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Soave Superiore Docg

Pubblicato da disciplinare

I vini a denominazione di origine controllata e garantita Soave Superiore devono esse ottenuti dalle uve prodotte da vigneti Garganega: almeno il 70%; Trebbiano di Soave (nostrano) e Chardonnay: massimo 30%.

Le uve atte a produrre i vini a denominazione di origine controllata Soave Superiore devono essere prodotte nella zona che comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Soave, Monteforte d'Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Illasi e Lavagno in provincia di Verona.

Pubblicazione della comunicazione di approvazione di una modifica ordinaria al disciplinare di produzione di un nome nel settore vitivinicolo di cui all’articolo 17, paragrafi 2 e 3, del regolamento delegato (UE) 2019/33 della Commissione

(2020/C 72/15)

La presente comunicazione è pubblicata conformemente all’articolo 17, paragrafo 5, del regolamento delegato (UE) 2019/33 della Commissione (1).

COMUNICAZIONE DELL’APPROVAZIONE DI UNA MODIFICA ORDINARIA

«SOAVE SUPERIORE»

Numero di riferimento: PDO-IT-A0473-AM04

Data della comunicazione: 2 dicembre 2019

DESCRIZIONE E MOTIVI DELLA MODIFICA APPROVATA

1.   Integrazione formale

Descrizione e motivi

Descrizione

aggiunta della parola «Garantita» a «Denominazione di Origine Controllata».

Motivo

Trattasi di correzione di refuso dal disciplinare precedente, per indicare correttamente la menzione specifica tradizionale utilizzata dall’Italia per designare i prodotti vitivinicoli DOP.

2.   Forme di allevamento della vite

Descrizione e motivi

Sono state ampliate le forme di allevamento della vite con GDC e pergola in tutte le sue varianti, specificata la carica massima di gemme per ettaro e cancellato il riferimento al DM 11 luglio 2005, sostituendo il paragrafo:

«Per gli impianti realizzati dopo l’entrata in vigore del DM 11.07.05 devono essere utilizzate esclusivamente le forme di allevamento a spalliera semplice. Per gli impianti già esistenti alla data dell’entrata in vigore del presente disciplinare le viti possono essere allevate a pergola veronese con potatura tradizionale che assicuri l’apertura nell’interfila.»

con il seguente paragrafo:

«Le viti devono essere allevate a spalliera o GDC o a pergola in tutte le sue forme ove sia assicurata un’apertura nell’interfila o sul filare e una carica massima di 50 mila gemme ad ettaro per tutti i sistemi di allevamento della vite..».

Motivi

Questa modifica risponde alla necessità di adeguare il disciplinare alle nuove dinamiche di evoluzione dei più moderni e innovativi sistemi di allevamento (in particolare le varie nuove forme della pergola) e alla necessità di rispondere, dal punto di vista agronomico, al cambiamento climatico.

Questa variazione riguarda l’articolo 4, comma 3 del disciplinare di produzione e non modifica il Documento Unico.

3.   Utilizzo nell’etichettatura dei vini DOP «Soave Superiore» delle Unità Geografiche Aggiuntive

Descrizione e motivi

Descrizione

Per i vini a DOP «Soave Superiore» è consentito il riferimento a Unità Geografiche Aggiuntive più piccole della zona di produzione della denominazione, localizzate all’interno della stessa zona di produzione ed elencate in una lista, a condizione che il prodotto sia vinificato separatamente e appositamente rivendicato nella denuncia annuale di produzione delle uve.

Motivi

Con l’utilizzo del riferimento ad unità geografiche di particolare pregio, più piccole, localizzate all’interno della zona di produzione delimitata, ed individuate dopo un attento lavoro di zonazione, si è voluto meglio identificare la provenienza del vino e quindi rafforzare il suo legame con il territorio.

Questa variazione riguarda l’articolo 7 del disciplinare e la sezione 1.9 - Ulteriori condizione - del Documento Unico..

4.   Indicazione forme di allevamento della vite

Descrizione e motivi

Descrizione

In conseguenza dell’ampliamento delle forme di allevamento della vite è stata sostituita la frase:

«Abbiamo quindi la possibilità di valorizzare le vigne storiche allevate con la classica pergola veronese e nel caso di nuovi impianti, il sistema di allevamento dovrà essere rigorosamente a spalliera.»,

con la seguente frase:

«Abbiamo quindi la possibilità di valorizzare le vigne storiche allevate con la classica pergola veronese, con le sue successive evoluzioni, a spalliera od a GDC.».

Motivi

Si tratta di una conseguenza dell’ampliamento relativo alle forme di allevamento della vite apportata all’articolo 4, comma 3 del disciplinare.

Questa variazione riguarda l’articolo 9 del disciplinare di produzione e non modifica il Documento Unico.

DOCUMENTO UNICO

1.   Nome del prodotto

Soave Superiore

2.   Tipo di indicazione geografica

DOP - Denominazione di origine protetta

3.   Categorie di prodotti vitivinicoli

1.

Vino

4.   Descrizione del vino (dei vini)

«Soave superiore», anche nelle versioni riserva e classico

I vini presentano un colore giallo paglierino, a volte intenso con possibili riflessi verdi e oro; odore ampio, caratteristico floreale; sapore pieno e delicatamente amarognolo. Nei prodotti maturati in legno il sapore può essere più intenso e persistente, anche con note di vaniglia.

Titolo alcolometrico volumico totale minimo 12,00 % vol (12,50 per menzione Riserva); estratto non riduttore min. 19,0 g/l.

Gli altri parametri analitici che non figurano nella sottostante tabella rispettano i limiti previsti dalla normativa nazionale e dell’UE

Caratteristiche analitiche generali

Titolo alcolometrico totale massimo (in % vol)

 

Titolo alcolometrico effettivo minimo (in % vol)

 

Acidità totale minima

4,5 in grammi per litro espresso in acido tartarico

Acidità volatile massima (in milliequivalenti per litro)

 

Tenore massimo di anidride solforosa totale (in milligrammi per litro)

 

5.   Pratiche di vinificazione

a.   Pratiche enologiche essenziali

ASSENTI

b.   Rese massime

«Soave superiore»; «Soave Superiore» riserva; «Soave superiore» classico

70 ettolitri per ettaro

6.   Zona geografica delimitata

Le uve per la produzione del «Soave Superiore» sono prodotte nella zona che comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Soave, Monteforte d’Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara. San Giovanni Ilarione, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Illasi e Lavagno in provincia di Verona. Per la produzione del «Soave superiore» designabile con la menzione classico, la zona è delimitata alla lettera b) dell’art.3 del disciplinare. La delimitazione puntuale dei confini dell’area della denominazione è definita all’art. 3 del disciplinare di produzione.

7.   Varietà principale/i di uve da vino

Chardonnay B.

Trebbiano di Soave B. - Trebbiano

Garganega B.

8.   Descrizione del legame/dei legami

Soave Superiore

Le sostanze minerali contenute nei suoli basaltici della zona influenzano in modo particolare i processi fermentativi dei mosti ottenuti da uve Garganega e Trebbiano di Soave, conferendo un carattere tipico di sapidità ai vini. I sistemi di allevamento tradizionali a Pergola Veronese consentono una buona maturità e sanità delle uve, fondamentali per ottenere gradazioni zuccherine medio-alte con buoni equilibri acidi, peculiarità di questo prodotto. Il Soave Superiore è un vino importante che secondo disciplinare necessita di alcuni mesi di affinamento prima del commercio al fine di migliorarne la struttura e l’evoluzione aromatica.

9.   Ulteriori condizioni essenziali (confezionamento, etichettatura, altri requisiti)

Imbottigliamento in zona

Quadro di riferimento giuridico:

Nella legislazione nazionale

Tipo di condizione supplementare:

Imbottigliamento nella zona geografica delimitata

Descrizione della condizione:

Conformemente all’articolo 8 del Reg. CE n. 607/2009, l’imbottigliamento o il condizionamento del vino a denominazione di origine controllata e garantita «Soave superiore» devono aver luogo in tutto il territorio amministrativo della provincia di Verona, come previsto nel disciplinare, al fine di salvaguardare la qualità e la reputazione, nonché garantire l’origine e l’efficacia dei controlli.

Impiego delle Unitià Geografiche Aggiuntive

Quadro di riferimento giuridico:

Nella legislazione unionale

Tipo di condizione supplementare:

Disposizioni supplementari in materia di etichettatura

Descrizione della condizione:

Nella designazione e presentazione dei vini «Soave Superiore» e «Soave Superiore» Classico è consentito fare riferimento alle seguenti Unità Geografiche Aggiuntive:

1.

Brognoligo

2.

Broia

3.

Ca’ del vento

4.

Campagnola

5.

Carbonare

6.

Casarsa

7.

Castelcerino

8.

Castellaro

9.

Colombara

10.

Corte del Durlo

11.

Costalta

12.

Costalunga

13.

Coste

14.

Costeggiola

15.

Croce

16.

Duello

17.

Fittà

18.

Froscà

19.

Foscarino

20.

Menini

21.

Monte di Colognola

22.

Monte Grande

23.

Paradiso

24.

Pigno

25.

Ponsara

26.

Pressoni

27.

Roncà - Monte Calvarina

28.

Rugate

29.

Sengialta

30.

Tenda

31.

Tremenalto

32.

Volpare

33.

Zoppega

Link al disciplinare del prodotto

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14703


Specificità della zona geografica
Fattori naturali
Dal punto di vista climatico la zona collinare della denominazione è favorita da un clima mite e temperato con precipitazioni comprese tra i 700 e i 1000 mm l’anno concentrate revalentemente in primavera ed autunno. Per queste sue caratteristiche viene definito un clima temperato umido ad estate calda. L’altitudine dei vigneti varia dai 35 mt. l.m. dell’area pedecollinare ai 380 mt delle colline più elevate con pendenza variabile e con esposizione prevalentemente verso est, sud ed ovest.
Ci si trova quindi di fronte, nella maggior parte dei casi, a dei suoli costituiti da substrati di rocce basaltiche decomposte che hanno dato origine a loro volta a suoli franco-argillosi di colore tipicamente scuro, debolmente o per nulla alcalini, dal buon drenaggio ma con una buona capacità di immagazzinare risorse idriche nel corso dell’anno, per poi cedere le stesse lentamente
all’apparato radicale della vite durante il ciclo vegetativo.
Le sostanze minerali contenute in questi suoli vanno ad influenzare in modo importante i processi
fermentativi dei mosti ottenuti con le uve garganega ivi coltivate, conferendo un carattere tipico di pienezza e sapidità ai vini, che diviene evidente con il passare degli anni e che costituisce una peculiarità assoluta del Soave Superiore, soprattutto se confrontato con prodotti ottenuti con le stesse uve ma al di fuori di questa zona di produzione.


Fattori umani e storici
Il territorio di Soave era già in epoca romana un “pagus” cioè un distretto campagnolo vitivinicolo
circoscritto, noto per la sua buona posizione e per l’intensità delle coltivazioni. Dalle uve si ottenevano anche peculiari vini “acinatici”, risultato di un tradizionale metodo di appassimento delle uve, come citato al tempo del re goto Teodorico in alcune epistole (A.D. 503), che raccomandava ai produttori veronesi di ricercare per la mensa reale questi vini “soavissimi e corposi”, e di non dimenticare quello ottenuto dalle uve bianche che “riluce come lattea bevanda, di chiara purità… di gioviale candidezza e di soavità incredibile”. Nel 680 dC testimonianze indicano l’uso della pergola veronese, forma tradizionale di allevamento della vite in questa zona, utilizzata ancora oggi.
Un’importante testimonianza della cultura vitivinicola di questi luoghi nel Medioevo appare su una
lapide muraria del Palazzo di Giustizia di Soave, datata 1375.
La crescita della produzione e della rinomanza dei vini Soave ha portato nel 1924 ad un primo provvedimento di tutela per la difesa di vini tipici, seguito dalla nascita del Consorzio per la difesa del Vino Tipico Soave. Studi approfonditi finalizzati a delineare le caratteristiche specifiche dei vini e a delimitare la zona di produzione, furono il presupposto per richiedere ed ottenere dal Ministero italiano, nell’ottobre del 1931, il riconoscimento della prima zona delimitata per la produzione del “Vino Tipico Soave”. L’atto ufficiale di riconoscimento è il Regio Decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.289 del 16/12/1931, sulla base del quale nel 1968 è stata delimitata la zona storica della DOC Soave Classico (DPR 21 agosto 1968, modificato nel 2002 con il D.M. 6 settembre 2002). Attualmente il comprensorio del Soave esprime un considerevole numero di eccellenze enologiche che vengono ogni anno premiate dalle principali guide internazioni del settore. Notevoli e costanti i riconoscimenti ottenuti anche nei principali concorsi enologici in tutto il mondo.
La DOCG per il Soave Superiore è stata riconosciuta con il Decreto del Ministero Politiche agricole del 29 ottobre 2001, riconoscendo il particolare pregio di questa tipologia già inserita dell’originale disciplinare della DOC Soave e nel Decreto del Presidente della Repubblica del 20 maggio 1968.
L’azione dei viticoltori è in questo caso essenziale. Si tratta di selezionare i migliori vigneti nell’ambito delle sole zone collinari del Soave. Abbiamo quindi la possibilità di valorizzare le vigne storiche allevate con la classica pergola veronese e nel caso di nuovi impianti, il sistema di allevamento dovrà essere rigorosamente a spalliera.
E’ indispensabile quindi che gli operatori identifichino una zona di alto livello ed un attento contenimento delle rese. Si tratta di gestire in maniera equilibrata i migliori vigneti della denominazione, valorizzando al meglio ogni singolo areale selezionato. Ogni grande bianco non può essere pronto in pochi mesi, dunque un altro aspetto essenziale è la conservazione sulle fecce per alcuni mesi prima dell’imbottigliamento e della messa in commercio. In questa fase il vino rivendica alle fecce il suo vero carattere, lo assimila, si stabilizza, è possibile che compia la fermentazione malo lattica, e dunque la sua fisionomia si fa decisamente più sfaccettata ed interessante. L’obiettivo è quello di ottenere un vino bianco importante, molto strutturato e dopo un adeguato affinamento destinato a durare per alcuni anni in bottiglia.


b) Specificità del prodotto
La Garganega non possiede un’aromaticità spiccata ma un piccolo patrimonio di profumi di cui la mandorla e i fiori bianchi sono i più nitidi; ha uno sviluppo biologico molto lungo, tanto da giungere a maturazione in ottobre; ha una buccia dura e particolarmente gialla (quasi rossa) quando è matura. Non ha un’acidità preponderante ma piuttosto un interessante equilibrio di estratti e zuccheri. Quando le rese sono limitate come nel Soave Superiore, queste caratteristiche peculiari diventano più evidenti, delineando un profilo ideale per un vino bianco longevo.
Il Trebbiano di Soave storicamente molto presente nei vigneti ha lasciato sempre più posto all’esuberanza della Garganega. Solo in questi ultimi anni sta riproponendosi come ideale partner per tracciare nuovi profili enologici per il Soave del futuro combinando la sua sapidità e vivacità con la struttura e la densità tipiche della Garganega.
Il Soave Superiore è quindi un vino bianco importante con un colore giallo deciso pur conservando i riflessi verdognoli tipici del Soave. I profumi fruttati e floreali saranno evidenti, ampi e profondi con la caratteristica di evolvere nel corso del tempo. In bocca il gusto sarà pieno, rotondo ed intenso, conservando ed anzi evidenziando una nota amara nel finale, propria della Garganega coltivata in questa area.


c) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto
Le sostanze minerali contenute in questi suoli influenzano in modo particolare i processi fermentativi dei mostri ottenuti con le uve Garganega qui coltivate, conferendo un carattere tipico di sapidità ai vini, che diviene evidente con la maturità del prodotto e che costituisce una peculiarità assoluta del Soave Superiore.
I sistemi di allevamento, frutto dell’esperienza dei viticoltori, favoriscono il mantenimento dei precursori aromatici, particolarmente sensibili alle alte temperature, consentendo il continuo controllo della qualità, del livello di maturazione e di sanità dei grappoli. Le pendenze dei suoli e la composizione degli stessi premettono lo sgrondo delle acque e la concentrazione delle sostanze
nutritive.
Ma sono soprattutto le condizioni climatiche di questi vigneti collinari a determinare la produzione di significative quantità di precursori aromatici che consentono di esaltare le caratteristiche organolettiche e i sentori tipici dei diversi vitigni (floreale, fruttato ecc.).
Le specifiche competenze tecniche dei viticoltori e adeguate pratiche agronomiche sono in grado di ottenere gradazioni zuccherine medio-alte e buoni equilibri acidi.
Nel Soave Superiore proprio perché originato nei vigneti a più alta vocazione e con una precisa gestione delle vigne, ritroviamo con ancora più forza i caratteri tipici del Soave. Garganega e Trebbiano di Soave trasferiscono in questo vino il massimo delle loro caratteristiche, soprattutto se esaltate da suoli di origine vulcanica. Tale tipologia di suoli e le peculiari giaciture spesso molto
acclivi dei vigneti permettono di dotare i vini bianchi di grande struttura e concentrazione, grazie anche a vendemmie ritardate, senza perdere un’ottima componente acidica. Sono vini importanti 
che come stabilito dal disciplinare hanno bisogno di alcuni mesi di affinamento e non possono entrare in commercio prima del mese di settembre dell’anno successivo alla vendemmia.

VITIGNI

GARGANEGA B. (MAIN)
** TREBBIANO DI SOAVE B. (MAIN)

 

 

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