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Riso del delta del Po Igp - Disciplinare di produzione

Pubblicato da disciplinare
Riso del delta del Po

La IGP Riso del delta del Po designa esclusivamente il riso appartenente al tipo «Japonica»,  gruppo superfino nelle varieta' Carnaroli, Volano, Baldo, Arborio, Cammeo, Karnak,  Telemaco, Caravaggio e Keope.
Nel Veneto viene coltivato in Provincia di Rovigo; in Emilia- Romagna in Provincia di Ferrara.
L'area e' delimitata ad est dal Mare Adriatico a nord dal fiume Adige e a sud dal canale navigabile  Ferrara/porto Garibaldi.

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA RISO DEL DELTA  DEL PO


Art. 1.
Nome del prodotto

L'indicazione geografica protetta «Riso del delta del Po» e'
riservata al riso rispondente alle condizioni ed ai requisiti
stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Art. 2.
Descrizione del prodotto

L'indicazione «Riso del delta del Po» designa esclusivamente il
riso appartenente al tipo «Japonica», gruppo superfino nelle varieta'
Carnaroli, Volano, Baldo, Arborio, Cammeo, Karnak, Telemaco,
Caravaggio e Keope.
Il «Riso del delta del Po» presenta un chicco grande, compatto,
con un elevato tenore proteico e puo' essere ottenuto sottoponendo il
granello alle lavorazioni e ai trattamenti industriali consentiti
dalla normativa vigente.
Il «Riso del delta del Po» - I.G.P. deve avere le seguenti
caratteristiche riferite alla granella:


=====================================================================
| | | Proteine % sulla |
|   | Consistenza kg/cm² | sostanza secca |
+=======================+=======================+===================+
| Varieta' | NON inferiore a | NON inferiore a |
+-----------------------+-----------------------+-------------------+
| Arborio, Volano, | | |
| Telemaco | 0,65 | 6,60 |
+-----------------------+-----------------------+-------------------+
| Baldo, Cammeo | 0,60 | 6,60 |
+-----------------------+-----------------------+-------------------+
| Carnaroli, Karnak, | | |
| Caravaggio, Keope | 0,85 | 6,60 |
+-----------------------+-----------------------+-------------------+

Tali caratteristiche devono essere determinate prima della
trasformazione industriale, su campioni di risone secco
rappresentativi dell'intero quantitativo aziendale.

Art. 3.
Zona di produzione

L'area tipica per l'ottenimento del «Riso del delta del Po» si
estende sul cono orientale estremo della pianura padana fra la
regione Veneto e l'Emilia-Romagna, nei territori formati dai detriti
e riporti del fiume Po nonche' dalle successive opere di
trasformazione fondiaria che ne hanno reso possibile la coltivazione.
In particolare nel Veneto il «Riso del delta del Po» viene
coltivato, in Provincia di Rovigo nei Comuni di Ariano nel Polesine,
Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle, Corbola, Papozze, Rosolina e
Loreo; in Emilia-Romagna tale produzione concerne la Provincia di
Ferrara nei Comuni di Comacchio, Goro, Codigoro, Lagosanto, Massa
Fiscaglia, Migliaro, Migliarino, Ostellato, Mesola, Jolanda di Savoia
e Berra.
L'area e' delimitata ad est dal Mare Adriatico a nord dal fiume
Adige e a sud dal canale navigabile Ferrara/porto Garibaldi.

Art. 4.
Elementi che comprovano l'origine del prodotto

Ogni fase del processo produttivo deve essere monitorata
documentando, per ognuna di esse, i prodotti in entrata ed i prodotti
in uscita. La tracciabilita' del prodotto e' garantita
dall'iscrizione in appositi elenchi delle particelle catastali su cui
avviene la coltivazione, dei produttori agricoli, dei confezionatori,
delle imprese di lavorazione.
Tali elenchi sono gestiti dalla struttura di controllo. La
tracciabilita' e' inoltre garantita attraverso la denuncia tempestiva
delle quantita' prodotte alla struttura di controllo. Tutte le
persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno
assoggettate a verifiche da parte della struttura di controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo
piano di controllo.

Art. 5.
Metodo di produzione

Lavorazioni del terreno.
Le tessiture dei terreni sono sostanzialmente due tipi: nell'area
rodigina di origine alluvionale franco argillose/franco limose (con
pH superiore a 7,5), nell'area ferrarese a forte componente torbosa
(con pH inferiore a 7,5). In entrambi i casi i terreni sono
caratterizzati da una lenta capacita' drenante e dotati di elevata
fertilita' minerale.
Dovra' essere eseguita un'aratura a profondita' di 25-30 cm,
seguita almeno da una erpicatura, sono tuttavia, ammesse in
alternativa altre tecniche di lavorazione che garantiscano la
preparazione di un adeguato letto di semina. Successivamente il
terreno dovra' essere livellato per consentire una gestione ottimale
delle acque.
Analisi dei terreni.
Le aziende che producono «Riso del delta del Po» devono eseguire
almeno ogni 5 anni delle analisi dei terreni sulle seguenti
caratteristiche: tessitura, pH, sostanza organica, calcare attivo,
fosforo assimilabile, potassio scambiabile, azoto totale, rapporto
C/N, calcio scambiabile, magnesio scambiabile, sodio scambiabile e
rapporto Mg/K, al fine di redigere e conservare in azienda, un
corretto piano di concimazione secondo le effettive necessita'. Le
quantita' di concime minerale previste non potranno comunque superare
quelle indicate nel seguente paragrafo «concimazioni».
Concimazioni.
I terreni sono dotati di elevata fertilita' minerale, in
particolare di potassio, tanto da rendere a volte inutili gli apporti
di concime minerale potassico nonche', nei terreni torbosi, di quello
azotato. Per questo motivo nelle aziende e' importante che le
concimazioni vengano effettuate secondo quanto previsto nel piano di
concimazione aziendale, comunque per quanto riguarda la concimazione
minerale, non superando i seguenti massimali:
azoto (N) 160 kg/ha;
fosforo (P2 O5 ) 100 kg/ha;
potassio (K2 O) 100 kg/ha.
Per quanto concerne la modalita' di distribuzione esse possono
essere attuate con spandiconcime a spaglio o pneumatico.
Rotazione colturale.
La risaia non puo' insistere sullo stesso terreno per piu' di
otto anni, dopodiche' dovra' entrare in rotazione per almeno due anni
prima che vi sia riseminato riso.
Semina.
E' necessario utilizzare seme proveniente da partite selezionate
e certificate secondo legislazione vigente. La quantita' massima di
seme utilizzabile per ettaro e' di 300 kg. La semina puo' essere
effettuata in acqua con caduta libera, interrata o in asciutta sul
terreno lavorato che dovra' immediatamente venir sommerso di acqua.
Difesa fitosanitaria e lotta alle erbe infestanti.
La costante ventilazione delle risaie da parte di venti e brezze,
grazie alla vicinanza del mare, e la conseguente minore umidita'
relativa, consente di mantenere la pianta piu' asciutta e di
conseguenza piu' sana.
E' ammessa la concia del seme per combattere le crittogame
tipiche del riso (fusariosi, elmintosporiosi e pyricularia).
La lotta alle erbe infestanti ed ai fitofagi potra' avvenire con
i fitofarmaci autorizzati e con l'aiuto di sfalci degli argini onde
evitare eccessive disseminazioni, con la regolazione dell'acqua e con
lavorazioni mirate del terreno in presemina, nonche' con eventuali
asciutte temporali in accordo con le buone tecniche di lavorazione
per l'eliminazione dei fitofagi.
Ove possibile e consentito dai regolamenti comunali e'
obbligatoria la bruciatura delle stoppie al fine di eliminare le
sementi infestanti residue soprattutto di riso crodo.
A parita' di principio attivo deve essere utilizzata quello con
classe tossicologica inferiore.
Raccolta, essiccamento, conservazione e trasformazione.
Alla raccolta, la produzione massima unitaria per tipologia di
risone secco, non deve superare i seguenti quantitativi:


===================================================
| Varieta' | Tonnellate/Ha |
+=====================+===========================+
| Arborio | 7,5 |
+---------------------+---------------------------+
| Baldo | 8,0 |
+---------------------+---------------------------+
| Cammeo | 8,5 |
+---------------------+---------------------------+
| Carnaroli  | 6,5 |
+---------------------+---------------------------+
| Telemaco | 8,5 |
+---------------------+---------------------------+
| Karnak | 8,5 |
+---------------------+---------------------------+
| Volano | 8,0 |
+---------------------+---------------------------+
| Caravaggio | 8,5 |
+---------------------+---------------------------+
| Keope | 8,5  |
+---------------------+---------------------------+

L'essiccazione deve essere effettuata in essiccatoi che non
lascino sulle glumelle residui di combustione od odori estranei. Sono
ammessi essiccatoi a fuoco indiretto o diretto se alimentati a metano
e GPL.
L'umidita' del risone essiccato non deve essere superiore al 14%.
La trasformazione industriale deve avvenire in stabilimenti e
secondo procedure che garantiscano, al «Riso del delta del Po», il
mantenimento delle caratteristiche indicate all'art. 2 e pertanto la
trasformazione da risone a riso deve avvenire nel territorio
dell'I.G.P. I luoghi di sbramatura e sbiancamento del riso
influiscono sulla qualita' del prodotto finale. Il microambiente del
territorio dell'IGP «Riso del delta del Po» e' particolarmente
favorevole al mantenimento delle caratteristiche del «Riso del delta
del Po», essendo caratterizzato da una particolare umidita' relativa
media dell'aria, che permette con certezza di ottenere le migliori
caratteristiche del prodotto. La particolarita' della zona di
produzione permette, nelle fasi di lavorazione, di conservare le
caratteristiche del prodotto e consentire una minima
fessurazione/rottura del chicco, necessaria per ottenere una cottura
omogenea del prodotto.

Art. 6.
Legame con l'ambiente geografico

Esiste un legame stretto tra il territorio del Delta del Po e le
caratteristiche organolettiche del «Riso del delta del Po» tali da
influenzare positivamente alcune caratteristiche fisiche e gustative
del prodotto ottenuto nell'area definita all'art. 3.
Tale riso, infatti, viene coltivato in terreni che, pur di
differente tessitura, sono caratterizzati da una salinita' elevata
(E. C. superiori a 1 mS/cm), derivante dalla pedogenesi del suolo,
che conferisce al riso un aroma ed una sapidita' particolare.
I terreni inoltre sono alluvionali, dotati di un'elevata
fertilita' minerale, in particolare di potassio, tanto da rendere a
volte inutili gli apporti di concime minerale potassico (oltre che
azotato nei terreni torbosi) e favoriscono nel riso una maggiore
resistenza alla cottura ed un elevato tenore proteico del chicco.
Inoltre il terreno deltizio dell'area di produzione, risulta
particolarmente sano dal punto di vista malerbologico e permette una
presenza molto bassa e facilmente contenibile di riso crodo. La
peculiare ubicazione geografica, limitrofa al mare, determina inoltre
un microambiente particolarmente favorevole al riso grazie alla
presenza di costanti brezze e conseguentemente, di una minore
umidita' relativa; da contenute variazioni di temperatura sia in
inverno che difficilmente scendono sotto gli 0°C, sia in estate che
negli ultimi trent'anni, non hanno mai superato i 32°C; da una
piovosita' generalmente ben distribuita nell'arco dei mesi che non
raggiunge i 700 mm/anno. Tale clima permette di mantenere la pianta
piu' asciutta e piu' sana, che non necessita degli interventi
anticrittogamici tipici di questa coltura; favorisce una crescita
costante della pianta e l'ottenimento di un seme di riso maturato in
modo lento e costante, quindi piu' resistente alle malattie, con
cariossidi ben nutrite ed una granella bianca e senza vaiolatura.
La reputazione di cui gode il «Riso del delta del Po» e'
indiscutibilmente presente ed e' legata alla combinazione dei fattori
produttivi nell'area di produzione. Il prodotto e' gia' noto ed
apprezzato dai consumatori per le sue specifiche caratteristiche che
lo rendono unico, e come tale da essi riconosciuto sul mercato.
Il «Riso del delta del Po» compare nell'elenco dei prodotti
agroalimentari tradizionali come da decreto del Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali del 18 luglio 2000
attestando quindi che il «Riso del delta del Po» ha «metodiche di
lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo,
omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole
tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni».
Dal 1968 e' attivo presso Codigoro (Ferrara) un ufficio tecnico
dell'Ente nazionale risi. Sono stati pubblicati su riviste
specializzate ed in particolare su «Il risicoltore», organo di stampa
dell'Ente nazionale risi, molteplici articoli sulle peculiari
caratteristiche di qualita' relative al riso prodotto in quest'area.
Operano da anni aziende agricole singole o associate che
commercializzano i riso prodotto utilizzando la dicitura «Riso del
delta del Po».
Il «Riso del delta del Po» compare nella storia del delta negli
anni. Molte delle manifestazioni locali (fiere, sagre, manifestazioni
sportive) hanno e hanno avuto quale protagonista il «Riso del delta
del Po», a titolo di esempio si ricorda le «Giornate del riso» a
Jolanda di Savoia (Ferrara).
Le prime testimonianze sulla coltivazione del riso risalgono al
1495 ulteriori molteplici riscontri sulle superfici investite a
risaia si sono avuti durante le bonifiche attuate dalle famiglie
veneziane nel '700 (prima Diedo, Contarini, Farsetti, Valier e Venier
poi Sullam, Piavenna e Lattis) fino ai 4000 ettari attestati nel
1850.
Pochi decenni dopo la diffusione del riso nella pianura Padana
(1450) compaiono le prime documentazioni sulla presenza di
coltivazioni in Polesine, in particolare nel territorio del Delta del
Po poiche' questa coltura era strettamente legata alla bonifica e
rappresentava il primo stadio di valorizzazione agraria dei nuovi
terreni.
La natura dei terreni prosciugati divenne elemento determinante
per la destinazione colturale degli stessi. La coltivazione del riso
diveniva percio' importante nelle zone del delta del Po per
accelerare il processo di utilizzazione dei terreni salsi da
destinare poi alla rotazione colturale, come viene testimoniato da
una legge della Repubblica Veneta del 1594 che proibisce la
concessione dell'acqua a questa coltura e da' la possibilita' di
coltivare il riso solo «per valli ed altri luoghi sottoposti alle
acque, stimati impossibili di asciugarli in tutto e di rendersi ad
alcuna cultura».
Dopo il 1598, fine del periodo Estense, in Provincia di Ferrara,
la coltivazione del riso si diffuse su terreni bassi e paludosi, dove
si procedeva con un tipo di bonifica per colmata, e non per
prosciugamento. La bonifica per colmata infatti risolveva al
contrario del prosciugamento, il problema della utilizzazione dei
terreni bassi e paludosi, senza alcun rischio di abbassamento dei
terreni.
Verso la fine del '700 alcuni patrizi veneziani: Diedo,
Contarini, Farsetti, Valier e Venier proprietari di immense tenute
bonificate e non, nel Delta del Po, iniziarono con metodi sistematici
agrari la coltura del riso nei territori appena bonificati in
Provincia di Rovigo, ma saranno soprattutto nell'800 i nuovi
proprietari borghesi, alcuni di questi di origine ebraica, come i
Lattis, i Piavenna ed i Sullam che allargheranno su vasta scala
questa coltura. Testi e disegni relativi alla zona del delta,
risalenti all'epoca, testimoniano la presenza del riso nel delta.
In Provincia di Rovigo e Ferrara l'estensione delle risaie fino
al 1950 si manteneva elevata; le alluvioni del 1951, 1957, 1960 e
1966 causarono una notevole revisione dei piani colturali aziendali
fino ad arrivare agli anni '80 con una restrizione notevole della
coltivazione dettata soprattutto da problemi di carattere
economico-gestionale, per poi riprendere negli anni '90.

Art. 7.
Riferimenti relativi alle strutture di controllo

La verifica del rispetto del disciplinare e' svolta conformemente
a quanto stabilito dall'art. 37 del regolamento (UE) n. 1151/2012.
L'autorita' preposta alla verifica del disciplinare di produzione e'
l'Ente nazionale risi - via San Vittore n. 40 - 20123 Milano - Tel.
+39 028855111 - Fax +39 02861372, e-mail: info@enterisi.it.

Art. 8.
Confezionamento ed etichettatura

La commercializzazione del «Riso del delta del Po» - I.G.P., ai
fini dell'immissione al consumo deve essere effettuata dopo apposito
confezionamento che consenta di apporre uno specifico contrassegno.
Il riso viene immesso in confezioni adatte ad uso alimentare e
puo' essere confezionato anche in sottovuoto o in atmosfera
controllata.
I contenitori devono essere sigillati in modo tale da impedire
che il contenuto possa essere estratto senza la rottura della
confezione.
Oltre alle prescritte condizioni di legge sui contenitori
dovranno apparire:
1) la dicitura «Riso del delta del Po» accompagnata da
«Indicazione geografica protetta» (oppure sotto forma di acronimo
«I.G.P.») con caratteri di adeguata dimensione (testo di corpo minimo
7 pt);
2) il logo della denominazione avente dimensioni minime di mm
40×25. Anche nel caso le dimensioni del logo siano maggiori, per le
sue misure dovra' essere mantenuta la proporzione; nella confezione
dovra' essere indicato la varieta' in purezza di cui all'art. 2 e
cioe' Carnaroli, Volano, Baldo, Arborio, Cammeo, Karnak, Telemaco,
Caravaggio, Keope; potra' essere inserita la tipologia di trattamento
prevista dalla normativa vigente;
3) il simbolo I.G.P. dell'Unione europea.
Il logo ufficiale del prodotto «Riso del delta del Po» e'
composto da una fascia ellittica di colore bianco panna (pantone 1205
C) di colore verde (pantone 557 C). All'interno di suddetta fascia vi
sono le scritte «Riso del delta del Po», sulla meta' superiore e
«Indicazione geografica protetta» su quella inferiore, entrambe in
maiuscolo di colore verde (pantone 557 C). Entrambe le scritte hanno
carattere century gothic grassetto.
Nell'interno della suddetta fascia, in campo verde (pantone 557
C), a destra e a sinistra sono presenti figure tipiche del Delta del
Po (canne palustri ed uccelli stilizzati) di colore bianco panna
(pantone 1205 C), al centro si trova una donna stilizzata con un
fascio di riso in colore giallo (pantone 117 C).
Di seguito i codici dei colori:
pantone solid coated
panna: 1205 C;
verde: 557 C;
giallo: 117 C;
quadricromia CMYK:
panna: C0 M3 Y43 K0;
verde: C48 M4 Y35 K10;
giallo: C7 M28 Y100 K12.

Riso del delta del Po

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