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Pistacchio Verde di Bronte Dop - Disciplinare di produzione 2010

Pubblicato da disciplinare
Pistacchio Verde di Bronte Dop

La DOP Pistacchio Verde di Bronte è riservata al prodotto, in guscio, sgusciato o pelato, delle piante  della specie botanica "Pistacia vera", cultivar "Napoletana", chiamata anche "Bianca" o "Nostrale",  innestata su “Pistacia terebinthus”, coltivati nel territorio dei comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla  in Provincia di Catania, ad un livello altimetrico compreso tra i 400 e i 900 m s.l.m.

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE PISTACCHIO VERDE DI BRONTE DOP

Art. 1
( Denominazione del prodotto)
La DENOMINAZIONE D'ORIGINE PROTETTA "Pistacchio Verde di Bronte" è
riservata alle drupe di pistacchio che devono rispondere alle condizioni ed ai requisiti
stabiliti dal Reg. (CE) 510/2006 ed indicati nel presente disciplinare di produzione.


Art. 2
(Piattaforma varietale)
La DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA "Pistacchio Verde di Bronte" è
riservata al prodotto, in guscio, sgusciato o pelato, delle piante della specie botanica
"Pistacia vera", cultivar "Napoletana", chiamata anche "Bianca" o "Nostrale",
innestata su “Pistacia terebinthus”. E' ammessa una percentuale non superiore al 5%
di piante di altre varietà e/o di porta innesti diversi dal P. terebinthus. Tale
percentuale è riferita all’insieme di tutte le piante presenti negli impianti. In ogni caso
il prodotto derivante dalle piante di altre varietà, non appartenenti alla cultivar
“Napoletana”, sarà escluso dalla certificazione.


Art. 3
(Zona di Produzione)
La zona di produzione del "Pistacchio Verde di Bronte", ricade nel territorio dei comuni
di Bronte, Adrano, Biancavilla (Provincia di Catania). In particolare i confini sono così
individuati:
BRONTE - ad Ovest lungo il fiume Simeto, ad Est fino a quota 900 m s.l.m., a Sud con
il Comune di Adrano ed a Nord lungo la strada Bronte - Cesarò;
ADRANO - a Nord con il confine del Comune di Bronte, a Sud con il centro abitato e
la S.S. 121 ed a Est con la lava "Grande" del 1595 e con il Comune di Biancavilla, ad
Ovest lungo il fiume Simeto fino alla summensionata S.S. 121;
BIANCAVILLA - a Nord con il territorio di Adrano, a Sud con il centro abitato e la
S.S. 121, a Est con il confine comunale di S.M. Licodia, ad Ovest con il confine del
Comune di Adrano.
La zona di produzione deve essere compresa tra i 400 e i 900 m s.l.m.


Art.4
(Origine del Prodotto, cenni storici, importanza, diffusione)
(Origine del Prodotto)
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input
e gli output. In questo modo, e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla
struttura di controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la produzione degli
agricoltori e dei condizionatori, nonché attraverso la denuncia alla struttura di controllo
dei quantitativi prodotti, è garantita la tracciabilità del prodotto. L’iscrizione nell’elenco dei produttori comporta l’assegnazione di un codice di identificazione
individuando univocamente il conduttore e il pistacchieto associato allo stesso. Tutte le
persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono assoggettate al controllo
da parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di
produzione e dal relativo piano di controllo.

(Cenni storici, importanza, diffusione)
La coltura del pistacchio dalla Siria sarebbe passata in Grecia a seguito delle conquiste
di Alessandro Magno (III secolo a.C.).
In Italia la pianta fu introdotta dai Romani sul finire dell'impero di Tiberio - tra il 20 ed
30 d.C. - ad opera di Lucio Vitellio Governatore della Siria (Plinio "Naturalis Historia"
Cap. X e XIII). In Sicilia, la coltivazione in forma diffusa, si fa risalire al periodo della
dominazione araba (VIII e IX secolo d.C.). Sono di origine araba i termini "frastuca" e
"frastucara" per indicare il frutto e la pianta (termine arabo "fustuq"). La coltura in
Sicilia è circoscritta alla provincia di Catania (Bronte, Adrano e Biancavilla). Numerosi
autori riportano l’importanza storico-culturale ed economica della produzione del
Pistacchio verde di Bronte, citiamo ad esempio, Denis Mack Smith – “A History of
Sicily Medieval Sicily 800” – 1713. Quando l’Impero Romano si disintegrò sotto
l’impatto delle invasioni barbariche, la Sicilia fu conquistata dagli Arabi. Tra gli
invasori si trovavano Berberi della Tunisia, Musulmani, Spagnoli e forse Negri del
Sudan. Gli arabi descrivono la Sicilia come “il giardino del paradiso”. Gli arabi in
Sicilia, in agricoltura, hanno introdotto la coltivazione dei limoni, delle arance, della
canna da zucchero, del cotone, delle palme, del papiro, delle melanzane, del pistacchio,
del melone… ecc, nonché l’attitudine all’utilizzazione massimale delle acque e delle
tecniche di coltivazione. Ancora oggi il Pistacchio Verde di Bronte caratterizza e
tipicizza i dolci siciliani ed in particolare quelli dell’area catanese. Al riguardo si
ricordano il famoso gelato di Pistacchio Verde di Bronte, i torroncini, nonché i
pasticcini secchi a pasta di Pistacchio Verde di Bronte.

(Legame con l'ambiente geografico)
La zona di produzione risulta caratterizzata da terreni di origine vulcanica e da un
clima mediterraneo subtropicale, semiasciutto, con estati lunghe e siccitose, piovosità
concentrata nel periodo autunnale ed invernale e notevoli escursioni termiche tra il
giorno e la notte.
I terreni che si sono originati da formazioni laviche (andosuoli), aventi buona fertilità e
pH neutro, risultano idonei per lo sviluppo vegetativo del pistacchio, cosi come i terreni
limitrofi di natura autoctona. In riferimento agli aspetti climatici, tipicamente
mediterranei, la zona in esame presenta escursioni termiche e precipitazioni con medie
annuali più elevate rispetto ad altre zone agricole della provincia etnea.
Le peculiarità pedoclimatiche e la tecnica della degemmazione, praticata nella zona di
produzione, consentono di accentuare la naturale alternanza della specie e di trarre
vantaggi nella difesa fitosanitaria.
Questi fattori pedoclimatici insieme al terebinto (Pistacia terebinthus) antropizzato in
tale area, conferiscono al frutto particolari caratteristiche di qualità (colore verde
intenso tipico del territorio, forma allungata, sapore aromatico e alto contenuto in acidi
grassi monoinsaturi dei frutti), difficilmente riscontrabili in altre aree di produzione e
nello stesso massiccio Etneo, che differenziano il “Pistacchio Verde di Bronte” DOP
dagli altri pistacchi derivanti da altre aree geografiche.

Art.5
(Terreni - Impianti - Tecniche colturali - Raccolta - Lavorazione)
(Terreni)
La zona delimitata è caratterizzata da suoli che evolvono su substrati di origine
vulcanica.

(Preparazione dei terreni)
Nei nuovi impianti, nella preparazione dei terreni, devono essere previsti il
livellamento delle superfici, per facilitare il deflusso delle acque, le operazioni colturali
e le concimazioni di fondo.

(Impianti)
Gli impianti possono essere sia specializzati che consociati, con densità di piantagione
variabile in dipendenza della tipologia di impianto e della natura del terreno. In
abbinamento alle forme libere di allevamento delle piante "ceppaia", "vaso libero", è
ammesso anche l'allevamento ”monocaule”, per agevolare la raccolta e le operazioni
colturali. Nel territorio i pistaccheti insistono su terreno lavico, con limitatissimo strato
arabile. Su tale tipo di substrato il terebinto (Pistacia terebinthus) cresce spontaneo e
costituisce il principale portinnesto della specie ”P. vera”.
Le piante di pistacchio ottenute da innesto su terebinto sono definite "naturali".

(Norme colturali)
Le peculiarità pedoclimatiche e la tecnica della degemmazione, praticata nella zona di
produzione del "Pistacchio Verde di Bronte" DOP di cui all’art. 3, consentono di
accentuare la naturale alternanza della specie e di trarre vantaggi nella difesa
fitosanitaria.

(Raccolta - Immagazzinamento e lavorazione)
Le operazioni di raccolta del prodotto al corretto grado di maturazione, in relazione alle
zone di produzione e all'andamento climatico, si svolgono dalla seconda decade di
agosto alla prima decade di ottobre.
La raccolta avviene manualmente mediante bacchiatura sulle reti o per brucatura,
utilizzando panieri avendo cura di impedire che i frutti cadano per terra.
I frutti devono essere smallati meccanicamente, per ottenere il prodotto in guscio, entro
le 24 ore successive alla raccolta, onde evitarne l’imbrunimento e l’eventuale
contaminazione.
Successivamente alla fase di smallatura, il prodotto in guscio deve essere
immediatamente essiccato alla luce diretta o con altri sistemi d’essiccamento,
mantenendo la temperatura del prodotto compresa tra i 40 e i 50°C, fino ad un’umidità
residua del seme di pistacchio compresa tra il 4 ed il 6%. In questa fase, soprattutto nel
sistema tradizionale alla luce diretta, è alto il rischio di contaminazione del prodotto.
Il prodotto essiccato deve essere messo in contenitori nuovi di juta, carta o polietilene
ed evitare il contatto con pavimenti o muri, in idonei locali ventilati ed asciutti.
Lo stoccaggio può durare fino a 24 mesi dopo la raccolta.
E’ possibile sgusciare e/o pelare meccanicamente il pistacchio.
E’ assolutamente vietato utilizzare prodotti chimici per la conservazione del “Pistacchio Verde di  Bronte” DOP.
Nel periodo marzo-ottobre, in funzione dell’andamento climatico, il prodotto nelle
diverse tipologie, in guscio, sgusciato o pelato, deve essere conservato a temperatura
compresa tra 13 e 17°C, oppure in confezioni sigillate sottovuoto o in atmosfera
modificata.


Art. 6
(Caratteristiche del prodotto)
Il "Pistacchio Verde di Bronte" DOP all'atto dell'immissione al consumo deve
rispondere, oltre alle comuni norme di qualità, alle seguenti caratteristiche fisiche ed
organolettiche:
- colore cotiledoni: verde intenso, rapporto di clorofilla a/b compreso tra 1,3 e 1,5;;
- sapore: aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori estranei;
- contenuto di umidità compreso tra 4% e 6%;;
- rapporto lunghezza/larghezza del gheriglio compreso tra 1,5 e 1,9;
- alto contenuto di grassi monoinsaturi nei frutti (presenza predominante dell’acido
oleico con il 72%, seguito dal 15% del linoleico e dal 10% del palmitico).


Art. 7
(Controlli e vigilanza)
Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare è svolto, da una struttura di controllo,
conformemente a quanto stabilito dagli articoli 10 e 11 del Reg.(CE) n. 510/2006. Tale struttura è l’organismo di controllo CORFILCARNI-GCC, Polo universitario dell’Annunziata, 98168 Messina,  telefono 090353659, fax 0903500098, e-mail: stefano.simonella@corfilcarni.it. 

Art. 8
(Confezionamento ed etichettatura)
Il prodotto viene immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa tipologia
conformi alla normativa vigente, entro due anni dalla raccolta.
Il "Pistacchio Verde di Bronte" può essere immesso al consumo solo con il logo della
DENOMINAZIONE D'ORIGINE PROTETTA figurante su ogni confezione
commerciale prima definita e confezionata nel rispetto delle norme generali e
metrologiche del commercio stesso.
Sulle confezioni deve figurare, in caratteri chiari, indelebili e nettamente distinguibili
da ogni altra scritta, la denominazione "Pistacchio Verde di Bronte".
Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione sociale,
indirizzo del confezionatore, nonché l'eventuale nome delle aziende da cui provengono
i frutti, il peso lordo all'origine e l'anno di produzione. E' facoltativa l'indicazione della
settimana di raccolta del prodotto.
Il logo d'identificazione è rappresentato dalla dicitura DENOMINAZIONE
D'ORIGINE PROTETTA D.O.P., dalla sottostante raffigurazione del vulcano Etna, dal
pistacchio e dalla sottostante scritta Pistacchio Verde di Bronte.

Pistacchio Verde di Bronte Dop

Colori utilizzati
Blu: Pantone Blu Reflex
Nero: Pantone Black
Giallo: Pantone Yellow 109
Verde: Pantone Green 376
Carattere Utilizzato Times New Roman

SCHEDA RIEPILOGATIVA
Reg. (CE ) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche delle
denominazioni di origine
“Pistacchio Verde di Bronte”
(N. CE: IT/0305/DOP/22.10.2003)
DOP ( X ) - I.G.P. ( )
La presente scheda costituisce presenta ai fini informativi gli elementi principali del disciplinare.
1. Servizio competente dello Stato membro:
nome: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
indirizzo: Via XX Settembre n.20 – 00187 ROMA
Tel : 06-46655104 - Fax:06-46655306
e-mail: saco7@politicheagricole.gov.it
2. Associazione:
2.1) Nome : Associazione Produttori Frutta Secca Sicilia Orientale “Le Sciare”
2.2) Indirizzo : Via Matrice, 15- 95034 Bronte (CT)
Tel. -fax : Tel: 095-691373
2.3) Composizione : produttori / trasformatori (X) altro ( )
3. Tipo di prodotto: Classe 1.6.: Ortofrutticoli e cereali allo stato naturale o trasformati
4. Disciplinare:
(sintesi dei requisiti di cui all’art. 4, par.2 del regolamento (CE) n.510/2006)
4.1) Nome: “Pistacchio Verde di Bronte”
4.2) Descrizione:
La D.O.P. "Pistacchio Verde di Bronte" è riservata al prodotto, in guscio, sgusciato o
pelato, delle piante della specie botanica "Pistacia vera", cultivar "Napoletana",
chiamata anche "Bianca" o "Nostrale", innestata su “Pistacia terebinthus”. E'
ammessa una percentuale non superiore al 5% di piante di altre varietà e/o di porta
innesti diversi dal P. terebinthus. Tale percentuale è riferita all’insieme di tutte le
piante presenti negli impianti. In ogni caso il prodotto derivante dalle piante di altre
varietà, non appartenenti alla cultivar “Napoletana”, sarà escluso dalla certificazione.
Il "Pistacchio Verde di Bronte" DOP all'atto dell'immissione al consumo deve
rispondere, oltre alle comuni norme di qualità, alle seguenti caratteristiche fisiche ed
organolettiche: colore dei cotiledoni verde intenso; rapporto di clorofilla a/b compreso
tra 1,3 e 1,5; sapore aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori estranei;
contenuto di umidità compreso tra 4% e 6%; rapporto lunghezza/larghezza del gheriglio
compreso tra 1,5 e 1,9; alto contenuto di grassi monoinsaturi nei frutti (presenza
predominante dell’acido oleico con il 72%, seguito dal 15% del linoleico e dal 10% del
palmitico).
4.3) Zona geografica:
La zona di produzione del "Pistacchio Verde di Bronte", ricade nel territorio dei comuni
di Bronte, Adrano, Biancavilla in Provincia di Catania, ad un livello altimetrico
compreso tra i 400 e i 900 m s.l.m.
4.4) Prova dell’origine:
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando per ognuna gli input
e gli output. In questo modo, e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla
struttura di controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la produzione, degli
agricoltori e dei condizionatori, nonché attraverso la denuncia alla struttura di controllo
dei quantitativi prodotti, è garantita la tracciabilità del prodotto. L’iscrizione nell’elenco
dei produttori comporta l’assegnazione di un codice di identificazione individuando
univocamente il conduttore e il pistacchieto associato allo stesso. Tutte le persone,
fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, sono assoggettate al controllo da parte
della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal
relativo piano di controllo.
4.5) Metodo dell’ottenimento:
Nella preparazione dei terreni, deve essere previsto il livellamento delle superfici, per
facilitare il deflusso delle acque, le operazioni colturali e le concimazioni di fondo. Gli
impianti possono essere sia specializzati che consociati. In abbinamento alle forme
libere di allevamento delle piante "ceppaia", "vaso libero", è ammesso anche
l'allevamento ”monocaule”, per agevolare la raccolta e le operazioni colturali. Nel
territorio i pistacchieti insistono su terreno lavico, con limitatissimo strato arabile. Su
tale tipo di substrato il terebinto (Pistacia terebinthus) cresce spontaneo e costituisce il
principale portinnesto della specie ”P. vera”. Il portinnesto per nuovi impianti
specializzati deve essere rappresentato dal Pistacia terebinthus. Le operazioni di
raccolta, in relazione alle zone di produzione e all'andamento climatico, si svolgono
dalla seconda decade di agosto alla prima decade di ottobre. La raccolta avviene
manualmente. Entro le 24 ore successive alla raccolta i frutti devono essere smallati
meccanicamente onde evitarne l’imbrunimento e l’eventuale contaminazione.
Successivamente il prodotto in guscio deve essere immediatamente essiccato alla luce
diretta o con altri sistemi d’essiccamento, mantenendo la temperatura del prodotto
compresa tra i 40 e i 50°C, fino ad un’umidità residua del seme di pistacchio compresa
tra il 4 ed il 6%. Il prodotto essiccato deve essere messo in contenitori nuovi di juta,
carta o polietilene ed evitare il contatto con pavimenti o muri, in locali ventilati ed
asciutti. Lo stoccaggio può durare fino a 24 mesi dopo la raccolta. E’ possibile sgusciare
e/o pelare meccanicamente il pistacchio. E’ assolutamente vietato utilizzare prodotti
chimici per la conservazione del “Pistacchio Verde di Bronte” DOP.
4.6) Legame:
La zona di produzione risulta caratterizzata da terreni di origine vulcanica e da un clima
mediterraneo subtropicale, semiasciutto, con estati lunghe e siccitose, piovosità
concentrata nel periodo autunnale ed invernale e notevoli escursioni termiche tra il
giorno e la notte. Questi fattori pedoclimatici insieme al terebinto (Pistacia terebinthus)
antropizzato in tale area, conferiscono al frutto particolari caratteristiche di qualità
(colore verde intenso tipico del territorio, forma allungata, sapore aromatico e alto
contenuto in acidi grassi monoinsaturi dei frutti), difficilmente riscontrabili in altre aree
di produzione e nello stesso massiccio Etneo. Questa particolare combinazione dei
fattori pedologici e climatici e dei fattori umani contribuisce a conferire al Pistacchio Verde di Bronte DOP caratteristiche peculiari tali da rendere questa produzione unica
nel suo genere.
In Sicilia, la coltivazione del Pistacchio Verde di Bronte in forma diffusa, si fa risalire
al periodo della dominazione araba (VIII e IX secolo d.C.). Quando l’Impero Romano si
disintegrò sotto l’impatto delle invasioni barbariche, la Sicilia fu conquistata dagli
Arabi: Berberi della Tunisia, Musulmani, Negri del Sudan che descrissero la Sicilia
come “il giardino del paradiso”. Furono proprio gli Arabi a introdurre oltre alle
coltivazioni dei limoni, delle arance, della canna da zucchero, del cotone, delle palme,
del papiro, delle melanzane, quella del pistacchio. Ancora oggi il Pistacchio Verde di
Bronte caratterizza e tipicizza i dolci siciliani ed in particolare quelli dell’area catanese.
4.7) Struttura di controllo:
Nome: CORFILCARNI-GCC
Indirizzo:Polo universitario dell’ Annunziata, 98168 Messina
Telefono: 090.353659
Fax: 090.3500098
E-mail: stefano.simonella@corfilcarni.it.
4.8) Etichettatura:
Il prodotto viene immesso al consumo in imballaggi nuovi di diversa tipologia
conformi alla normativa vigente, entro due anni dalla raccolta.
Il "Pistacchio Verde di Bronte" può essere immesso al consumo solo con il logo della
Denominazione d’Origine Protetta apposto su ogni confezione. Deve figurare inoltre in
caratteri chiari, indelebili e nettamente distinguibili da ogni altra scritta, la
denominazione "Pistacchio Verde di Bronte".
Debbono inoltre comparire gli elementi atti ad individuare nome, ragione sociale,
indirizzo del confezionatore, nonché l'eventuale nome delle aziende da cui provengono
i frutti, il peso lordo all'origine e l'anno di produzione. E' facoltativa l'indicazione della
settimana di raccolta del prodotto. Il logo della D.O.P. è rappresentato dalla scritta
Denominazione d’Origine Protetta D.O.P., dalla sottostante raffigurazione del vulcano
Etna, dal frutto pistacchio e dalla sottostante scritta Pistacchio Verde di Bronte, con a
sinistra il logo Comunitario.

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