATO 

Modifica del disciplinare di produzione della denominazione «Marrone di Castel del Rio» registrata  in qualita' di indicazione geografica protetta. (21A05639)

(GU n.233 del 29-9-2021)
 
 


Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive
modifiche ed integrazioni, recante «Norme generali sull'ordinamento
del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni» ed, in
particolare l'art. 4, comma 2 e gli articoli 14, 16 e 17;
Visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e
del Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualita' dei
prodotti agricoli e alimentari;
Visto il regolamento (CE) n. 134/98 della Commissione del 20
gennaio 1998 con il quale è stata iscritta nel registro delle
denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche
protette, l'indicazione geografica protetta «Marrone di Castel del
Rio»;
Considerato che, è stata richiesta ai sensi dell'art. 53 del
regolamento (UE) n. 1151/2012 una modifica del disciplinare di
produzione della indicazione geografica protetta di cui sopra;
Considerato che, con regolamento di esecuzione (UE) n. 2021/1468
della Commissione del 6 settembre 2021, è stata accolta la modifica
di cui al precedente capoverso;
Ritenuto che sussista l'esigenza di pubblicare nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana il disciplinare di produzione
attualmente vigente, a seguito dell'approvazione della modifica
richiesta della I.G.P. «Marrone di Castel del Rio», affinche' le
disposizioni contenute nel predetto documento siano accessibili per
informazione erga omnes sul territorio nazionale;

Provvede:

Alla pubblicazione dell'allegato disciplinare di produzione della
indicazione geografica protetta «Marrone di Castel del Rio», nella
stesura risultante a seguito dell'emanazione del regolamento di
esecuzione (UE) n. 2021/1468 della Commissione del 6 settembre 2021,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea - Serie L 231
- del 13 settembre 2021.
I produttori che intendono porre in commercio l'indicazione
geografica «Marrone di Castel del Rio», sono tenuti al rispetto
dell'allegato disciplinare di produzione e di tutte le condizioni
previste dalla normativa vigente in materia.

Disciplinare di produzione dell'indicazione di origine protetta
«Marrone di Castel del Rio»

Art. 1.
Denominazione del prodotto

L'indicazione geografica protetta «Marrone di Castel del Rio» e'
riservata ai frutti che rispondono alle condizioni ed ai requisiti
stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Art. 2.
Descrizione del prodotto

L'indicazione geografica protetta «Marrone di Castel del Rio» e'
ottenuta da castagneti costituiti dalla specie «castanea sativa
Mill.», rappresentata da tre biotipi, la cui denominazione ufficiale,
ai fini della identificazione varietale e' la seguente: «Marrone
domestico», «Marrone nostrano», «Marrone di S. Michele».
I castagneti di nuovo impianto dovranno essere costituiti
esclusivamente dal biotipo «Marrone domestico».
Il «Marrone di Castel del Rio» deve rispondere alle seguenti
caratteristiche:
a) frutto destinato al consumo tal quale:
numero di frutti per riccio (o cardo) in nessun caso
superiore a tre;
pezzatura medio-grossa (non piu' di 110 frutti/kg);
forma prevalentemente ellissoidale, apice poco pronunciato;
con presenza di tomento, terminante con residui stilari
(torcia) di tomentosita' tipica della specie, una faccia laterale
tendenzialmente piatta;
l'altra marcatamente convessa; cicatrice ilare (o occhio) di
forma sensibilmente quadrangolare di dimensioni tali da non debordare
sulle facce
laterali, generalmente piatta;
pericarpo sottile di colore bruno rossiccio con striature in
senso meridiano, rilevate e piu' scure, in numero variabile da 25 a
30. Esso e' facilmente staccabile dall'episperma il quale si presenta
di colore «camoscio» ed e' raramente rientrante nelle solcature
principali del seme;
il seme, di norma uno per frutto, si presenta di polpa
bianca, croccante e di gradevole sapore dolce con superficie quasi
priva di solcature;
b) frutto destinato ad essere utilizzato come ingrediente in
prodotti composti, elaborati o trasformati: possiede le medesime
caratteristiche merceologiche del frutto destinato al consumo tal
quale, fatta eccezione per i seguenti aspetti:
il numero di frutti/kg puo' essere superiore a 110;
il pericarpo puo' presentarsi non integro.

Art. 3.
Zona geografica

La zona di produzione del «Marrone di Castel del Rio» comprende
in tutto o in parte il territorio dei seguenti comuni in Provincia di
Bologna: Castel del Rio, Fontanelice, Casal Fiumanese e Borgo
Tossignano.
Tale zona e' cosi' definita:
Comune di Castel del Rio per tutto il territorio posto in
destra idraulica del torrente Sillaro;
Comune di Fontanelice per l'intera circoscrizione comunale;
Comune di Casalfiumanese per la parte del territorio comunale
incuneata tra i Comuni di Fontanelice e Castel del Rio e cosi'
delimitata ad Ovest: torrente Sillaro dall'uscita dal Comune di
Castel del Rio fino alla confluenza con il rio Firola, indi seguendo
tale rio fino alla strada provinciale n. 22 «Sillaro» e per essa fino
al bivio con la strada provinciale n. 24 «Mediana Montana», che segue
fino al confine con il Comune di Fontanelice;
Comune di Borgo Tossignano per la parte del territorio comunale
cosi' delimitato: da confine con la Provincia di Ravenna ed il Comune
di Fontanelice segue quest'ultimo fino al rio Sgarba, indi per esso
fino alla gola del «Tramusasso» e seguire la mulattiera che passando
per le Banzole giunge fino al confine con la Provincia di Ravenna.
Le operazioni di cernita, di calibratura, di trattamento dei
frutti con la «cura» in acqua fredda e/o calda, a seconda delle
tecniche gia' acquisite dalla tradizione locale, debbono essere
effettuate nell'ambito dei Comuni di Castel del Rio, Fontanelice,
Casalfiumanese e Borgo Tossignano. Tuttavia, tenuto conto delle
situazioni tradizionali locali, e' consentito che tali operazioni
siano effettuate anche nell'ambito dell'intero territorio del Comune
di Imola.

Art. 4.
Metodo di produzione

Le condizioni ambientali di coltura dei castagneti destinati alla
produzione del «Marrone di Castel del Rio» devono essere quelle
tradizionali della zona, e comunque atte a conferire al prodotto che
ne deriva le specifiche caratteristiche.
I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di
potatura devono essere quelli in uso generalizzato, con una densita'
per ettaro compresa tra un minimo di 75 ad un massimo di 125 piante.
Sono da considerarsi idonei solo i castagneti di giacitura ed
orientamento adatti e situati ad una altitudine compresa tra 200 e
800 metri s.l.m.
Sono vietati ogni somministrazione di fertilizzanti di sintesi ed
il ricorso a fitofarmaci nella fase produttiva.
La produzione unitaria massima consentita di «Marrone di Castel
del Rio» e' fissata in q.li 25 di frutti per ettaro. Anche in annate
eccezionalmente favorevoli la produzione per ettaro di frutti, da
utilizzare con indicazione geografica protetta, dovra' essere
riportata ai suddetti limiti di produttivita' attraverso accurata
cernita.
L'eventuale conservazione del «Marrone di Castel del Rio» al fine
di dilazionarne la commercializzazione deve essere effettuata secondo
i metodi tradizionali ed e' vietato l'uso di prodotti chimici.

Art. 5.
Prova dell'origine del prodotto

Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando
per ognuna gli input e gli output. In questo modo, e attraverso
l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, delle particelle catastali su cui avviene la coltivazione,
dei coltivatori, dei produttori, dei condizionatori e confezionatori,
nonche' attraverso la denuncia alla struttura di controllo dei
quantitativi prodotti, e' garantita la tracciabilita' del prodotto.
Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi
elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte della struttura
di controllo, secondo quanto disposto dalla normativa vigente nonche'
dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.

Art. 6.
Legame con l'ambiente

La coltivazione di castagne e marroni nella zona di Castel del
Rio e nei comuni limitrofi ha svolto nel corso dei secoli un ruolo
decisivo per quanto concerne la definizione degli elementi essenziali
che caratterizzano non solo il paesaggio ma anche l'economia e i
rapporti sociali.
Nel Medioevo la Massa, l'attuale paese di Castel del Rio, si
trasformo' in un centro commerciale, mutando il proprio nome in
Marcatale (cosi' infatti l'abitato viene citato in alcuni documenti
imolesi del Quattrocento, ma il toponimo risale certamente al secolo
precedente) e consolidando nel periodo successivo la propria fama di
vivace luogo di scambio. Gia' agli inizi dei Seicento Rodrigo Alidosi
(1589-1623), signore di Castel del Rio, affermava infatti che nel
paese si teneva «ogni settimana il piu' bel mercato di Romagna».
A dimostrazione dell'antica e radicata vocazione del territorio
per la produzione e il commercio dei marroni si puo' in particolare
citare una relazione del 1618 rinvenuta presso l'Archivio di Stato di
Firenze la quale, fra tante ed interessanti notizie, cosi' recita:
«et vi si fa ogni mercoledi' un mercato, al quale concorrono assai
persone di luoghi convicini» (...) «et ancora de marroni de quali ne
mandano fuori assai et la maggior parte usano seccargli, et mondarli,
et li vendono con molta reputazione, sempre qualche cosa piu' che non
si vende il grano».
L'importanza che da secoli la coltura del marrone riveste per le
popolazioni locali e' dimostrata da numerosi altri documenti, tra cui
l'editto sopra l'incisione dei castagni, conservato negli archivi
comunali di Castel del Rio, redatto nel 1694 e sottoscritto dal
governatore Antonio Maria Manzoni. Si tratta di un provvedimento che,
annullando e sostituendo uno precedente datato 1584, intende regolare
i tagli nei castagneti e dal cui incipit («Essendo che gran parte
della rendita che ricavasi dal territorio di Castel del Rio consiste
nel frutto delli castagni») si comprende quanto l'attivita' in
questione anche allora fosse fondamentale in quei luoghi.
In seguito si avverti' l'esigenza di istituire nel periodo
autunnale proprio a Castel del Rio, unico fra tutti i paesi della
vallata a monte di Imola, un mercato trisettimanale, la cui esistenza
e' documentata fin dai primi decenni dell'Ottocento.
La costruzione della strada Montanara lungo la vallata tra il
1829 e il 1882 e l'avvento della ferrovia favorirono una piu' ampia
diffusione del prodotto in Italia ed all'estero e ne consolidarono
l'importanza per il territorio, che si converti' sempre piu' a tale
coltura. A questo proposito, la prima quantificazione della
superficie destinata a castagneto risale al 1885 quando il sindaco di
Castel del Rio, sollecitato da una richiesta del prefetto di Ravenna,
invio' una relazione sulla produzione agricola locale dalla quale si
desume che su 3.900 Ha di terreno coltivato il 40%, vale a dire 1.450
Ha, era appunto occupato da castagneto a frutto.
Negli anni successivi marroni e castagne continuarono a rivestire
una notevole rilevanza per l'economia dell'area, come ebbe modo di
rilevare lo storico locale Giuseppe Fortunato Cortini il quale a tal
proposito nel 1932 in un suo scritto osservo' che «la specialita' di
Castel del Rio sono i marroni, molto quotati anche sulle piazze
estere».
Da ultimo, merita di essere ricordata la rinomata sagra del
marrone che si tiene a Castel del Rio dal 1946 ogni mese di ottobre,
articolata in numerosi appuntamenti tra cui il tradizionale mercato
dei marroni, mostre di prodotti, convegni tecnici e conferenze.
Il progressivo consolidarsi della reputazione del «Marrone di
Castel del Rio» nel corso degli ultimi decenni del '900 e degli anni
Duemila e' desumibile dalla sua frequente citazione in pubblicazioni
di vario genere dedicate ad itinerari enogastronomici che si
sviluppano nelle zone di produzione. Si legge, infatti, che «Castel
del Rio e' rinomata per l'omonimo marrone, la cui sagra si tiene a
ottobre» (schede informative edite dall'associazione «Strada dei vini
e dei sapori - Colli d'Imola»), periodo durante il quale il prodotto
per il paese rappresenta un «prezioso tesoro» (Sapori e valori -
Emilia-Romagna, a cura del servizio valorizzazione delle produzioni -
assessorato agricoltura Regione Emilia-Romagna, 2008). Si sottolinea
inoltre come il marrone costituisca una «prelibatezza gastronomica»
che «prospera nel territorio privilegiato di Castel del Rio»
(opuscolo «I sapori dell'Emilia-Romagna si esaltano in autunno») e si
legge che «la fine della raccolta del Marrone di Castel del Rio viene
festeggiata ogni anno con il tradizionale mercato dei marroni,
mostre, convegni tecnici, conferenze ed escursioni al sentiero
didattico del castagno e ai castagneti» e «negli stand gastronomici,
nei ristoranti e nelle trattorie tipiche e' possibile degustare
specialita' locali a base di Marrone di Castel del Rio» (Qualiguida -
Itinerario ristoranti DOP, 2011). Viene prospettato anche un
«percorso assai gustoso attraverso i numerosi prodotti tipici (...)
fra cui il Marrone di Castel del Rio» (Agriturismo e dintorni
2014-2015, Agenzia territoriale per la sostenibilita' alimentare,
agro-ambientale e energetica, 2014) e si delinea il significativo
binomio «Castel del Rio e il marrone» spiegando che «il prodotto
locale per eccellenza e' il Marrone di Castel del Rio. Si distingue
notevolmente dalle piu' comuni castagne per grandezza e per il suo
gusto piu' dolce e profumato (...) nelle sale di palazzo Alidosi c'e'
anche un museo da visitare (Museo del castagno). A ottobre si tiene
la sagra del Marrone» (Viaggi golosi in Emilia-Romagna - Guida ai
tesori enogastronomici (APT Emilia-Romagna, 2010). Sempre a proposito
del museo, si informa che «nelle sale di palazzo Alidosi, a Castel
del Rio, citta' del castagno, ha sede il museo dedicato al prezioso
frutto» nel quale trova spazio il «prelibato Marrone di Castel Del
Rio» (Musei del gusto dell'Emilia-Romagna - Un viaggio tra storia,
testimonianze e curiosita', Regione Emilia-Romagna - Assessorato
agricoltura), in considerazione del fatto che «la storia di Castel
del Rio si intreccia con quella dei marroni» (Agricoltura,
Supplemento giugno 2017 - Assessorato agricoltura caccia pesca
Regione Emilia-Romagna, 2017). A conferma di cio', un'interessante
ricerca afferma che «in Italia prosperano, o sopravvivono, centinaia
e centinaia di varieta' di castagne; un gruppo particolare di
cultivar e' costituito dai marroni, che rappresentano sicuramente il
meglio della produzione nazionale ed europea; basta ricordare (...)
il Marrone di Castel del Rio in Emilia-Romagna» (Il castagneto,
risorsa paesaggistica ed economica delle aree rurali, GAL Antola &
Penna Leader s.r.l., 2001). Il prodotto, infine, risulta citato nei
piu' autorevoli dizionari enogastronomici laddove infatti alla voce
«marrone» si legge che «sono famosi i Marroni di Castel del Rio» (Le
Garzantine - Cucina Garzanti, 2010) ed e' talvolta presente la voce
«Marrone di Castel del Rio», a proposito della quale si trovano
descrizioni del frutto (Dizionario delle cucine regionali italiane,
Slow food, 2008) corredate dalla precisazione che esso e' «conosciuto
sin dall'antichita'» (La cucina italiana - Grande dizionario
enciclopedico, Corriere della Sera, 2008).

Art. 7.
Controlli

La verifica del rispetto del presente disciplinare e' svolta
conformemente a quanto stabilito dall'art. 37 del regolamento (UE) n.
1151/2012.
L'organismo di controllo a cio' preposto e' Checkfruit s.r.l.,
con sede in via dei Mille n. 24 - 40121 Bologna, tel. +39 051
6494836, info@checkfruit.it - ceckfruit-do@pec.it

Art. 8.
Confezionamento ed etichettatura

All'indicazione geografica protetta «Marrone di Castel del Rio»
e' vietata l'aggiunta di qualsiasi menzione o qualificazione
aggiuntiva ivi compresi gli aggettivi «extra» «fine», «selezionato»,
«superiore» e similari.
E' consentito l'uso di indicazioni che facciano riferimento a
nomi, ragioni sociali o marchi privati purche' non abbiano
significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno
l'acquirente.
L'immissione al consumo del «Marrone di Castel del Rio» destinato
al consumo tal quale deve avvenire in contenitori di materiale idoneo
al contatto con alimenti nelle confezioni del peso massimo di kg 10
che dovranno recare il logo della denominazione di seguito descritto.
I contenitori dovranno essere sigillati in modo tale da impedire
l'estrazione del contenuto senza la rottura del sigillo.
La commercializzazione del «Marrone di Castel del Rio» destinato
ad essere utilizzato quale ingrediente in prodotti composti,
elaborati o trasformati deve avvenire in contenitori senza limiti di
peso, di materiale idoneo al contatto con alimenti che dovranno
recare il logo della denominazione di seguito descritto.
Per il prodotto destinato a mercati ove e' in uso il sistema
imperiale, puo' essere utilizzato il riferimento, per il
confezionamento, a quel sistema di misura.
Sui contenitori stessi dovranno essere indicati, in caratteri di
stampa delle medesime dimensioni, le diciture: «Marrone di Castel del
Rio» e «Indicazione geografica protetta» o l'acronimo «IGP» oltre
agli estremi atti ad individuare nome, ragione sociale ed indirizzo
del confezionatore.
I contenitori dovranno inoltre riportare il simbolo grafico
europeo dell'IGP.
Il logo del «Marrone di Castel Del Rio I.G.P.», come da
riproduzione sotto riportata, ha una normazione costruttiva
rettangolare (orizzontale) che sta nel rapporto di 1:2 (lato corto su
lato lungo) e si presenta bordato da una cornice con angoli
arrotondati di colore verde (C 100% - M 0% - Y 70% - K 0%), su fondo
bianco. All'interno di questo perimetro compare la sagoma stilizzata
del caratteristico «Ponte Alidosi» di colore verde (C 100% - M 0% - Y
70% - K 0%) e dentro tale sagoma e' visibile la scritta «Marrone di
Castel del Rio» (editata con il font Agenda bold, maiuscolo,
spaziatura tra i caratteri +10, scala orizzontale 98%, spessore
contorno 0,25 pt) , di colore verde (C 100% - M 0% - Y 70% - K 0%),
disposta immediatamente al di sotto del profilo superiore del ponte,
del quale segue il caratteristico profilo «a schiena d'asino». Sotto
del profilo dell'arco tracciato dalla sagoma del ponte, in posizione
centrale, e' visibile il disegno stilizzato del marrone di colore
«marrone» (C 1% - M 69% - Y 100% - K 43%), sotto il quale si trova
una linea leggermente ricurva ai vertici di colore verde (C 100% - M
0% - Y 70% - K 0%), che rappresenta lo scorrere dell'acqua. Al di
sotto della suddetta linea, in posizione centrale e parallela alla
base del rettangolo, vi e' infine la dicitura «Indicazione geografica
protetta» (editata con il font Leelawadee regular, con le iniziali
«I» - «G» - «P» maiuscole, spaziatura tra i caratteri +20, spessore
contorno 0.25 pt) di colore marrone (C 1% - M 69% - Y 100% - K 43%).
Il logo puo' essere adattato proporzionalmente alle varie esigenze
d'utilizzo.

Marrone di Castel del Rio Igp

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