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Sangue di Giuda dell'Oltrepò Pavese Doc

Pubblicato da disciplinare

La leggenda narra che Giuda, passato a peggior vita di quella tristemente condotta sulla terra, si 
fosse amaramente pentito di aver tradito Gesu', il quale, in segno di perdono, lo avrebbe fatto
resuscitare. Giuda sarebbe ricomparso in carne ed ossa in Oltrepò, precisamente a Broni.
Riconosciutolo, i cittadini del posto decisero di ucciderlo, essendo il traditore di Gesù. Giuda si
salvò grazie a un dono che fece ai viticoltori locali: risanò le loro viti dalla malattia che a quel
tempo le aveva colpite. Per ringrazialo, i viticoltori gli dedicarono il nome del loro vino dolce rosso.
I vini “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese o Sangue di Giuda”, devono essere ottenuti dalle uve
prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
- Barbera: dal 25% al 65%;
- Croatina: dal 25% al 65%;
- Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot nero: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un
massimo del 45%.
La zona di produzione delle uve è così delimitata: dalla strada statale n. 10, segue la strada per Bosnasco, Costamontefedele, fraz. Casotti. Da qui in direzione Braccio, fino al bivio per Villa Marone, si prosegue fino a Barbaleone, quindi Boffalora, Poggiolo e ancora Cerisola, Donelasco e Santa Maria della Versa. Da qui scende a nord per la provinciale Santa Maria-Stradella, sino a Begoglio, dove devia sino al ponte del torrente Scuropasso in località Molino Sacrista. Quindi scende a valle sino a incontrare il confine comunale tra Lirio e Pietra de’ Giorgi a comprendere per intero quest’ultimo territorio comunale e quello di Cigognola a sud della strada statale n. 10. Provincia di Pavia

L’area del “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” è compresa all’interno del
territorio dell’Oltrepò Pavese, il quale, a sua volta, si colloca all’interno del bacino padano,
delimitato dalle catene alpina ed appenninica e con una apertura principale verso est; in particolare la fascia collinare pavese si inserisce nella fascia appenninica che dal Piemonte si spinge verso l’Emilia. L’area è caratterizzata da solchi vallivi con direzione prevalente da sud verso nord. 

Analisi pedopaesaggistica
L’Oltrepò Pavese, in larga misura, presenta un’orografia preappenninica.
I terreni collinari, nei quali si trova la maggior parte della superficie coltivata a vite dell’Oltrepò,
appartengono al Cenozoico. In Oltrepò Pavese le formazioni mioceniche sono complesse ed
importanti, presentano piani diversi compresi nelle colline e nelle prime montagne. Per i territori
della DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” il piano più significativo è dato dal Messiniano,
caratterizzato da marne gialle chiare, con lenti calcaree in una continuità molto precisa.
Appartengono a questa formazione i terreni di Montù Beccaria, Rovescala, Montescano, Castana,
Canneto Pavese, Pietra de’ Giorgi e Cigognola.
Dal punto di vista agronomico le zone viticole con caratteristiche litologiche omogenee sono:
• Depositi alluvionali terrazzati: si sviluppano principalmente lungo la fascia pedecollinare da Broni a Stradella, inserendosi lungo l’alveo dei principali corsi d’acqua. Questi depositi formano i primi dolci rilievi costituendo il raccordo tra la pianura e l’area collinare. Si tratta di depositi elastici incoerenti a granulometria eterogenea, generalmente ricoperti da una coltre di alterazione di varia potenza e colore.
• Alternanze eterogenee di conglomerati, arenarie, siltiti e argille: unità che raggruppa tutte quelle formazioni caratterizzate da una estrema variabilità litologica di cui è difficile la suddivisione in litofacies. È costituita da arenaria, brecce, calcari, calcari cariati, marne, conglomerati gessiferi, conglomerati e argille, che generalmente costituiscono corpi lentiformi variamente interstratificati.
Un affioramento si trova nella zona di Pietra de’ Giorgi che continua tra i comuni di Montescano e
Montù Beccaria e tra Montù Beccaria, Broni e Stradella.
• Alternanze a dominante arenacea: litofacies caratterizzata da alternanze più o meno regolari di
arenarie variamente cementate, sabbie, marne-siltose e argille, generalmente di colore grigio.
Solitamente hanno maggiore diffusione le fitte sequenze di straterelli arenacei, marno-siltosi e
argillosi, ma localmente si può avere predominanza della parte psamamitica o di quella pelitica. Nel primo caso gli strati arenacei assumono spessori intorno a 80-100 cm; nel secondo si hanno spessori di pochi centimetri. La morfologia dei rilievi, costituita da questa unità, è assai varia con pareti verticali e pendii a modesta acclività, ove si possono accumulare spessori anche notevoli di coltre eluvio-colluviale. Frequenti in questa unità sono i fenomeni di scoscendimento al contatto con formazioni argillose. Questa tipologia è presente lungo le valli dei torrenti Versa e Scuropasso.
La radiazione solare
La radiazione solare che giunge su un terreno in piano è funzione della latitudine, mentre nelle zone collinari bisogna considerare anche gli effetti della pendenza, dell’esposizione e dell’orizzonte orografico tipico di ciascun vigneto.
La zona di produzione della DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” è caratterizzata
mediamente da un valore di radiazione solare, compreso tra 2.250 e 3.000 MJ/m2 all’anno.
La temperatura dell’aria Nella fascia compresa fra la base delle colline ed i 400 m di quota la temperatura media annua presenta valori di circa 12°C e la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di circa 1°C.
La media delle minime è per lo più inferiore a 0°C. Le temperature medie del mese più caldo (luglio o agosto) sono 22/24°C mentre le massime mensili sono di circa 28/30°C.
Le precipitazioni
La distribuzione delle precipitazioni all’interno dell’area della DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò
Pavese” mostra un gradiente altitudinale, con piogge che aumentano al crescere della quota, e
dall’altro una diminuzione progressiva da est verso ovest. I comuni del “Sangue di Giuda” si
suddividono fra le seguenti classi di precipitazioni: Cigognola, Broni e Pietra de’ Giorgi, nonché
l’area occidentale dei comuni di Canneto Pavese, Montescano, Castana e Santa Maria della Versa,
fra gli 800 e gli 850 mm/anno; questi ultimi nei loro territori più orientali, insieme con i comuni di
Stradella, Montù Beccaria, Zenevredo e parte dei comuni di Bosnasco e San Damiano al Colle, fra
gli 850 e i 900 mm/anno. Come per il resto dell’Oltrepò, la distribuzione media delle precipitazioni nel corso dell’anno è caratterizzata da un massimo ed un minimo rispettivamente nei mesi di novembre e di luglio. In media il mese più piovoso nella stagione primaverile risulta essere maggio. 


2. Fattori umani rilevanti per il legame
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a Denominazione di Origine “Sangue di Giuda
dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda”.
Considerato, sin dai tempi di Strabone, una zona di produzione di vini di qualità, l'Oltrepò Pavese è quel lembo di terra collinoso a sud della Lombardia noto per essere il punto d'incontro di quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Tale peculiare caratteristica rende l'Oltrepò Pavese ricco di culture, lingue, tradizioni e cucine differenti, ma ben integrate tra loro.
Questa terra è anche, anzi soprattutto, antica dimora della vite. Un'importante testimonianza arriva dal reperto di un tralcio di vite, risalente ai tempi preistorici, trovato in Oltrepò Pavese. Strabone, nel I secolo a.C., attribuì all'Oltrepò Pavese l'invenzione della botte. Nei suoi testi fu descritta di dimensioni più grandi delle case. Nei secoli successivi s’incontrano poi altre testimonianze. Andrea Bacci, per esempio, nel XVI secolo, descrisse i vini di tale zone con il termine “eccellentissimi”.
L'Oltrepò Pavese vitivinicolo attuale trova le sue radici nel secolo scorso, come conseguenza dei
danni portati dalla fillossera, e nel rinnovamento globale del mondo vinicolo italiano di quel
periodo. E' sufficiente ricordare che nel 1884 l'Oltrepò Pavese vantava ben 225 vitigni autoctoni.
Oggi sono circa una dozzina quelli di maggior diffusione, seppur non mancano produttori
collezionisti che hanno raccolto qualche testimonianza del passato, come Moradella o Uva della
Cascina o altro ancora. Nonostante tale decimazione, il panorama vinicolo oltrepadano è ancora
molto ricco, soprattutto per quanto concerne le tipologie di vino prodotte, fra cui quelle previste dal presente disciplinare. 
Nel corso dei decenni la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, tanto
che nel 1970 il vino Oltrepò Pavese, e con esso la tipologia “Sangue di Giuda”, è stato riconosciuto come DOC con DPR del 6 agosto.
L’incidenza dei fattori umani nel corso della storia è in particolare riferita alla puntuale definizione
dei seguenti aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del presente disciplinare di produzione:
• la base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione dei vini in questione sono
quelli tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata, ovvero Barbera, Croatina, Uva
rara, Vespolina e Pinot nero;
• le forme di allevamento, i sesti d’impianto ed i sistemi di potatura, anche per i nuovi impianti:
sono quelli tradizionali e permettono la migliore e più razionale disposizione delle viti, sia per
agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della
chioma, permettendo di ottenere una adeguata e bene esposta superficie fogliare e di contenere le rese di produzione entro i limiti fissati dal presente disciplinare;
• le pratiche relative all’elaborazione dei vini: sono quelle tradizionalmente consolidate in zona
per la vinificazione in rosso di vini tranquilli, vivaci, frizzanti e spumanti.


B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” è riferita a diverse tipologie
di vino rosso: fermo, frizzante e spumante. Dal punto di vista analitico ed organolettico ciascuna
tipologia presenta caratteristiche molto evidenti e peculiari (descritte all’Articolo 6), che ne
permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
Il “Sangue di Giuda” è di fatto una particolare versione da dessert dell’“Oltrepò Pavese Rosso”, il
vino tradizionalmente ottenuto da uvaggio di vitigni locali otrepadani. Il “Sangue di Giuda” si
presenta di colore rosso rubino carico, con brillanti riflessi violacei; l’aroma è fine, con una
piacevole fragranza di spezie e frutta fresca; ha una spuma abbondante e persistente; al palato offre un gusto dolce, carezzevole, con un buon corpo.


C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
Le condizioni microambientali, geologiche e non ultime quelle storiche mettono il territorio
dell’Oltrepò Pavese, tagliato a metà dal 45° parallelo, e in particolare quello dei comuni del
“Sangue di Giuda”, fra le zone del mondo più vocate per la produzione di vini rossi.
Grazie alle indagini condotte sul territorio dell’Oltrepò Pavese iniziate con lo studio di zonazione
realizzato a partire dal 1999 con il contributo dell’Amministrazione provinciale di Pavia, coordinato dall’Università di Milano e con la collaborazione dell’Università di Piacenza e dell’ERSAF e conclusesi con esperienze di monitoraggio del territorio condotte dall’Università di Milano e dal
Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, è stato possibile ottenere una mappa delle unità territoriali
che rappresenta la sintesi delle informazioni scientifiche raccolte.
L’intero areale di produzione del “Sangue di Giuda” si presta alla coltivazione delle uve Croatina,
Barbera, Uva rara e Vespolina, per la produzione dei vini a DOC descritti dal presente disciplinare.
L’area è costituita da valli ed è caratterizzata da ripidi versanti e fitti crinali con substrati rocciosi
relativamente soffici che risultano in buona parte lavorabili. La maggior parte dell’area è adibita
alla coltivazione a vigneto. il substrato è costituito prevalentemente da rocce calcaree limoso-argillose. il suolo si presenta con una tessitura da grossolana a media, con scarsa presenza di
scheletro e moderatamente profondo. Sono presenti strati rocciosi profondi di facile lavorabilità.
L’area è molto calcarea con pH alcalino e drenaggio buono. Essa interessa esclusivamente la prima fascia collinare con altitudini comprese tra 150 e 350 m; è caratterizzata da valori di radiazione fotosinteticamente attiva medi e da tenori pluviometrici compresi tra 800 e 900 mm/anno. Il clima è condizionato dall’elevata inerzia termica del bacino padano che, con effetto tampone, mantiene nel corso di tutto l’anno temperature costanti. L’area è soggetta all’effetto del vento di föhn che favorisce l’abbassamento dell’umidità dell’aria aumentando l’evapotraspirazione e la diminuzione dell’acqua nel suolo. L’inverno è mite e induce una certa precocità nella ripresa vegetativa mentre le estati sono molto calde. Data l’eterogeneità della distribuzione orografica delle valli non vi è una esposizione di versante prevalente; le pendenze sono importanti e possono assumere anche valori prossimi al 35%.
Questa fascia collinare è particolarmente adatta per la produzione di uve da vinificare in rosso
anche per vini da dessert con un importante residuo zuccherino. Il “Sangue di Giuda” si presenta di colore rosso rubino carico con riflessi violacei, è brillante, viscoso; al naso è fine, penetrante, netto e si nota la fragranza della frutta fresca, un ampio speziato e un garbato floreale; al palato dimostra buon corpo, è morbido, equilibrato, con una lunga persistenza.
L’Oltrepò Pavese è da sempre un territorio di elezione per la viticoltura, in particolare per la
tradizione relativa alla produzione di vini rossi dolci, tranquilli e mossi, come il “Sangue di Giuda”.
L’origine del suo nome è legata sia al suo colore rosso rubino, impreziosito da riflessi purpureo-violacei, sia a una leggenda.
La leggenda narra che Giuda, passato a peggior vita di quella tristemente condotta sulla terra, si
fosse amaramente pentito di aver tradito Gesù, il quale, in segno di perdono, lo avrebbe fatto
resuscitare. Giuda sarebbe ricomparso in carne ed ossa in Oltrepò, precisamente a Broni.
Riconosciutolo, i cittadini del posto decisero di ucciderlo, essendo il traditore di Gesù. Giuda si
salvò grazie a un dono che fece ai viticoltori locali: risanò le loro viti dalla malattia che a quel
tempo le aveva colpite. Per ringrazialo, i viticoltori gli dedicarono il nome del loro vino dolce rosso.
Il “Sangue di Giuda” gode di un elevato grado di tipicità: si tratta di un prodotto che può nascere
solo ed esclusivamente nel territorio dell’Oltrepò Pavese.
Si riporta di seguito una descrizione della vitivinicoltura dall’800 ai primi del ‘900, ricavata dal
testo di Fabrizio Bernini “Che cos’è la vita se non spumeggia il vino – storia della vitivinicoltura in
Oltrepò Pavese” edito nel 2001 da Ponzio Olona servizi grafici.
Capitolo XIX - Il primo Novecento vitivinicolo oltre il Po: la rustica croatina
Il professor Arturo Marescalchi, esperto ampelografo, asseriva nella sua dotta monografia sui vini
tipici d’Italia, pubblicato nel 1924, che il Barbacarlo, il Sangue di Giuda, prodotti a Broni e
Canneto, nonché il Buttafuoco e il Montenapoleone erano fra “i migliori vini rossi d’Italia”…
… Il Sangue di Giuda invece, prodotto con gli stessi vitigni, è così definito per il suo colore rosso
intenso, forse un po’ traditore per chi ne abusa che era prodotto originariamente nella frazione di
Colombarone di Canneto Pavese ed era generalmente “ammandorlato” ossia amarognolo e dolce
nel contempo.
Il vino “Sangue di Giuda”, dapprima tipologia della DOC Oltrepò Pavese, nata nel 1970, è stato
elevato alla categoria di DOC autonoma, con disciplinare proprio, nel 2010 (DM 3 agosto 2010) per la notorietà e la tradizione che lo caratterizzano.

VITIGNI

** VESPOLINA N. (MAIN)
* BARBERA N. (MAIN)
* CROATINA N. (MAIN)
** UVA RARA N. (MAIN)
* PINOT NERO N. (MAIN)

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