Domo Rosada Sardegna - Appartamenti turistici e camere per affitti breviDomo Rosada Sardegna - Appartamenti turistici e camere per affitti brevi

Siete qui : Home » articolo » Vigneti delle Dolomiti Weinberg Dolomiten Igt

Vigneti delle Dolomiti Weinberg Dolomiten Igt

Pubblicato da disciplinare

La Igt Vigneti delle Dolomiti e' riservata ai vini bianchi, anche nella tipologia frizzante e passito, rossi, anche nelle tipologie frizzante, passito e novello e rosati, anche nella tipologia frizzante e passito. 
La zona di produzione delle uve atte a produrre i vini ad indicazione geografica tipica “Vigneti delle Dolomiti”, in lingua tedesca “Weinberg Dolomiten”, comprende l’intero territorio amministrativo delle province di Bolzano, Trento e Belluno.

La zona geografica delimitata comprende l’intero territorio viticolo ricadente nel territorio amministrativo delle province di Trento, Bolzano e Belluno e rientra nella parte italiana della zona
viticola CI-b definita nell’appendice all’allegato XI ter del Reg. CE 1234/2007.
In tali province ricade l’unità geologica e paesaggistica delle “Dolomiti”, alle quali la denominazione si richiama, e che nel 2009 è stata riconosciuta dall’UNESCO patrimonio
universale dell’Umanità.
L’areale interregionale così delimitato è prevalentemente montuoso o collinare. Secondo la
classificazione delle zone altimetriche effettuata dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) il territorio in questione è considerato interamente montano, in quanto presenta solo limitate
superfici pianeggianti nel fondovalle (circa il 10%). Le catene montuose si innalzano fino a quote
altimetriche di 2700-3900 m s.l.m.
Le valli sono generalmente piccole e strette con versanti ricoperti da foreste che interessano oltre il 70% della superficie. Alcune eccezioni sono rappresentate da vallate più ampie come la Valle
dell’Adige, la Valle di Isarco, la Valle del Sarca, la Valle di Cembra nelle quali è presente la
coltivazione della vite.
La geologia del territorio è varia in quanto l’area delimitata comprende rilievi montuosi, di
significative proporzioni, di origine geologica diversa quali il massiccio granitico dell’Adamello,
le rocce metamorfiche della cresta di confine alpina, il basamento porfirico atesino, i numerosi
rilievi di calcare alpino e non da ultimo la dolomia delle “Dolomiti”.
Dal punto di vista genetico i suoli della regione presentano una elevata variabilità, per effetto della variabilità degli ambienti e quindi dei fattori pedogenetici che ne hanno determinato la formazione.
Per quanto riguarda i versanti pedemontani interessati dall’attività agricola e dalla viticoltura in
particolare, i suoli sono prevalentemente costituiti da detriti calcarei generalmente ad elevata
pietrosità che determinano buone condizioni di drenaggio ed aerazione. Questi suoli si trovano
generalmente su detriti calcarei nelle parti medio-alte di conoidi di deiezione. Nelle parti più basse dei versanti o nelle conche seguono spesso suoli a pietrosità più bassa; in alcune zone pianeggianti si trovano intercalati terreni da accumulo colluviale e terreni su depositi morenici o su ghiaie fluviali.
Non mancano inoltre terreni su diversa matrice geologica come nel caso della Valle di Cembra
(porfirici), della Val d’Isarco (metamorfico-cristallini) e della Vallagarina centrale (basaltici).
L’altitudine dei terreni coltivati a vite varia dai 70 agli 800 m s.l.m.
Il clima della regione può essere definito di transizione tra il clima semicontinentale e quello
alpino. A partire dalle fasce altimetriche più basse il clima può essere suddiviso in quattro grandi
aree:
- area submediterranea: è la parte relativamente più mite della regione (e quella principalmente
interessata dalla viticoltura), con inverni in ogni caso freddi, anche se non come nel resto dei
fondovalle, ed estati calde mitigate da moderate brezze;
- area subcontinentale: rappresenta la parte di territorio ubicata a quote intermedie (in parte
interessata dalla viticoltura) caratterizzata da un clima di transizione con inverni più rigidi ed estati più fresche;
- area continentale: valli alpine con inverni rigidi, estati brevi e piuttosto piovose;
- area alpina: aree sopra i 1800/1900 m s.l.m. con nevi che permangono a lungo durante l’anno.
Le precipitazioni variano, anche sensibilmente, in relazione alla fascia altimetrica.
Nell’area sub mediterranea le precipitazioni sono in media di 1000 mm. Le distribuzione stagionale delle piogge ha caratteri tipicamente mediterranei concentrandosi prevalentemente nel
periodo primaverile e autunnale.


Fattori umani rilevanti per il legame:
Coltivazione della vite e produzione di vino fanno da sempre parte del bagaglio culturale della
regione; lo testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici e documenti storici che coprono un
arco temporale che va dall’Età del Bronzo ai giorni nostri.
La coltivazione della vite rappresenta nelle province di Trento, Bolzano e Belluno un elemento
caratterizzante del paesaggio ed un importante elemento di tutela del territorio da fenomeni di
degrado ambientale e di abbandono. Ciò grazie anche a quei viticoltori che, per affezione e
tradizione più che per necessità economica, coltivano tenacemente appezzamenti di modesta
dimensioni e talvolta lavorabili solo manualmente. Oltre a tali aziende esistono ovviamente aziende viticole di più considerevole estensione che coltivano la maggior parte della superficie
vitata.
Nell’arco di tempo in cui la coltivazione della vite e la storia dell’uomo si sono accompagnate ed
intrecciate si sono sviluppati - come è ovvio e naturale - dei legami inscindibili che si trasmettono
e rafforzano nella cultura locale. Legami che si ritrovano nelle tradizionali pratiche agronomiche
ed enologiche, ma anche in ambiti culturali più ampi (tradizioni, cultura popolare, arte,
gastronomia, ecc.).
Le più antiche testimonianze sulla coltivazione della vite nell’area interessata alla I.G.T. “Vigneti
delle Dolomiti” risalgono all’età del Bronzo antico (1800-1600 a.C.) e del ferro finale e sono
rappresentate dai vinaccioli rinvenuti nell’insediamento palafitticolo di Ledro (TN) e nei dintorni
di Bolzano e Merano attribuibili alla cultura Fritzens-Sanzeno. Una innumerevole serie di altri
ritrovamenti ci conduce fino alla situla reto-etrusca (IV secolo a.C.) rinvenuta a Cembra (TN) sulla quale è incisa una fra le più estese iscrizioni di epoca etrusca inneggianti al consumo simposiale del vino.
Una ulteriore significativa testimonianza sulla produzione ed il commercio di vini della regione è
rappresentata dalla stele funeraria risalente al II-III secolo d.C. dedicata al commerciante di vini
trentino P. Tenatius Essimnus e rinvenuta a Passau (Germania).
Risalgono invece al periodo medioevale le prime regole vendemmiali; nel XII secolo furono
emessi gli "Statuti di Trento", norme protezioniste della produzione locale mirate ad ostacolare
l'introduzione di vini prodotti nelle zone limitrofe.
Nelle “Cronache del Sacro Concilio di Trento” scritte dallo storico Michelangelo Mariani nel 1670
viene inoltre riportata una precisa descrizione della produzione vinicola e della sua importanza
sull’economia locale che l’autore così sintetizza:
<<..... tutto o quasi il territorio del Trentino (toltone alcune montagne e le valli che non hanno
vigne) produce vini stimabili, sì li bianchi come li rossi, con effetto però costante, vino che
venendo quasi tutto in pendici, fa credere veramente che: “Baccus amat Colles” e maturando per
lo più a riverbero di suolo non men che di Sole, ha qualità di non offendere, chi non l’abusa a
forza di quantità (…) insomma, per quanto veggo, questo è il paese del vino naturalmente, tanto
che corre il detto: “grano per tre mesi e vino per tre anni”>>.
Una svolta decisiva alla viticoltura ed all’enologia regionale è stata impressa, nel 1874, con la
costituzione dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige.
Per quanto concerne l’aspetto strettamente tecnico/produttivo si evidenziano inoltre i seguenti
fattori:
• base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione del vino in questione sono
quelli tradizionalmente coltivati nell’area di produzione e dei quali è consentita la coltivazione
nelle diverse unità amministrative (Allegato 1);
• forme di allevamento: sono quelle tradizionali della zona: pergola semplice, pergola doppia,
forme a spalliera verticale (Guyot, cordone speronato, ecc.); l’adozione della forma di allevamento è effettuata sia in base alla giacitura del terreno ed all’esigenza di agevolare l’esecuzioni delle operazioni colturali, sia all’obiettivo enologico che il produttore intende perseguire;
• pratiche relative all’elaborazione dei vini: sono quelle tradizionalmente praticate in zona per
la produzione di vini bianchi, rosati e rossi anche delle tipologie frizzante e passito e della
tipologia novello rosso. Tali pratiche rientrano nelle correnti pratiche enologiche previste e
disciplinate dal Reg. Ce n. 606/2009.


B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico.
I vini di cui al presente disciplinare di produzione presentano, dal punto di vista analitico ed
organolettico, caratteristiche molto evidenti e peculiari, descritte all’art. 6, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’influenza dell’ambiente geografico sui vitigni
costituenti la base ampelografica dei vini. I vini presentano parametri chimico-fisici su valori
equilibrati, in particolare per quanto riguarda il rapporto acidità/alcol. Su tali caratteristiche
influisce positivamente la sensibile escursione termica, tra il giorno e la notte, cui sono sottoposte le uve nell’ultima fase della maturazione e che conferisce ai vini quella finezza di profumi che li caratterizza.
Le caratteristiche organolettiche, oltre ad essere chiaramente riconducibili ai vini dell’area, sono
quelle proprie dei vitigni da cui i vini sono stati ottenuti.


C) Descrizione dell’interazione casuale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B).
Gli elementi di interazione casuale fra la zona geografica ed il prodotto sono già descritti alle
lettere a) e b).
Si ribadisce tuttavia che il legame casuale tra il luogo ed il prodotto è essenzialmente rappresentato dall’influenza delle condizioni ambientali e naturali della zona di produzione, sulle caratteristiche qualitative delle uve e dei vini derivati.
Tali condizioni rappresentano peraltro il presupposto su cui si basa la delimitazione della zona
viticola comunitaria (CI-b), definita nell’appendice all’Allegato XI ter del Reg Ce 1234/07,
all’interno della quale ricade la zona di produzione dei vini in questione. 

VITIGNI

PINOT NERO N.
PINOT GRIGIO G.
PINOT BIANCO B.
PETIT VERDOT N.
Nosiola
NEGRARA N.
MULLER THURGAU B.
MOSCATO ROSA Rs.
MOSCATO GIALLO
MEUNIER N.
MERLOT N.
MARZEMINO N.
MANZONI BIANCO B.
MALVASIA ISTRIANA B.
LAMBRUSCO A FOGLIA FRASTAGLIATA N.
Lagrein
Kerner
Chardonnay
CARMENERE N.
CABERNET SAUVIGNON N.
CABERNET FRANC N.
BARBERA N.
Zweigelt
Veltliner
TREBBIANO TOSCANO
TRAMINER AROMATICO Rs.
TEROLDEGO
SYRAH N.
Silvaner
SCHIAVA GROSSA
SCHIAVA GRIGIA
SCHIAVA GENTILE
SAUVIGNON B.
RIESLING ITALICO B.
RIESLING B.
REBO
Goldtraminer B
Turca N
Gosen N
Rossara
Viogner B
Tocai Friulano B
Trevisana Nera N
Franconia N
Tempranillo N
Bianchetta Trevigiana B
Casetta N
Portoghese N
Sennen N
Tannat N
Pavana N
Groppello di Revò N
Lagarino B
Maor B
Paolina B
Saint Laurent N
Verdealbara B
Petit Manseng B
Marzemina Grossa N
Glera

 

Ricerca rapida : Cerca con le categorie Disciplinari, Vini, Igp o con i tag Vigneti delle Dolomiti Weinberg Dolomiten, alto adige, alto-adige-igt, belluno, bolzano, disciplinare, igt, trentino, trentino-igt, trento, veneto, veneto-igt, vino



Nella stessa categoria