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Sardegna Semidano Doc

Pubblicato da disciplinare

La denominazione di origine controllata “Sardegna Semidano” è riservata al vino bianco, ottenuto
dalle uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, per almeno l'85% dal vitigno
Semidano.
Possono concorrere alla produzione di detto vino anche le uve a bacca bianca provenienti da vitigni
non aromatici idonei alla coltivazione per la regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle
varietà di vite per uve da vino approvato con D.M. 7 maggio 2004 e successivi aggiornamenti,
purché non superiori al 15% del totale. Il vino a denominazione d'origine controllata "Sardegna"
Semidano può essere prodotto anche nelle tipologie spumante, superiore e passito.
La zona di produzione delle uve per l'ottenimento del vino atto ad essere designato con la denominazione d'origine controllata "Sardegna" Semidano comprende l'intero territorio della regione Sardegna.
La zona di produzione del vino a denominazione d'origine controllata "Sardegna" Semidano designato con la sottozona "Mogoro", comprende l'intero territorio dei comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Pompu, Simala, Siris e Uras in provincia di Oristano e Collinas, Sardara e Villanovaforru in provincia del Medio Campidano.

La zona di produzione della DOC “Sardegna Semidano”, comprende l'intero territorio della
Regione Sardegna, che è assai complesso e variegato dal punto di vista geologico, pedologico e
degli ecosistemi correlati. L’isola ha origini antiche che risalgono al paleozoico, era geologica in cui si è formato il nucleo granitico metamorfico della zolla sardo corsa. Questo insieme di rocce affiora ora in gran parte dell’isola risagomato al mutare del tempo dalle forze tettoniche e dai processi morfologici in rilievi arrotondati, altopiani peneplanati, valli ampie o incassate e coste frastagliate o lineari (Gallura. Nurra, Barbagie, Baronie, Ogliastra, Sarrabus Gerrei, Sulcis Iglesiente). Il paesaggio può presentarsi molto vario da morbido ad aspro in funzione della natura dei sub strati e della vegetazione presente e passando dalle cime più elevate alle linee di costa. Nel mesozoico su questo nucleo il mare ha deposto strati carbonatico dolomitici, poi emersi ed erosi a formare aspri paesaggi come quello del Supramonte e dei Tacchi che caratterizzano la sommità dei rilievi nella Sardegna centro orientale ma visibili anche nella Nurra e nel Sulcis. Nel terziario la zolla sardo corsa si distacca da quella europea e ruota nel mediterraneo sino alla posizione attuale. Durante questa migrazione nella zolla si creano fratture profonde da cui fuoriescono magmi vulcanici, il mare penetra a più riprese nelle depressioni dell’entroterra accumulando sedimenti marini al ternatiai magmi e a detriti provenienti dallo smantellamento dei rilievi presistenti. Nel pliopleistocene si mettono in posto le ultime colate basaltiche del vulcanismo sardo. Con questa genesi si formano i complessi stratigrafici vulcanico sedimentari che costituiscono buona parte della Sardegna occidentale e centro meridionale (Sassarese, Anglona, Logudoro, Marghine Planargia, Barigadu, Arburese, Marmilla, Trexenta e Parteolla, Sulcis). Nel quaternario il mare si ritira e i processi erosivi accentuati dalla oscillazioni climatiche dei periodi glaciali e interglaciali, erodono i substrati e ridepongono detriti, modellando il paesaggio così come oggi lo vediamo, si plasmano così la grande pianura del Campidano, le piane minori ubiquitarie nell’isola, le zone lagunari e dunari costiere.
I suoli sardi riflettono questa complessità e pertanto sono estremamente vari come genesi,
caratteristiche, proprietà e distribuzione. Per grandi raggruppamenti si trovano entisuoli a profilo AC sulle convessità o sugli altopiani dei rilievi, o laddove il suolo è ancora poco evoluto. Dove i
substrati sono più teneri e le forme consentono un maggiore accumulo evolvono inceptisuoli a
profilo A-Bw-C.; sulle vulcaniti sotto foresta si possono trovare andosuoli. Sulle colline marnosoarenacee oligomioceniche (terziario) sono caratteristiche le toposequenze di suoli in “catena”, con la successione Entisuoli-Inceptisuoli-Vertisuoli, mentre sulle formazioni carbonatiche coeve a morfologia più movimentata è riscontrabile la successione Entisuoli litici-Inceptisuoli calciciInceptisuoli tipici. Nelle formazioni detritiche quaternarie: alluvioni, glacis, colluvi etc., pianeggianti o leggermente ondulate, i suoli hanno un grado di evoluzione maggiore e si trovano oltre ad inceptisuoli e vertisuoli, alfisuoli a profilo A-Bt-C anche molto evoluti con accumuli di argille, ferro, ossidi, carbonati, e orizzonti petrocalcici, fino a veri e propri ultisuoli sui depositi più antichi e stabili. Il regime di umidità del suolo è quasi sempre xerico. Lungo le coste e nelle aree depresse e idromorfe si trovano salorthid, psamments ed entisuoli acquici.


Fattori umani rilevanti per il legame.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Semidano di Sardegna”.
Le prime ricerche su questo vitigno di cui non si conoscono le origini e la provenienza risalgono al
1780 (A.Manca, in Agricoltura di Sardegna); nel 1837 viene classificato dal Moris, in Flora
Sardoa. Sarà il Cara a indicarlo con il nome di Semidano nel Vocabolarietto botanico sardo-italiano nel 1879.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, fino ai
nostri giorni.
Nel tempo, i fattori umani sono stati particolarmente incisivi soprattutto per quanto concerne gli
aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione.
Per la produzione del vino “Sardegna Semidano”, vengono utilizzate esclusivamente le uve
coltivate nell’area geografica individuata dal disciplinare di produzione e provenienti per almeno
l'85% dal vitigno Semidano.
I sesti d’impianto e i sistemi di potatura consentono di migliorare e razionalizzare la disposizione
sulla superficie delle viti, agevolano l’esecuzione delle operazioni colturali e la razionale gestione
della chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare ben esposta e di contenere le rese di produzione entro i limiti fissati dal disciplinare;
Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle rispettose della tradizione per la
vinificazione del vino Sardegna Semidano, ed attualmente differenziate per le differenti tipologie.


B) informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico
La DOC “Sardegna Semidano” è riferita ad una tipologia di vino bianco che dal punto di vista
analitico ed organolettico presenta caratteristiche molto evidenti e peculiari, descritte all’articolo 6 del disciplinare, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente della zona di produzione.
In particolare le tipologie di vino bianco fermo presentano un colore giallo paglierino con riflessi
tendenti al dorato, un profumo delicato di fruttato, caratteristico, sapore morbido, sapido e fresco, tipici del vitigno di base.

 
C) descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B).
Gli aspetti geo-pedologici dell'areale individuato dal presente disciplinare determinano un ambiente particolarmente vocato per la coltivazione del vitigno Semidano.
Il clima del territorio è quello tipico del mediterraneo; estati calde ed asciutte ed inverni freddi e
piovosi. I valori medi della temperatura restano confinati tra i 15 ed i 17°C, con valori piuttosto
elevati nei mesi di Luglio ed Agosto, con massimi anche oltre i 35°C e minimi mai troppo bassi nei mesi di Gennaio e Febbraio.
I totali annuali e stagionali delle precipitazioni presentano inoltre una notevole variabilità, con
surplus idrico invernale e prolungati periodi di siccità estiva.
Le precipitazioni annuali medie si attestano intorno ai 600-650 mm, con minimi riscontrabili nei
mesi di Luglio ed Agosto; la piovosità è invece massima nei mesi di Dicembre e Febbraio.
La distribuzione dei venti indica una prevalenza di quelli provenienti da Nord Ovest e da Ovest,
sostanzialmente minori sono le frequenze delle altre direzioni; nel periodo estivo si rilevano venti
caldi da Sud Est.
In prossimità delle zone costiere l’umidità relativa è mediamente elevata e con variazioni modeste nel corso dell’anno.
L'ambiente di coltivazione sopra descritto consente alle uve di maturare lentamente e
completamente contribuendo in maniera significativa a conferire le particolari caratteristiche
organolettiche al vino "Sardegna Semidano".
L'uomo nel corso degli anni ha provveduto a tramandare sia le tecniche di coltivazione che le pratiche enologiche, facendole giungere sino ai giorni nostri ove sono state migliorate ed affinate grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico.
La storia più recente è infatti caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione e
dall'accresciuta professionalità degli operatori che hanno contribuito ad elevare il livello qualitativo e la notorietà del “Sardegna Semidano”.

VITIGNI

Semidano B (OIV)

 

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