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Terre Siciliane Igt

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La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti a essere designati con l’indicazione geografica tipica “Terre Siciliane” comprende l’intero territorio amministrativo della Regione Sicilia. ((AG) Agrigento (CL) Caltanissetta (CT) Catania (EN) Enna (ME) Messina (PA) Palermo (RG) Ragusa (SR) Siracusa (TP) Trapani)

L’orografia prevalentemente collinare, il clima mediterraneo, la scelta delle aree di produzione che privilegiano terreni con buonaesposizione interagiscono in maniera determinante con la coltura della
vite, contribuendo all’ottenimento delle peculiari caratteristiche fisicochimiche ed organolettiche dei vini della IGT “Terre Siciliane”.
La millenaria storia vitivinicola del territorio della regione Sicilia è la prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani (tramandando le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche) e la qualità e le peculiari caratteristiche dei vini in argomento.

La Sicilia è una delle regioni di più antica tradizione viticola come dimostrano i numerosi reperti
archeologici (ampeloliti fossili, anfore ad uso vinario, monete con figurazioni dionisiache e uvicole)
e le molteplici fonti letterarie greche e latine che fanno riferimento ai rinomati vini siciliani.
Sin dall'epoca dei Fenici (IX-IV secolo a.C.) il commercio di olio e vino è testimoniato dalla
presenza di anfore utilizzate per il trasporto e da altre tipologie di ceramiche, quali le brocche
bilobate e le coppe carenate, che costituivano i “servizi” normalmente impiegati per il consumo di
vino. Le recenti ricerche archeologiche dimostrano, inoltre, che i Fenici si occuparono anche di
attività agro-pastorali, oltre che di commercializzazione (M. Botto 2001).
Grande splendore i vigneti ebbero durante la colonizzazione dei Greci (VIII-III secolo a.C.), che
introdussero alcuni vitigni come il Grecanico, giunto sino ai nostri giorni. Si ritrovano
raffigurazioni di scene viticole sulle monete a testimonianza della sviluppata attività economica
della regione legata alla produzione vinaria.
Durante il dominio dei Romani (III secolo a.C.-V secolo d.C.), in particolare in età cesarea nella
Gallia è attestata la presenza di vino siciliano. Plinio citava il Mamertino del messinese, quando
Cesare brindò alla festa per il suo trionfo al terzo consolato.
Durante il declinio dei Romani, in Sicilia si afferma la classe dei grandi proprietari terrieri, come è
attestato dalla presenza di grandi ville rustiche come quella del Casale di Piazza Armerina, nei cui
mosaici sono rappresentate scene di vendemmia, a testimonianza della coltivazione dei vigneti nel
territorio.
Successivamente, le continue invasioni dei barbari nelle campagne portarono all'abbandono delle
stesse, per cui la coltivazione della vite cadde in declino.
Nonostante il Corano facesse divieto di assumere alcolici, durante il dominio dei Musulmani (827-
1061) venivano coltivate le uve da mensa e fu introdotto a Pantelleria il vitigno “Zebib” (oggi
Zibibbo o Moscato di Alessandria), tratto dal Capo Zebib in Africa di fronte l'isola di Pantelleria (B.
Pastena 1970).
La vite e l'ulivo ripresero la loro espansione durante il periodo della dominazione dei Normanni; in
seguito, durante il periodo della dominazione degli Aragonesi, il vino siciliano raggiunse grande
rinomanza, attestata dalla costituzione di numerose società di vendita di vino, come riferisce il
Cougnet nella sua “Historiae de la table”.
Durante la dominazione degli Spagnoli (1512-1713), nei territori interni aumentarono i vigneti, gli
oliveti e i mandorleti e, dove abbondava l'acqua anche i giardini e le coltivazioni di ortaggi. Nel
cinquecento, Tommaso Fazello, nel suo “De rebus Siculis”, cita come zone assai vitate il territorio
di Aci, il contado di Messina, la pianura ai piedi dell'Etna, la Val di Mazara e la piana di Palermo.
Bacci, nel suo celebre “Naturali vinorum historia”, cita i vigneti alle falde del Monte Erice, quelli del territorio di Palermo e dell'isola di Lipari, sparsa di fecondi colli. L'importanza della produzione
vitivinicola in questo periodo viene attestata dalla costituzione delle maestranze dei bottai a Salemi
nel 1683 e di quella di Palermo.
Durante il successivo dominio dei Piemontesi e degli Austriaci la viticolture visse un periodo di
crisi dalla quale si risollevò in epoca Borbonica, come attesta il viaggiatore lucchese G.A. Arnolfini,
nel suo “Giornale di viaggio” del 1776, dove parla del vino siciliano che si produce in abbondanza
in tutte le parti dell'isola. Il commerciante inglese John Woodhouse apre uno stabilimento vinicolo a
Marsala, sviluppando il commercio dei vini Marsala con l'Inghilterra; Anche Benjamin Ingham apre
diversi stabilimenti a Marsala e Mazara; ma ad esaltare lo sviluppo del commercio del Marsala
contribuì in maniera preponderante la fondazione di uno stabilimento da parte dell'imprenditore
Vincenzo Florio.
Nel 1862, Garibaldi tornò in Sicilia e visitò lo stabilimento Florio, bevve e lodò il Marsala dolce
che da allora in poi fu denominato “Garibaldi dolce”.
Nella seconda metà dell'ottocento, l'invasione della fillossera distrugge gran parte dei vigneti
dell'isola e la vite viene soppiantata da altre colture.
Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell'innesto su vite americana resistente alla fillossera
e la vite cominciò nuovamente a verdeggiare.
La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono la
fine della produzione dei vini ad alta gradazione ed ad intenso colore, che venivano esportati in
Francia come vini da taglio, ed aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore
alcolico, profumati e freschi.
E' verso la fine degli anni '80 ed i primi anni '90 che si può indicare l'inizio della moderna storia del
vino siciliano. Si assoda la capacità della Sicilia a produrre vini bianchi di qualità sia con vitigni
autoctoni come Inzolia, Catarratto, Grillo, sia con vitigni alloctoni, come lo Chardonnay, Muller
Turgau e Sauvignon. Negli anni novanta inizia la sperimentazione e la produzione di vini rossi di
alta qualità con il vitigno autoctono Nero d'Avola e gli alloctoni Cabernet, Merlot, Syrah, Petit
Verdot e Pinot nero.
Il protagonista indiscusso di tale nuovo corso è il Nero d'Avola, che anche in assemblaggio con altri
vitigni internazionali riesce a caratterizzare e a marcare il vino stesso, non solo per l'aspetto
cromatico, ma soprattutto perchè conferisce al vino una tipicità riconducibile ai sapori mediterranei.
L’incidenza dei fattori umani, nel corso della storia, è in particolare riferita alla puntuale definizione
dei seguenti aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di
produzione:
- base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione dei vini in questione, sono quelli
tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata;
- le forme di allevamento, i sesti d’impianto e i sistemi di potatura che, anche per i nuovi impianti,
sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle
viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione
della chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare ben esposta e di contenere le
rese di produzione di vino entro i limiti fissati dal disciplinare;
- le pratiche relative all’elaborazione dei vini, sono quelle tradizionalmente consolidate nella zona. 

VITIGNI

Zibibbo
Viogner B
Vernaccia di S Gimignano b.
Vermentino B.
Calabrese N
CABERNET SAUVIGNON N.
CABERNET FRANC N.
BARBERA N.
Ansonica B
ANCELLOTTA N.
ALICANTE N.
Alicante Bouschet N
Albanello B
AGLIANICO
Grecanico Dorato B
Gaglioppo
Frappato N
FIANO B.
GRILLO
Damaschino B
Corinto Nero N
CILIEGIOLO N.
Chardonnay
CATARRATTO BIANCO LUCIDO
CATARRATTO BIANCO COMUNE
Catanese Nero N
Carricante B
Carignano N.
Nocera N
Nerello Mascalese N
Nerello Cappuccio
MULLER THURGAU B.
MOSCATO GIALLO
MOSCATO BIANCO B.
Montonico Bianco B
MONTEPULCIANO N.
Minnella Bianca B
MERLOT N.
MANZONI BIANCO B.
Malvasia di Lipari B
Malvasia Bianca B
Malbech N
Tannat N
SYRAH N.
SEMILLON B.
SAUVIGNON B.
SANGIOVESE N.
TREBBIANO TOSCANO
TRAMINER AROMATICO Rs.
TEMPRANILLO N.
Riesling B
PROSECCO B.
PINOT NERO N.
PINOT GRIGIO G.
PINOT BIANCO B.
PETIT VERDOT N.
Perricone N

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