Domo Rosada Sardegna - Appartamenti turistici e camere per affitti breviDomo Rosada Sardegna - Appartamenti turistici e camere per affitti brevi

Siete qui : Home » articolo » San Torpè Doc

San Torpè Doc

Pubblicato da disciplinare

I vini Doc San Torpè devono essere ottenuti dalle uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: San Torpè bianco: Trebbiano toscano: minimo 50%.
«San Torpè» rosato: Sangiovese: minimo 50%.totale
«San Torpè» Chardonnay: Chardonnay: minimo 85%.
«San Torpè» Sauvignon: Sauvignon: minimo 85%.
«San Torpè» Trebbiano: Trebbiano toscano: minimo 85%.
«San Torpè» Vermentino: Vermentino: minimo 85%.
«San Torpè» Vin Santo e « San Torpè» Vin Santo riserva: Trebbiano toscano e Malvasia bianca lunga: da soli o congiuntamente, fino al 100%.
Le uve destinate alla produzione del vino a Denominazione di Origine Controllata San Torpè debbono provenire dalla zona di produzione della Regione Toscana che comprende l’intero territorio amministrativo dei seguenti Comuni: Casciana Terme, Capannoli, Chianni, Crespina, Lari, Palaia, Ponsacco e Terricciola, nonché parte del territorio amministrativo dei seguenti Comuni: Cascina F Fauglia, Lajatico, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Peccioli Pontedera, Santa Luce e S. Miniato in provincia di Pisa e del comune di Collesalvetti in provincia di Livorno.

La zona geografica delimitata è situata all’interno dei Comuni di : Casciana Terme, Capannoli,
Chianni, Crespina, Lari, Palaia, Ponsacco e Terricciola, nonché parte del territorio amministrativo
dei seguenti Comuni: Cascina Fauglia, Lajatico, Lorenzana, Montopoli Valdarno, Peccioli
Pontedera, Santa Luce e S. Miniato in provincia di Pisa e del comune di Collesalvetti in provincia di Livorno. Per quanto riguarda il profilo climatico generale, non si rilevano sostanziali differenze
rispetto ai dati della Toscana Centrale, se non una maggiore mitigazione dall’influsso della costa
tirrenica soprattutto nei comuni più occidentali. Le temperature oscillano intorno ai 15 gradi, con
una media nel periodo invernale di + 6 °, e nel periodo estivo di + 24°: La piovosità media totale
annua non supera i 780 mm, con precipitazioni concentrate nei mesi autunno/invernali (circa il 60% delle piogge) ed il restante in primavera/estate (circa il 30% in primavera ed il 10% in estate). Le condizioni climatiche che si riscontrano nella zona sono tali da creare un abitat particolarmente idoneo alla viticoltura di qualità. Le temperature non sono mai particolarmente ostili, ma anzi nel periodo primaverile favoriscono, con la loro mitezza, un equilibrato sviluppo vegetativo, una ottima fioritura ed allegagione. Le temperature estive e l’insolazione, garantiscono sempre una ottima maturazione ed il raggiungimento di ottimali indici di maturazione per tutte le cultivar di vite coltivate. Eventi meteorici particolarmente dannosi quali gelate primaverili e siccità prolungate ricadono solo molto raramente Morfologicamente la zona è caratterizzata da rilievi collinari dolci di non elevata altitudine, con punte massime di altezza di 400 m s.l.m. con una media prevalente dell’altitudine di 250 m s.l.m. . Dal punto di vista geologico la zona mostra caratteri molto eterogenei, con prevalenza di formazioni calcaree ed argillo/scistose. I suoli sono in prevalenza a tessitura franco-argillosa e franco-limosa, derivati dalle formazioni calcaree e la loro profondità è generalmente media. Si riscontrano anche terreni originatisi da sabbie e argille del pliocene. Le caratteristiche del suolo agrario dell’intera area sono spiccatamente favorevoli alla coltivazione della vite, con strettissime analogie alle situazioni più tipiche della Toscana centrale e collinare. La tessitura evidenzia frazioni granulometriche dal medio impasto, dal medio impasto sabbioso e dal medio impasto argilloso. La reazione del terreno è essenzialmente subalcalina, con presenza anche di ph neutro ed in minor misura alcalino .La presenza di sostanza organica è generalmente al di sotto della media come la dotazione di azoto totale. Buona invece la dotazione di fosforo assimilabile e talvolta molto elevata quella di potassio assimila . La capacità idrica dei suoli in generale è alta, per cui l’irrigazione è utilizzata solo in rari casi, e comunque sempre come operazione di soccorso.


A2) Fattori umani rilevanti per il legame.
E' nella pubblicazione " Viticoltura e enologia" di Pollacci del 1883 che vengono indicati, come
ideatori e fautori dell'esportazione del vino in Toscana, in tutta Italia e all'estero il Barone Ricasoli e il Toscanelli, coadiuvati dai negozianti Gianfanelli di Livorno, Fratelli Conti e Carlo Mantelli di
Firenze e Luigi Laborel Merini di Firenze.
A seguito della creazione di un primo modello di mercato estero e non, nasce l'esigenza di far
conoscere i propri prodotti nella terra d'origine. Si ricava così dagli Atti del Comizio Agrario di
Pisa, tenutosi nel 1884, la decisione di nominare un rappresentate di ogni Comune della Provincia
di Pisa assieme ai Comitati agrari locali, su esortazione del Prefetto di Pisa, al fine di organizzare
nel 1885 la prima fiera di Vini e Oli pisani.
E'del 1891 l'Albo dei viticoltori e negozianti della Regione Toscana in cui troviamo: Cancellieri
cav. Antonio ( Cecina), Cotanti Conte Giacinto ( Pisa), Cioni Cesare ( Lari), Corani Mario e Filippo
( Lusingano), D'acchiardi Antonio ( Pisa), Del Frate Francesco (Palaia), Feroci avv. Demetrio (
Usigliano di Lari), Marini Gioacchino ( Cecina), Mastioni- Brunicci conte Francesco ( Pisa), Norci
Emilio ( Cavoli), Rocuh dottor Vittorio ( Terricciola), Salviati duca Scipione ( Vecchiano), Salviati
principe Antonio ( Pisa), Toscanelli com. Giuseppe ( Pontedera).
Ciò a dimostrare quanto già fosse sviluppata l'attività enologica in provincia di Pisa, a proposito
della quale il dottor Sirio Martini, nel libro " I Pregiudizi nella coltivazione della vite in Toscana"
del 1897, scrive: "(...) una delle cause principali dell'inferiorità dei nostri vini è quella di non saper troppo bene adattare il vitigno alle varie condizioni. Anche il mercato ha le sue esigenze e deve sempre riconoscersi come il grande regolatore della produzione".
Forse queste parole, alla luce della situazione attuale, e lontane da una contemporanea analisi di
mercato possano farci riflettere sul significato del termine mercato, come appunto regolatore di
produzione determinato oltre che dal incrocio della domanda e dell'offerta anche dalle continue
varianti sociologiche che non possono trascurarsi per avere un aggiornato " polso " della situazione.
Spostando l'attenzione sui prezzi e le qualità del vino consigliate e prodotte all'epoca dobbiamo
rifarci al periodico ( monitore pratico) " La Toscana vinicola e olearia" diretta dal Cav. Ranieri Pini,
del agosto 1899, dove si scrive a proposito delle campagne toscane, specificatamente su Faglia: " Il prezzo del vino va sensibilmente elevandosi sia perché le buone qualità vanno ogni giorno
restringendosi in poche cantine sia per la scarsa promessa del raccolto. I vini bassi si vendono dalle 18 alle 24 lire al quintale, quelli di prima qualità dalle 28 alle 35.
Bisogna che i Toscani pensino seriamente a proteggere i loro vini genuini perché i vini da pasto sul tipo toscano, si cominciano a fare a pezzi moderatissimi in ogni regione d'Italia". A seguire gli Atti della Riunione dei Viticoltori Toscani, tenutasi a Pistoia dal 20 al 23 settembre 1899.
Relatore il Professor Vannuccio Vannuccini, direttore dell'Istituto agrario di Arezzo. Intervento: " I
vitigni toscani più raccomandabili".
" Fra i vitigni ad uva nera, il posto d'onore va al San Giovato dolce e grasso. Sono sinonimi del
primo il Prugnolo, il Morellino... del secondo il Chiantino, il Prugnolino. Il San Giovato da una
produzione media ma costante. Poi il Canaiolo nero. Fra le uve bianche la Malvasia al posto d'onore perché produce vino delicato e aromatico e perché insieme al Canaiolo e al San Gioveto compone il vero tipo del vino chianti. Poi il Trebbiano che può benissimo sostituire la Malavasia. Altri ottimi vitigni bianchi sono il Bottaio, il Greco, la Verdea e la Colombana.. Fra i vitigni più raccomandabili sono:
A) zona insulare e litoranea: anzonica, biancone, san giovato. B) zona continentale: in collina;
san giovato, Lanaiolo nero, colorino, trebbiano, malvasia, canaiolo bianco. Zona monti; san giovato dolce, morellino, trebbiano.". Da questo intervento e consultando le riviste e i testi di enologia dell'epoca emerge che i tipi di vitigni coltivati non erano secondo ispirazione o selezione privata, ma secondo gli indirizzi degli enti comuni, che sostenevano il coltivatore e produttore nelle difficoltà che avrebbe incontrato sia dal punto di vista agricolo che commerciale. Da qui anche la nascita preponderante dei consorzi e delle cattedre ambulanti di agricoltura. 
Il 1° ottobre sempre del 1899 si tiene la riunione dei viticoltori della Provincia di Pisa allo scopo di
far votare al governo provvedimenti più utili e opportuni contro la fillossera della provincia stessa.
Dagli atti: " (...) il Dottor Tabler tendente a nominare una commissione che con i rappresentati degli enti agrari della provincia possa con calma e competenza suggerire provvedimenti più indicati per la difesa della viticoltura locale. Tale proposta viene respinta e si appoggia l'ordine del giorno dell'Avv. Marconi di lari che invoca l'abbandono completo del sistema distruttivo dell'intera
provincia e fa voti che l'iniziativa privata sia coadiuvata dal governo e dagli Enti per promuovere
l'impianto di vivai comunali di viti americane". A proposito della fillossera è da ricordare senza
indugio il Consorzio Antifilloserico guidato da Gambini dott. Oreste, Cioni Fortuna avv. Guido,
Venerasi- Pesciolini conte G.B., Ferrini Giuseppe e Fossetti avv. Italo.
Lo scopo del consorzio, secondo il bollettino mensile " Il Progresso agricolo" della cattedra
ambulante di agricoltura, per la Provincia di Pisa, del 1908 era: scopo anti infezione filloserica,
diffusione pubblicazioni buona pratica, contribuire al progresso della viticoltura, fornire ai soci il
legno americano e quanto può loro occorrere per la difesa e la ricostituzione dei vigneti.
Sempre sul bollettino si legge : " (...) il vino toscano ha ormai acquistato una fama mondiale, ma il commercio di esso è disorganizzato e privo di tutela. Si uniscano i viticoltori della Provincia di Pisa e i componenti del Consorzio Antifillosera alla Società Viticoltori di Firenze".
Siamo nel 1923, quando Ottavio Ottavi in " Enologia teorico-pratica" parla dell'andamento
commerciale facendone una sintesi: " La Toscana esporta i suoi vini in tutte le regioni italiane e
all'estero. Le spedizioni avvengono specialmente dalle province di Siena, Firenze, Arezzo, Pisa e da parte di quella di Lucca per i vini rossi.
L'esportazione dei vini in bottiglia all'estero (Germania, Francia, Svizzera, Malta, Egitto,
Montenegro, Turchia Europea, Argentina) ha avuto un aumento considerevole fino al principio
della guerra mondiale". E' invece del triennio 1924-1926 la breve analisi del commercio vinicolo
nei principali paesi importatori di vino italiano, tratta da la rivista mensile " Italia Agricola" del
1928. " Francia: la generalità dei vini che la Francia richiede appartiene alla categoria dei vini da
taglio e da mezzo taglio. Nel 1924 ha ritirato poco meno di 750 mila ettolitri di vino. Brasile:
L'Italia guadagna terreno.
Su " Italia Agricola", rivista mensile illustrata, il Dottor G. Tedeschini scrive : " La Toscana è la
regione classica del vino da pasto. Essa è anche patria del simpatico fiasco. Le caratteristiche di
finezza del vino toscano vengono in buona parte dai vitigni fra i quali dominano il San Giovese, il
Canaiolo e il Trebbiano". Andando avanti quasi di dieci anni per arrivare al 1935, si deve
considerare la rivista Il processo Agricolo" in cui troviamo che durante il II0 Congresso Barmans,
Maitres d'Hotel e Chefs di cucina per la conoscenza e la valorizzazione dei vini italiani, tenuto nel
1933, in Toscana si lamentò la mancanza di pubblicazioni rivolte a una migliore conoscenza dei
vini italiani. Fu così che la casa vinicola Barone Ricasoli si assunse l'onere di realizzare
un'iniziativa di tal genere. Vennero pubblicati: "I vini e gli alberghi" di Arturo Marescalchi, " I
caratteri di un vino genuino" di Giuseppe De Astis, " Dove si trovano i miglior vini italiani" di
Giovanni Dal masso.
Dunque un'iniziativa lodevole sia da un punto di vista informativo che pubblicitario. Si pensi alle
difficoltà economiche dell'epoca e alla modernità di tale iniziativa.
Sempre nel 1935, nei vivai del Consorzio Provinciale per la viticoltura di Pisa, si attuano iniziative, come le definisce la stampa di allora " per cultura della vite in campo educativo, morale e commerciale, attraverso corsi per educare maestranze specializzate nelle pratiche vinicole, specialmente nell'innesto; studio dei vitigni americani che meglio si adattano ai vari terreni
della Provincia per la ricostituzione viticola".
I quattro vivai del Consorzio furono organizzati con l'approvazione del Ministero dell'Agricoltura e
delle Foreste. I vivai erano:
- vivaio di Ospedaletto, per la produzione di materiale innestato -vivaio di San Mimato, per la
produzione di Barbatelle
- vivaio di Pontedera, per la produzione di materiale americano da innesto ( talee)
- vivaio di Volterra, per la produzione di materiale misto
La produzione di materiale ceduto agli agricoltori al Vivaio di Pisa, 1934-35 ammonta a :
- barbatelle innestate 87.742
- barbatelle selvagge 19.205
- talee da impianto 51.120
Le barbatelle selvagge, vendute 15 £ al cento, erano di varie varietà. In maggioranza Riparia
Gioire, Riparia Cardifolia, Riparia Rupestris. Le barbatelle innestate, vendute 40£ al cento, si
componevano di San Gioveto, Trebbiano, Ciliegiolo, Lanaiolo e Malvasia. Potevano anche essere
innestate con uva da tavola, Colombana, Regina, Itala, Zibibbo, Moscato di Terracina, Aurora. Le
talee da impianto di varie varietà erano vendute a 4£ al cento. Il patrimonio viticolo provinciale era di circa 789.000 ettari di superfice vitata, il numero delle viti in produzione sui 75 milioni. Questo un primo sguardo sulla storia del vino in Italia, e in special modo in Toscana con riferimenti puntuali alla Provincia di Pisa.


B) Informazioni sulla qualità e sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o
esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico.
La Denominazione di Origine Controllata “San Torpè” è riferita alle tipologie previste dal
disciplinare di produzione, le quali sotto gli aspetti analitici ed organolettici evidenziano
caratteristiche riconoscibile e ben evidenti e peculiari. Le stesse sono descritte all’ art. 6 del
disciplinare. Dette caratteristiche esprimono una chiara appartenenza e tipicizzazione legata
all’ambiente geografico. I vini evidenziano caratteri di grande equilibrio sia dal punto di vista
visivo che olfattivo e gustativo. I vini con l’invecchiamento e l’affinamento si arricchiscono di
profumi e sapori più intensi e consistenti, e vengono ulteriormente esaltate nei vini le potenzialità
del territorio e dell’ambiente pedo – climatiche dal quale derivano le uve. L’intero processo di
produzione delle uve e della loro trasformazione in vino, è improntato sulla ricerca della qualità e
della migliore espressione dei caratteri di tipicità derivanti dalle peculiari caratteristiche
dell’ambiente geografico.


C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A e quelli di cui alla lettera B.
Il particolare ambiente pedo-climatico della zona, e l’ottimale esposizione dei vigneti concorrono a determinare un ambiente nel quale i più importanti elementi naturali favoriscono positivamente tutte le funzioni vegeto – produttive della pianta e la perfetta maturazione delle uve. Nella scelta dei terreni ove collocare i vigneti vengono privilegiate le zone con buona esposizione e giacitura adatti ad una viticoltura di pregio e di qualità. La secolare storia vitivinicola della zona dove insiste la DOC “San Torpè” , è la prova della stretta connessione ed interazione esistente fra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche dei vini ricadenti sotto tale Denominazione.
L’intervento dell’uomo nel corso dei secoli ha tramandato sul territorio le tradzionali tecniche di
coltivazione della vite e di produzione del vino, le quali, durante l’epoca moderna e contemporanea, sono state ulteriormente migliorate ed affinate con il progresso scientifico e tecnologico fino ottenere gli attuali vini rinomati.

VITIGNI PRINCIPALI

Vermentino B (OIV)
* Chardonnay B (OIV)
** MALVASIA BIANCA LUNGA B. (MAIN)
* SAUVIGNON B. (MAIN)
* Sangiovese N (OIV)
** Trebbiano Toscano B (OIV)

VITIGNI SECONDARI

** Biancone B (OIV)
** Bonamico N (OIV)
** Bracciola Nera N (OIV)
* CABERNET FRANC N. (MAIN)
* CABERNET SAUVIGNON N. (MAIN)
* Calabrese N (OIV)
** Caloria N (OIV)
** Canaiolo Bianco B (OIV)
** Canaiolo Nero N (OIV)
** CANINA NERA N. (MAIN)
** Carignano N (OIV)
** CARMENERE N. (MAIN)
** CESANESE D'AFFILE N (MAIN)
* Chardonnay (MAIN)
** CILIEGIOLO N. (MAIN)
** Clairette B (OIV)
** Colombana Nera N (OIV)
** Colorino N (OIV)
** Durella B (OIV)
* Fiano B (OIV)
** Foglia Tonda N (OIV)
** GAMAY N. (MAIN)
** GRECHETTO B. (MAIN)
** Greco B (OIV)
** Groppello di S. Stefano N (OIV)
** GROPPELLO GENTILE N. (MAIN)
** Incrocio Bruni 54 B (OIV)
* LAMBRUSCO MAESTRI N. (MAIN)
** Livornese Bianca B (OIV)
** Malbech N (OIV)
** Malvasia Bianca di Candia B (OIV)
** Malvasia Bianca Lunga B (OIV)
* Malvasia N (OIV)
** Malvasia Nera di Brindisi N (OIV)
** Malvasia Nera di Lecce N (OIV)
** MALVASIA ROSA Rs. (MAIN)
** Mammolo N (OIV)
** Manzoni Bianco B (OIV)
** MARSANNE B. (MAIN)
** Abrusco N (OIV)
* ALBANA B. (MAIN)
** Albarola B (OIV)
* Alicante Bouschet N (OIV)
* ALICANTE N. (MAIN)
* ANCELLOTTA N. (MAIN)
* Ansonica B (OIV)
* BARBERA N. (MAIN)
** Barsaglina N (OIV)
** Mazzese N (OIV)
* MERLOT N. (MAIN)
** Mondeuse n. (OTHER)
* MONTEPULCIANO N. (MAIN)
* MOSCATO BIANCO B. (MAIN)
** MULLER THURGAU B. (MAIN)
** Orpicchio B (OTHER)
** Petit Manseng B (OTHER)
** PETIT VERDOT N. (MAIN)
* PINOT BIANCO B. (MAIN)
* PINOT GRIGIO G. (MAIN)
* PINOT NERO N. (MAIN)
** Pollera Nera N (OIV)
** Prugnolo Gentile N (OIV)
** Pugnitello N (OIV)
** Rebo N (OIV)
** Refosco dal Peduncolo Rosso N (OIV)
* Rieslin renano B. (OTHER)
** RIESLING ITALICO B. (MAIN)
** Roussane B (OIV)
* SAGRANTINO N. (MAIN)
** Sanforte N (OTHER)
* Sauvignon B (OIV)
** Schiava Gentile N (OIV)
* Semillon B. (OTHER)
* SYRAH N. (MAIN)
** TEMPRANILLO N. (MAIN)
* Teroldego N (OIV)
** TRAMINER AROMATICO Rs. (MAIN)
** TREBBIANO TOSCANO (MAIN)
* VERDEA B. (MAIN)
* Verdello B (OIV)
* Verdicchio Bianco B (OIV)
* Vermentino B. (MAIN)
* Vermentino Nero N (OIV)
** Vernaccia di S Gimignano b. (MAIN)
** Viogner B (OIV)

 

Ricerca rapida : Cerca con le categorie Disciplinari, Vini, Docg, Dop o con i tag San Torpè, disciplinare, doc, dop, livorno, pisa, toscana, toscana-docg, vino



Nella stessa categoria