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Salamini italiani alla cacciatora dop - Disciplinare di produzione

Pubblicato da disciplinare
Salamini italiani alla cacciatora

I salamini italiani alla cacciatora sono prodotti con carni magre ottenute da muscolatura striata appartenente alla carcassa di suino, grasso suino duro, sale, pepe a pezzi e/o macinato, aglio. 
Non possono essere impiegate carni separate meccanicamente. Sono ottenuti nella zona tradizionale di produzione che  comprende l'intero territorio delle seguenti regioni, esattamente corrispondenti a quelle di  provenienza dei suini: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna,  Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Molise.

PROVVEDIMENTO 23 ottobre 2001 Iscrizione della denominazione "Salamini italiani alla cacciatora" nel registro delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche  protette, GURI n. 258 del 6-11-2001


DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA “SALAMINI  ITALIANI ALLA CACCIATORA DOP”


Art. 1. Denominazione
La denominazione d'origine controllata e' riservata, ai sensi dell'art. 2, comma 3 del regolamento CEE 2081/92, al prodotto di salumeria che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.


Art. 2. Zona di produzione
Gli allevamenti dei suini destinati alla produzione dei salamini italiani alla cacciatora debbono essere situati nel territorio delle seguenti regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Molise. 
I suini nati, allevati e macellati nelle suddette regioni debbono rispondere alle caratteristiche produttive gia' stabilite dai decreti del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato  del 18 dicembre 1993 per i prosciutti di Parma e S. Daniele. I suini devono essere di peso non  inferiore ai 160 kg, piu' o meno 10%, di eta' non inferiore ai nove mesi, aventi le caratteristiche  proprie del suino pesante italiano definite ai sensi del regolamento CEE n. 3220/84 concernente  la classificazione commerciale delle carcasse suine. Da tali suini si ottengono carni aventi le caratteristiche necessarie per la produzione dei salamini italiani alla cacciatora. Il macellatore e' responsabile della corrispondenza qualitativa e di origine dei tagli. Il certificato del macello, che accompagna ciascuna partita di materia prima e ne attesta la provenienza e la tipologia, deve  essere conservato dal produttore. I relativi controlli vengono effettuati direttamente dall'Autorita'  di controllo indicata nel successivo art. 7.
I salamini italiani alla cacciatora sono ottenuti nella zona tradizionale di produzione che  comprende l'intero territorio delle seguenti regioni, esattamente corrispondenti a quelle di  provenienza dei suini: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna,  Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Molise.


Art. 3. Materie prime
I salamini italiani alla cacciatora sono prodotti con carni magre ottenute da muscolatura striata appartenente alla carcassa di suino, grasso suino duro, sale, pepe a pezzi e/o macinato, aglio. 
Non possono essere impiegate carni separate meccanicamente.
Possono essere addizionati vino, zucchero e/o destrosio e/o fruttosio e/o lattosio, latte magro in polvere o caseinati, colture di avviamento alla fermentazione, nitrato di sodio e/o potassio alla  dose massima di 195 parti per milione, nitrito di sodio e/o potassio alla dose massima di 95 parti  per milione, acido ascorbico e suo sale sodico.


Art. 4. Metodo di elaborazione
La produzione dei salamini italiani alla cacciatora, compreso il confezionamento, l'affettamento ed il porzionamento deve avvenire nella zona delimitata nell'art. 2, con la seguente metodologia di elaborazione: le frazioni muscolari e adipose, ottenute da carni macellate secondo le vigenti disposizioni, sono mondate accuratamente asportando le parti connettivali di maggior dimensioni  ed il tessuto adiposo molle e devono essere fatte sostare in apposite celle frigorifere a  temperatura di congelazione o refrigerazione e comunque non superiore ai 7oC.
La macinatura deve essere effettuata in tritacarne con stampi con fori compresi tra i 3 e gli 8 mm o con altri sistemi che garantiscano analoghi risultati.
L'eventuale impastatura di tutti gli ingredienti deve essere effettuata in macchine sottovuoto o a pressione atmosferica.
L'insaccatura avviene in budelli naturali o artificiali di diametro non superiore a 75 mm, eventualmente legati in filza.
L'asciugamento dei salamini e' effettuato a caldo (temperatura compresa tra 18o e 25oC) e deve consentire una rapida disidratazione delle frazioni superficiali nei primi giorni di trattamento, non possono comunque essere adottate tecniche che prevedano una fermentazione accelerata.


Art. 5. Stagionatura
I salamini italiani alla cacciatora devono essere stagionati per almeno dieci giorni in locali dove sia assicurato un sufficiente ricambio di aria a temperatura compresa fra 10o e 15oC. La  stagionatura, periodo comprendente anche l'asciugamento, deve garantire la conservazione e la  salubrita' in condizioni normali di temperatura ambiente.


Art. 6. Caratteristiche
I salamini italiani alla cacciatora all'atto dell'immissione al consumo devono avere le seguenti caratteristiche organolettiche, chimiche e chimico-fisiche e microbiologiche:
Caratteristiche organolettiche:
aspetto esterno: forma cilindrica; consistenza: il prodotto deve essere compatto  di consistenza non elastica;
aspetto al taglio: la fetta si presenta compatta ed omogenea, con  assenza di frazioni aponeurotiche evidenti;
colore: rosso rubino uniforme con granelli di grasso  ben distribuiti;
odore: profumo delicato e caratteristico;
sapore: gusto dolce e delicato mai acido. 
caratteristiche chimiche e chimico-fisiche:
proteine totali, min. 20%; rapporto collageno/proteine, max. 0,15; rapporto acqua/proteine,  max. 2,30; rapporto grasso/proteine max. 2,00; pH maggiore o uguale 5,3.
Caratteristiche microblologiche:
carica microbica mesofila 41 x 10 alla settimana unita' formanti colonia/grammo con prevalenza di lattobacillacee e coccacee.
Il prodotto finito presenta diametro di circa 60 mm, lunghezza di circa 200 mm e peso in media di 350 grammi.


Art. 7. Controlli
L'attivita' di controllo dei "Salamini italiani alla cacciatora" viene esercitata, ai sensi dell'art. 10  del regolamento (CEE) 2081/92, da un'autorita' pubblica designata o da un organismo privato autorizzato. Restano valide le competenze attribuite al medico veterinario ufficiale della USL dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 537 (di recepimento della direttiva 92/5/CE) in materia  di ispezioni e controlli dei prodotti a base di carne.


Art. 8. Designazione e presentazione
La designazione della denominazione di origine controllata "Salamini italiani alla cacciatora" deve essere fatta in caratteri chiari e indelebili, nettamente distinguibili da ogni altra scritta che  compare in etichetta ed essere immediatamente seguita dalla menzione "Denominazione di  origine controllata". Per il prodotto destinato ai mercati internazionali puo' essere utilizzata la  menzione "Denominazione di origine protetta" nella lingua del Paese di destinazione. E' vietata  l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. E' tuttavia consentito l'utilizzo  di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi privati purche' non  abbiano significato laudativo o tali da trarre in inganno l'acquirente, nonche' l'eventuale nome di  aziende suinicole dai cui allevamenti il prodotto deriva, purche' la materia prima provenga  interamente dai suddetti allevamenti. I "Salamini italiani alla cacciatora" possono essere  commercializzati sfusi ovvero confezionati sottovuoto o in atmosfera modificata, interi, in tranci o  affettati. Le operazioni di confezionamento, affettamento e porzionamento devono avvenire,  sotto la vigilanza dell'autorita' di controllo indicata all'art. 7, esclusivamente nella zona di  elaborazione del prodotto. 

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