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Todi Doc

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Todi bianco: Grechetto: minimo 50%;
Todi rosso: Sangiovese: minimo 50%;
Todi Grechetto o Grechetto di Todi: Grechetto: minimo 85%;
Todi Sangiovese o Sangiovese di Todi: Sangiovese: minimo 85%;
Todi Merlot o Merlot di Todi: Merlot: minimo 85%;
Le uve destinate alla produzione dei vini Todi devono essere prodotte nella zona appresso indicata in provincia di Perugia e che comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Todi, Massa Martana, Monte Castello Vibio, e Collazzone.

La zona geografica delimitata nell’articolo 3 ricade nella parte centro meridionale della regione
Umbria, in provincia di Perugia. Il comprensorio di coltivazione si estende su terreni prevalentemente collinari, con una altitudine variabile da 250 a 600 m s.l.m., solitamente di medio impasto e tendenti all’argilloso, ben dotati di carbonati di calcio e di sostanza organica, con buona capacità idrica (terreni argillo-limosi con 40,5% di argilla, 45,1% di limo e 14,4% di sabbia, assenza di scheletro, reazione alcalina con pH = 7,58, ricco in calcare con il 21,6% di carbonato di calcio) mediamente profondi e caratterizzati da struttura poliedrica subangolare. Le disponibilità termometriche medie della zona in esame variano da 1.700 a 1.900 gradi giorno (indice di AmerineWinkler calcolato dal 1° aprile al 30 settembre) e da 2.300 a 2.500 gradi eliotermici (indice di Huglin) in funzione dell’annata e pertanto sono sufficienti a consentire la piena maturazione delle uve, incluso i vitigni a bacca nera coltivati nella zona in esame.
Per quanto riguarda le precipitazioni, a fronte di una piovosità media annuale di circa 750-800 mm di pioggia, mediamente dal 25% al 35% delle precipitazioni cade durante la stagione vegeto-produttiva, ovvero da aprile e settembre. La zona è comunque oggetto di precipitazioni di rilievo
anche nei mesi estivi e pertanto i vigneti non subiscono quasi mai stress idrici. Essendo le coltivazioni ubicate in zone discretamente ventilate, l’insorgenza di malattie è alquanto limitata. I
vigneti sono di norma impiantati sui versanti esposti a sud, sud-est e pertanto godono di un ottima esposizione al sole; le escursioni termiche tra giorno e notte assicurano un’ottima maturazione delle uve.


2. Fattori umani rilevanti per il legame
Il nome Grechetto sembrerebbe collegare in modo inequivocabile l’origine di questo uvaggio con la Grecia, apparentandola alla grande famiglia delle cosiddette uve greche, introdotte dagli ellenici in tempi passati.
In realtà il Grechetto non sembra avere alcun legame con le uve greche, il nome potrebbe essere stato introdotto nel medioevo semplicemente per comunicare che i vini prodotti con questa uva avevano aromi e sapori simili a quelli provenienti dalle aree orientali del Mediterraneo.
Il legame con le uve greche sarebbe stato smentito da alcune ricerche genetiche che avrebbero rilevato che il Grechetto conosciuto in Umbria è geneticamente simile al Pignoletto diffuso in Emilia Romagna e alla Ribolla Riminese.
Nel 1825 l’Acerbi descrisse un’uva “Greca” con fioccine verde-giallastro e con il punto pistillifero marcato, che fa pensare al Grechetto G5.
Il Molon, nel 1906, descrisse brevemente il Grechetto insieme ad altre varietà che portano il nome di “Greco”.
Il Pasqualoni nel 1954 così menzionò il Grechetto biotipo di Todi: “vitigno ben conosciuto in tutta l’Umbria, vigoroso, di grande espansione, dal grappolo piuttosto piccolo, di produttività media e qualità fine”.
Il Baldeschi nel 1983 scriveva a proposito del vino prodotto in Umbria dal “Greco Bianco”…… si ottengono mosti migliori per elevato grado gleucometrico e per più moderata acidità; riesce un  vino limpido, un tantino verdognolo, abbastanza armonico e con delicato aroma di frutta, che ricorda la pera….”.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura “principe” del territorio fino all’attualità e l’incidenza dei fattori umani, nel corso della storia, è in particolare riferita alla puntuale definizione dei seguenti aspetti tecnico-produttivi:
- base ampelografica: i vitigni indicati nel presente disciplinare sono quelli tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata.
- conduzione dei vigneti (forme di allevamento, sesti d’impianto, potatura): gli impianti presenti sul territorio sono effettuati a cordone speronato e guyot, così da perseguire la migliore e più razionale disposizione dei vigneti stessi sul terreno e agevolare la corretta esecuzione delle operazioni colturali e la razionale gestione della chioma, per ottenere un’adeguata superficie fogliare ben esposta e contenere le rese di produzione entro i limiti previsti dal disciplinare. Il sesto d’impianto più utilizzato va dal 2,5 m x 0,8 m, fino al 3 m x 1 m.
- elaborazione, vinificazione e imbottigliamento: tradizionalmente è consolidata nella zona l’intera
filiera, con processi differenziati per le varie tipologie di vini, bianchi, rossi e passiti, più o meno
strutturati e con prassi differenziate di invecchiamento.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente
attribuibili all’ambiente geografico.
La “Doc Todi” comprende diverse categorie di vini, che dal punto di vista analitico ed organolettico presentano caratteristiche molto evidenti e peculiari, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico. In particolare per i grechetti, il G5 è capace di evidenziare un profilo sensoriale caratterizzato da una maggiore componente floreale e fruttata, rispetto a quello ottenibile nelle medesime condizioni pedo-climatiche e tecniche con il G109;
emergono inoltre interessanti note agrumate ed una maggiore percezione al palato sia generica sia degli attributi fruttato e corpo. Il vino di Grechetto G109 si dimostra invece interessante soprattutto per il colore, l’acidità, la freschezza e la serbevolezza. 


C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B).
L’orografia collinare dell’areale di produzione, nel bacino della media valle del Tevere, e l’esposizione a sud, sud-est, concorrono a determinare un ambiente aeroso, luminoso e con un suolo dove non si depositano acque reflue, particolarmente vocato alla coltivazione dei Grechetti e degli altri vitigni storicamente coltivati nella zona, come il Sangiovese e, più recentemente, il Merlot. Da tale area, tra l’altro, sono esclusi i terreni ubicati a quote troppo basse e quindi non adatti ad una viticoltura di qualità.
I buoni livelli di calcare nel terreno assicurano una corretta maturazione della pianta e un’ottima produzione quanti-qualitativa che sviluppa, unitamente alle tecniche di coltivazione idonee alla zona, una produzione di uva che dà luogo a vini particolarmente evidenziabili e distinguibili per le
note di sapore.
La tessitura e la struttura chimico-fisica dei terreni interagiscono in modo determinante con la coltura della vite, contribuendo all’ottenimento delle peculiari caratteristiche fisico-chimiche ed organolettiche dei vini della D.O.C. “Todi”.
Il clima temperato, la buona escursione termica, le piogge ben distribuite che evitano stress  idrici, favoriscono un corretto sviluppo della pianta, un’ottima copertura vegetativa, una bassa insorgenza di malattie e una corretta produzione di uva di ottima qualità.
Importante risulta l’intervento dell’uomo, che nel corso dei secoli ha tramandato, mantenendole, le tradizionali tecniche di coltivazione della vite, di vinificazione ed enologiche, migliorandole ed affinandole in epoca moderna, sempre secondo criteri qualitativi, fino ad ottenere gli elevati standard dei vini di cui al presente disciplinare.

VITIGNI

** GRECHETTO B. (MAIN)
* MERLOT N. (MAIN)
Sangiovese

VITIGNI SECONDARI

** Avarengo N (OIV)
** BIANCAME B. (MAIN)
** BOMBINO BIANCO B. (MAIN)
** Canaiolo Bianco B (OIV)
** Canaiolo Nero N (OIV)
* GARGANEGA B. (MAIN)
** Grechetto B (OIV)
** Grechetto Rosso N (OIV)
** Greco Nero N (OIV)
** Incrocio Bruni 54 B (OIV)
** Maiolica N (OIV)
** Malbech N (OIV)
** Malvasia Bianca di Candia B (OIV)
* Malvasia del Lazio B (OIV)
** Malvasia Nera Lunga N (OIV)
** Mammolo N (OIV)
** Manzoni Bianco B (OIV)
** Montonico Bianco B (OIV)
** Moscatello Selvatico B (OIV)
** Moscato di Terracina B (OIV)
** Mostosa B (OIV)
* Passerina B (OIV)
** Pecorello N (OIV)
** PETIT VERDOT N. (MAIN)
* PINOT BIANCO B. (MAIN)
* PINOT GRIGIO G. (MAIN)
* PINOT NERO N. (MAIN)
** Prugnolo Gentile N (OIV)
** REBO (MAIN)
** REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO N. (MAIN)
** RIESLING B. (MAIN)
** RIESLING ITALICO B. (MAIN)
* Semillon B. (OTHER)
** Sylvaner Verde B (OIV)
* Syrah N (OIV)
** Tannat N (OIV)
** Tocai Friulano B (OIV)
** Traminer Aromatico Rs (OIV)
** Trebbiano Giallo B (OIV)
** TREBBIANO TOSCANO (MAIN)
** Trebbiano Toscano B (OIV)
** Vernaccia di S Gimignano b. (MAIN)
** Viogner B (OIV)
Aglianico
Albana
Aleatico
Alicante
Barbera
Cabernet franc
Cabernet sauvignon
Lacrima
Maceratino
Merlot
Montepulciano
Nero d'Avola
Primitivo
Sagrantino
** Carignano N (OIV)
* CESANESE COMUNE N (MAIN)
** Cesanese d'Affile N (OIV)
* Chardonnay (MAIN)
** CILIEGIOLO N. (MAIN)
Sauvignon
Teroldego
Verdello
Verdicchio
Vermentino
Vernaccia nera
** Colorino N (OIV)
* DOLCETTO N. (MAIN)
** FALANGHINA B. (MAIN)
** FIANO B. (MAIN)
** Foglia Tonda N (OIV)
* Gaglioppo (MAIN)
** GAMAY N. (MAIN)

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