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Ciliegia di Bracigliano IGP - Disciplinare di produzione

Pubblicato da disciplinare
Ciliegia di Bracigliano I.G.P.

La IGP Ciliegia di Bracigliano designa i frutti della specie Prunusavium L. (Rosaceae) riconducibili  alle seguenti cultivar: Spernocchia, Sciazza, Pagliaccia (nota anche come Pagliaccio o Pallaccia),  Don Carmelo, Silvestre, Bigarreau Burlat, Baron Picella, Palermitana e Principe coltivata in alcuni comuni ubicati nelle province di Salerno e Avellino

MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITA' ALIMENTARE E DELLE FORESTE
PROVVEDIMENTO 3 febbraio 2023  

Iscrizione del nome «Ciliegia di Bracigliano» (IGP) nel registro delle denominazioni di origine  protette e delle indicazioni geografiche protette ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualita' dei prodotti  agricoli e alimentari. (23A00873)

(GU n.37 del 14-2-2023)
 
 


IL DIRIGENTE DELLA PQAI IV
della direzione generale per la promozione
della qualita' agroalimentare e dell'ippica

Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive
modifiche ed integrazioni, recante «Norme generali sull'ordinamento
del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni» ed in
particolare l'art. 4, comma 2 e gli articoli 14, 16 e 17;
Visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualita' dei prodotti
agricoli e alimentari;
Considerato che, nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea L
26/10 IT del 30 gennaio 2023 e' stato pubblicato il Regolamento di
esecuzione (UE) 023/184 della Commissione del 23 gennaio 2023 recante
iscrizione di un nome nel registro delle denominazioni di origine
protette e delle indicazioni geografiche protette «Ciliegia di
Bracigliano» (IGP).
Ritenuto che sussista l'esigenza di pubblicare nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana il relativo disciplinare di
produzione affinche' le disposizioni contenute nel predetto documento
siano accessibili per informazione erga omnes sul territorio
nazionale;

Provvede:

alla pubblicazione dell'allegato disciplinare di produzione della
IGP «Ciliegia di Bracigliano» nella stesura risultante a seguito
della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea L
26/10 IT del 30 gennaio 2023 del regolamento di esecuzione (UE)
023/184 della Commissione del 23 gennaio 2023.
I produttori che intendono porre in commercio la IGP «Ciliegia di
Bracigliano» sono tenuti al rispetto dell'allegato disciplinare di
produzione e di tutte le condizioni previste dalla normativa vigente
in materia.
Roma, 3 febbraio 2023

Il dirigente: Cafiero

Allegato

Disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta Ciliegia di Bracigliano IGP


Art. 1.

Denominazione

La indicazione geografica protetta IGP Ciliegia di Bracigliano, e' riservata ai frutti che rispondono  alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Art. 2.

Caratteristiche del prodotto

La indicazione geografica protetta (I.G.P.), «Ciliegia di
Bracigliano», designa i frutti della specie Prunusavium L. (Rosaceae)
riconducibili alle seguenti cultivar: Spernocchia, Sciazza,
Pagliaccia (nota anche come Pagliaccio o Pallaccia), Don Carmelo,
Silvestre, Bigarreau Burlat, Baron Picella, Palermitana e Principe.
La «Ciliegia di Bracigliano» I.G.P. all'atto dell'immissione al
consumo allo stato fresco, deve avere le seguenti caratteristiche
qualitative:
buccia: colore brillante, dal rosso scuro all'amaranto;
polpa: colore da rosso vivo a rosso intenso, di consistenza
elevata semi-aderente al nocciolo;
dimensioni: frutto medio-grosso (calibro minimo ammesso: 20
mm), nocciolo medio, peduncolo di lunghezza da corta a media;
forma: cordiforme, allungata o schiacciata;
resistenza alle manipolazioni del frutto: ottima;
qualita' organolettiche: polpa consistente, mediamente succosa,
sapore dolce-acidulo fruttato, delicato e gradevole.
Tutte le varieta' elencate devono presentare un contenuto
zuccherino non inferiore a 12° brix. All'atto dell'immissione al
consumo fresco i frutti devono essere:
integri, senza danni;
provvisti di peduncolo;
puliti, privi di sostanze estranee visibili;
sani, esenti da marciumi e da residui visibili di fitofarmaci;
esenti da parassiti.
Le ciliegie destinate esclusivamente alla trasformazione possono
essere prive del peduncolo, parzialmente danneggiate e con calibro
minimo di 17 mm, fermi restando gli altri requisiti richiesti dal
Disciplinare di Produzione. Tali frutti possono fregiarsi della
I.G.P. «Ciliegia di Bracigliano» ma non possono essere destinati tal
quali al consumatore finale.

Art. 3.

Zona di produzione

La zona di produzione della «Ciliegia di Bracigliano» I.G.P. di
cui al presente disciplinare, comprende l'intero territorio dei
seguenti comuni ubicati nelle province di Salerno e Avellino:
Provincia di Salerno: Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel San
Giorgio, Cava de' Tirreni, Fisciano, Mercato San Severino,
Pellezzano, Roccapiemonte, Siano.
Provincia di Avellino: Contrada, Forino, Montoro, Moschiano.

Art. 4.

Prova dell'origine

E' necessario monitorare ogni fase del processo produttivo
documentando per ognuna gli input e gli output. Attraverso
l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di
controllo, dei produttori e dei confezionatori, nonche' attraverso la
denuncia tempestiva alla struttura di controllo dei quantitativi
prodotti, e' garantita la tracciabilita' del prodotto. Tutte le
persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno
assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo,
secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo
piano di controllo.

Art. 5.

Metodo di ottenimento

Le condizioni ed i sistemi di coltivazione utilizzati per la
produzione della «Ciliegia di Bracigliano» I.G.P. devono essere
quelli tradizionali della zona e, comunque, atti a conferire al
prodotto che ne deriva, le specifiche caratteristiche qualitative di
cui all'art. 2.
I sesti e le distanze di piantagione, le forme di allevamento e i
sistemi di potatura e di raccolta devono essere quelli in uso
tradizionale nella zona, del tipo a volume o a parete, con una
densita' d'impianto per ettaro compresa tra 600 ed 800 piante. Negli
impianti di cui sopra e' ammessa la presenza di varieta' diverse da
quelle riportate nell'art. 2, ai fini della idonea impollinazione,
nella misura massima del 15% delle piante. Gli impollinatori non
concorrono alla produzione della I.G.P.
La produzione unitaria massima di frutti ammessa a tutela e'
fissata in 25 tonnellate ad ettaro di coltura specializzata.
Fermo restando il limite massimo sopra indicato, la resa per
ettaro dell'impianto in coltura promiscua dovra' essere calcolata in
rapporto alla superficie effettivamente investita. Anche in annate
eccezionalmente favorevoli, la resa per ettaro di ciliegie che
utilizzano la denominazione «Ciliegia di Bracigliano» I.G.P. dovra'
essere riportata a detto limite produttivo, attraverso un'accurata
cernita dei frutti che assicuri la rispondenza del prodotto ai
requisiti qualitativi di cui all'art. 2.
Per quanto riguarda gli impianti produttivi, la tecnica colturale
da adottare, fatta salva la tecnica d'impianto che riguarda i lavori
preparatori, i lavori complementari e la concimazione, e' la
seguente:
cultivar: la scelta per i nuovi impianti e per quelli da
infittire va effettuata, in ogni caso, tra quelle elencate nell'art.
2;
portainnesti: sono ammessi tutti i portainnesti idonei per il
ciliegio dolce, in relazione alle caratteristiche pedoclimatiche
dell'area e delle cultivar elencate nell'art. 2;
innesti: possono essere effettuati a «marza» (a triangolo e a
spacco in fase di dormienza, a corona in fase vegetativa) oppure a
«gemma» nel periodo vegetativo.
materiale di propagazione: deve rispondere alle caratteristiche
varietali di cui all'art. 2 ed essere conforme alle normative
nazionali e comunitarie;
sistemi e distanze di piantagione: sono ammessi tutti i sesti
di impianto, purche' siano garantiti l'illuminazione e
l'arieggiamento delle chiome nella fase produttiva delle piante;
concimazione: il piano di concimazione prevede che gli elementi
da apportare devono essere finalizzati al raggiungimento e/o al
mantenimento di un sufficiente livello di fertilita' dei suoli in
ragione delle asportazioni della coltura e delle perdite per
immobilizzazione e lisciviazione.
Potatura e forma di allevamento: e' prevista l'esecuzione annuale
di potatura al bruno per assicurare una produzione di qualita'
costante negli anni; le piante devono essere mantenute in buona
efficienza vegetativa e produttiva anche ricorrendo a interventi
straordinari di riforma volti ad eliminare le parti legnose deperite
e non piu' funzionali.
Gestione del suolo: sono ammesse tutte le tecniche tradizionali
di gestione del suolo; ove consentito dalle condizioni
pedoclimatiche, dalla disponibilita' di acqua irrigua e dalla
tipologia di impianto, e' adottata la tecnica dell'inerbimento,
temporaneo o permanente, parziale o totale, con conseguente sfalcio
periodico della cotica erbosa.
Irrigazione: sono da ritenere validi tutti i metodi di
distribuzione dell'acqua.
L'utilizzo di regolatori di crescita per l'incremento
dell'allegagione e del calibro dei frutti e prevenzione dello spacco
e' ammesso nei termini previsti dalla normativa vigente. E' ammessa
la copertura dei fruttiferi con teli di plastica per prevenire il
cracking indotto dalle piogge.
Raccolta: deve essere effettuata a mano; essa ha inizio nella
prima decade di maggio di ogni anno e termina entro la terza decade
di luglio. Le ciliegie devono essere raccolte a mano provviste di
peduncolo.
Operazioni post-raccolta: le ciliegie vanno commercializzate
entro le 48 ore dalla raccolta; trascorso tale termine devono essere
conservate in locali refrigerati/umidificati. Gia' in ambito
aziendale deve essere eseguita la cernita per eliminare i frutti di
scarto e con pezzatura insufficiente.
Conservazione: E' ammesso il ricorso a tecniche di
frigo-conservazione in celle frigorifere, evitando di scendere a
temperature inferiori a -0,5 °C e di superare il 90% di umidita'
relativa. Il tempo massimo per la frigo-conservazione dei frutti e'
di quattro settimane.

Art. 6.

Legame con l'ambiente

Il legame tra la «Ciliegia di Bracigliano» e la zona geografica
si basa sulla qualita' del prodotto e su una forte reputazione
maturata nel tempo.
Nell'ambito del territorio di produzione, il ciliegio trova
infatti le migliori condizioni per l'ottimale vegetazione della
pianta e il regolare sviluppo dei frutti.
L'orografia e' prevalentemente collinare. Dal punto di vista
climatico, le aree di coltivazione sono caratterizzate da primavere
precoci ed estati calde con temperature massime che oscillano tra 25
e 28°C. In inverno, le temperature raramente scendono al di sotto
degli 0 °C. Le precipitazioni medie si aggirano attorno ai 1000 mm
annui, con distribuzione prevalente tra l'autunno e l'inizio
primavera, comunque tali da soddisfare buona parte del fabbisogno
idrico della coltura.
I terreni sono prevalentemente di origine alluvionale o
colluviale, con presenza, spesso, di materiale piroclastico. Essi si
presentano, per lo piu', sciolti, permeabili, mediamente profondi,
con buona capacita' drenante e di ritenzione idrica, con valori del
pH compressi tra 6,5 e 7,2.
I suoli dominanti nell'area presentano di norma potenza del
substrato sufficiente, in relazione alle esigenze degli apparati
radicali di Prunusavium, facilita' di lavorazione, permeabilita'
elevata e discreta capacita' di campo.
I caratteri pedoclimatici descritti definiscono un ambiente
ideale per la coltura, consentendo di ottenere il massimo della
qualita' organolettica dei frutti e riducendo al minimo l'incidenza
degli attacchi parassitari, che comprometterebbero la
commerciabilita' dei frutti.
Del resto, il radicamento col territorio e' testimoniato dalla
straordinaria presenza di varieta' locali, quali sono tutte quelle
riportate all'art. 2 del presente disciplinare, le quali, essendo
diffuse esclusivamente in questo ambito, rappresentano una sorta di
endemismo.
Nel comprensorio della Valle dell'Irno, il vigneto, che un tempo
costituiva la coltura prevalente, e' stato, fin dalla meta' del
secolo scorso, rimpiazzato quasi totalmente dal ciliegio.
I dati piu' recenti riportano sul territorio la presenza di circa
500 aziende agricole ed alcune aziende di commercializzazione.
La «Ciliegia di Bracigliano» proviene da un territorio
tradizionalmente vocato alla produzione delle ciliegie e le
conoscenze tecniche acquisite nel corso dei secoli dai produttori,
(con particolare riguardo ad un'imponente opera di salvaguardia delle
biodiversita' genetiche) adattate alle condizioni locali, hanno
contribuito a farne un prodotto di qualita' riconosciuta.
La presenza del ciliegio quale elemento caratterizzante
l'agricoltura e l'economia del territorio e' testimoniato da diverse
fonti, principalmente atti notarili, gia' a partire dal 1556
(Protocolli notarili - Bracigliano, notaio Salvatore Grimaldi, Buste
472 e 477, Protocolli notarili - Bracigliano, notaio Gaetano De Caro,
Busta 487) Nei documenti si attesta l'importanza che rivestiva il
raccolto delle Ciliegie a Bracigliano. Nel 1714, il notaio Matteo
Milone (Archivio di Stato di Salerno, Protocolli notarili -
Bracigliano, Busta 495), attesta indiscutibilmente la coltivazione
intensiva del ciliegio a Bracigliano.
In anni piu' recenti, la reputazione della «Ciliegia di
Bracigliano» e' dimostrata da tutta una serie di materiale,
pubblicitario, storico, video, cartaceo. Nell'opera del Padre
Francescano Teofilo M. Giordano, dal titolo «Storia di Bracigliano»
(Arti grafiche Emilio Di Mauro di Cava de' Tirreni 1980); l'autore,
nella parte in cui si sofferma sull'economia locale, fa un chiaro
riferimento alla diffusione da diversi decenni della Ciliegia di
Bracigliano e cita molte delle varieta' comprese nel presente
disciplinare; di esse testimonia il pregio nonche' la domanda da
parte del mercato, fino all'esportazione delle stesse, come
dimostrato dalla presenza del nome Ciliegia di Bracigliano nelle
fatture commerciali. La cerasicoltura appare quindi una realta'
consolidata nel territorio, con ampie coltivazioni in grado di
fornire importanti redditi agricoli.
L'importanza economica e culturale della Ciliegia di Bracigliano
per il territorio che storicamente la produce e' stata testimoniata
nel corso degli anni da numerose edizioni di fiere e di sagre, come
ad esempio la Festa della Ciliegia di Bracigliano che si svolge
annualmente dal 1999 e la parallela manifestazione che si svolge a
Siano a partire dal 1997.
L'Associazione nazionale «Citta' delle Ciliegie», svolge ogni
anno la sua Festa nazionale «Citta' delle Ciliegie» in localita'
caratterizzate da produzioni cerasicole di eccellenza. A
riconoscimento dell'alto valore qualitativo della Ciliegia di
Bracigliano, la quinta Festa nazionale si e' svolta appunto a
Bracigliano dal 18 al 21 giugno 2009.
Piu' volte la Ciliegia di Bracigliano ha riportato lusinghieri
successi in competizioni specialistiche nazionali. Basti citare che
nel 2011 questo prodotto ha ottenuto dall'A.M.D.M.I. (Associazione
dei direttori di mercati ortofrutticoli all'ingrosso) la
denominazione di «Migliore Ciliegia d'Italia».
L'area di produzione della Ciliegia di Bracigliano, e' ancora
oggi, considerata il «Paese delle ciliegie», da sempre questi
territori sono stati vocati a questo frutto, legando in modo
indissolubile i luoghi con la ciliegia.
La Ciliegia di Bracigliano compare come ingrediente base di molte
ricette, di essa trattano siti specializzati come Top Food Italy o
Torte e dintorni ed e' ben conosciuta tra gli chef affermati come Sal
De Riso, noto per la sua maestria nel settore dolciario che sui
canali social racconta della
Ciliegia di Bracigliano video caricato su youtube in data 8
ottobre 2020 ed in cui afferma «che la Ciliegia di Bracigliano e'
davvero particolar, la sua forma grande, succosa, dolce, con un grado
brix alto di dolce, e' anche croccante e la utilizzo anche per i
cocktail») e il 21 novembre 2020 sulla pagina Facebook di Sal De
Riso), Rocco Iannone o altri emergenti che la utilizzano nelle loro
creazioni.
La reputazione della Ciliegia di Bracigliano e' confermata,
inoltre, da numerosi articoli di specialisti (basti citare il
giornalista gastronomo Luciano Pignataro pubblicato sulla pagina web
il 7 luglio 2015 dal titolo «La stagione delle ciliegie a
Bracigliano» in cui la si descrive come segue: «Bracigliano e' la
citta' delle ciliege. Ma se questi frutti cosi' golosi sono
apprezzati in tutto lo Stivale, il merito non e' soltanto delle
preziose caratteristiche organolettiche che li contraddistinguono.
Gli abitanti di questo paese noto per la secolare tradizione
musicale, il famoso mallone, la frescura estiva e appunto le ciliege,
nonostante il villaggio globale si contraddistinguono per il rispetto
religioso di tempi, stagioni e riti della terra. Cosi' l'intero mese
di giugno e' dedicato alla raccolta di questi frutti soprannominati
anche «l'una tira l'altra». Infermieri, docenti, maestri di musica,
dipendenti della pubblica amministrazione si fermano per dedicarsi
alle ciliege che, di anno in anno, diventano piu' preziose a causa
degli attacchi di alcuni parassiti. Queste piccole difficolta' non
hanno pero' scalfito la passione per la raccolta che annualmente
incanta un paese. Se pero' questo prodotto tipico ormai e' preceduto
dalla propria fama, non e' un caso») o l'imprenditore Antonio Amato
pubblicato sul blog ad agosto 2020 dal titolo «La Ciliegia di
Bracigliano - L'oro rosso della nostra terra» in cui si evidenzia,
tra le altre cose, che «Siamo nel periodo ideale per ammirare il
paesaggio tinto di rosso intenso, il bianco degli alberi in fiore ha
ormai ceduto il passo alle diverse sfumature di rosso di questa
pregiata varieta' di ciliegie di Bracigliano, di tipo tardivo che
matura dalla seconda meta' di giugno alla prima di luglio, dando il
benvenuto all'estate e colorando di rosso le colline dell'Agro.
Un terzo della produzione campana di ciliegie proviene proprio
dal territorio del Comune di Bracigliano, che fin dal 700 vanta la
coltivazione delle «Ciliegie», di dimensioni medio-grandi, dal colore
scuro e la pregiata polpa corposa e succosa.») e dagli oltre 25.000
risultati ottenuti inserendo «Ciliegia di Bracigliano» sul motore di
ricerca Google, fra cui i siti Campania Terra Laboris, Irno notizie,
che ne riconoscono l'unicita' legata al territorio di produzione. La
Ciliegia di Bracigliano e' impiegata in pasticceria, per
l'elaborazione di dolci tipici; basti citare la «Zizzinella» del
Maestro pasticciere G. Palumbo a base di ricotta di bufala, nocciole
e Ciliegia di Bracigliano sotto spirito (Annamaria Parlato,
Enogastronomia Bracigliano, 23 maggio 2020 dal titolo «Il dolce
omaggio alla ciliegia di Giuseppe Palumbo La ciliegia e' un
contenitore di principi benefici per il corpo umano» in cui si
attesta che «La produzione di ciliegie era gia' attestata a
Bracigliano durante la prima meta' del XVIII secolo e non ha mai
avuto interruzioni, neanche durante la carestia del 1764. Negli anni
'50, si produceva circa un terzo delle ciliegie della Campania, che
era, a quel tempo, la prima regione cerasicola italiana. E' il
prodotto agricolo per eccellenza di Bracigliano, infatti e' definita
«oro rosso», in dialetto «a cerasa». Essa matura in primavera
inoltrata e contiene un elevato numero di flavonoidi).

Art. 7.

Controlli

Il controllo per l'applicazione delle disposizioni del presente
disciplinare di produzione e' svolto conformemente a quanto stabilito
dal regolamento (UE) n. 1151/2012; l'organismo preposto alla verifica
e' CSQA Certificazioni via S. Gaetano, 74 36016 Thiene VI Tel: +39
0445.313011 Fax: +39 0445.313070 E-mail: csqa@csqa.it

Art. 8.

Confezionamento, etichettatura, logotipo

Confezionamento
Il prodotto deve essere posto in contenitori con capienza fino ad
un massimo di 10 kg, realizzati con materiale di origine vegetale o
altro materiale riciclabile.
La «Ciliegia di Bracigliano» I.G.P. e' confezionata nell'area di
produzione di cui all'art. 3.
Il contenuto di ogni imballaggio deve essere omogeneo nel calibro
e comprendere esclusivamente ciliegie di uguale varieta'.
E' ammessa una tolleranza di disomogeneita' in termini di
calibrazione del 10% in numero o in peso del prodotto posto nelle
singole confezioni.
Etichettatura
Sulle confezioni contrassegnate con la I.G.P. o sulle etichette
apposte sulle medesime devono essere riportate, a caratteri di stampa
chiari e leggibili, delle medesime dimensioni, le indicazioni:
a) «Ciliegia di Bracigliano» e Indicazione Geografica Protetta
(o la sua sigla I.G.P.);
b) il nome, la ragione sociale e l'indirizzo dell'azienda
produttrice confezionatrice;
c) lotto di produzione.
d) la quantita' di prodotto effettivamente contenuto nella
confezione;
e) il logo della «Ciliegia di Bracigliano» I.G.P. riportato di
seguito insieme al simbolo europeo dell'I.G.P. obbligatorio.
Alla indicazione geografica protetta di cui all'art. 1 e' vietata
l'aggiunta di qualsiasi qualificazione aggiuntiva diversa da quelle
previste dal presente disciplinare, ivi compresi gli aggettivi: tipo,
gusto, uso selezionato, scelto, similari e comune di provenienza.
E', tuttavia, consentito l'uso di indicazioni che facciano
riferimento ad aziende, nomi, ragioni sociali, marchi privati, non
aventi significato laudativo e non idonei a trarre in inganno
l'acquirente.
Tali indicazioni potranno essere riportate in etichetta con
caratteri di altezza e di larghezza non superiori alla meta' di
quelli utilizzati per indicare la indicazione geografica protetta.
Logotipo
Descrizione logo: Il logo si compone di due segni grafici, il
primo circolare che sintetizza la forma di una «ciliegia» ed anche la
lettera «C», il secondo rappresenta il gambo della stessa. Sulla
destra del disegno stilizzato del frutto e' presente il testo
«Ciliegia di Bracigliano I.G.P.» nel carattere Neutra Bold. Il logo
compreso i testi si inscrive in un rettangolo di 11×8 cm, che si puo'
ingrandire e rimpicciolire in proporzione.
Colori: il logo potra' essere utilizzato nelle seguenti tre
modalita':
1) a colori in quadricromia (rosso: 30-100-80-0 verde
50-20-100-0);
2) in pantone (rosso: P187 - verde P7745);
3) in bianco su fondi colorati o nero nel caso non si utilizza
il colore.

Ciliegia di Bracigliano I.G.P.

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