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Cedro di Santa Maria del Cedro Dop - Richiesta di riconoscimento

Pubblicato da disciplinare

Richiesta di riconoscimento della DOP «Cedro di Santa Maria del Cedro»

La D.O.P. Cedro di Santa Maria del Cedro designa il frutto, o esperidio, tipico dell'agrume  denominato cedro, specie botanica Citrus medica, L. (tribu' delle Auriantaceae, famiglia delle Rutaceae, ordine delle Terebintae), var. liscia-diamante, italiana o calabrese, coltivati all'interno  della zona delimitata

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
COMUNICATO 

Richiesta di riconoscimento della DOP «Cedro di Santa Maria del Cedro», ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012. (21A07121)

(GU n.291 del 7-12-2021)
 
 


Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha
ricevuto, nel quadro della procedura prevista dal regolamento (UE) n.
1151/2012 del Parlamento e del Consiglio del 21 novembre 2012,
l'istanza intesa ad ottenere il riconoscimento come DOP del «Cedro di
Santa Maria del Cedro»;
Considerato che la richiesta di riconoscimento e' stata
presentata dal Consorzio del Cedro di Calabria, corso del Tirreno n.
353, Santa Maria del Cedro 87020 (CS) e che il predetto Gruppo
possiede i requisiti previsti all'art. 4 del decreto ministeriale 14
ottobre 2013, n. 12511;
Considerato che a seguito dell'istruttoria ministeriale, si e'
pervenuti ad una stesura finale del disciplinare di produzione della
DOP «Cedro di Santa Maria del Cedro»;
Visto il decreto ministeriale n. 6291 dell'8 giugno 2020 con il
quale sono stati modificati temporaneamente gli articoli 8, 9, comma
1, 13, comma 3, 23, 24, comma 1 e 27, comma 2 del decreto
ministeriale 14 ottobre 2013, n. 12511, a causa dell'emergenza
epidemiologica da COVID-19 che ha comportato l'adozione di misure di
contrasto e contenimento alla diffusione del virus;
Considerata in particolare la sospensione disposta ai sensi del
decreto ministeriale sopra citato, dell'applicazione dell'art. 8 del
decreto ministeriale 14 ottobre 2013, circa la riunione di pubblico
accertamento da svolgersi nell'area di produzione, e dell'art. 9,
relativamente alla tempistica per presentare opposizione alla domanda
di registrazione o di modifica del disciplinare;
Considerato che il decreto ministeriale n. 6291 dell'8 giugno
2020 prevede, altresi', che in caso di valutazione positiva della
domanda di registrazione, il Ministero trasmetta alla/e regione/i
interessata/e ed al soggetto richiedente, il disciplinare di
produzione nella stesura finale e provveda alla pubblicazione dello
stesso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, affinche'
ogni persona fisica o giuridica avente un interesse legittimo e
residente sul territorio nazionale possa fare opposizione alla
domanda di registrazione;
Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative al
presente disciplinare, dovranno essere presentate, al Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle
politiche competitive della qualita' agroalimentare della pesca e
dell'ippica - Direzione generale per la promozione della qualita'
agroalimentare e dell'ippica - PQAI IV, via XX Settembre n. 20 -
00187 Roma - pec saq4@pec.politicheagricole.gov.it entro sessanta
giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana del presente disciplinare, dai soggetti
interessati e costituiranno oggetto di opportuna valutazione da parte
del predetto Ministero, prima della trasmissione della suddetta
richiesta di riconoscimento alla Commissione europea;
Decorso tale termine, in assenza delle suddette osservazioni o
dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta richiesta sara'
notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 49 del
regolamento (UE) n. 1151/2012, ai competenti organi comunitari.

Allegato

Disciplinare di produzione della denominazione di origine protetta
D.O.P. «Cedro di Santa Maria del Cedro»

Art. 1.

Denominazione

La denominazione di origine protetta (DOP) «Cedro di Santa Maria
del Cedro» e' riservata esclusivamente al prodotto che risponde alle
condizioni e ed ai requisiti stabiliti dal regolamento (UE) n.
1151/2012 e indicati nel presente disciplinare di produzione.

Art. 2.

Caratteristiche del prodotto

La D.O.P. «Cedro di Santa Maria del Cedro» designa il frutto, o esperidio, tipico dell'agrume  denominato cedro, specie botanica Citrus medica, L. (tribu' delle Auriantaceae, famiglia delle Rutaceae, ordine delle Terebintae), var. liscia-diamante, italiana o calabrese, coltivati all'interno  della zona delimitata al successivo art. 3 del presente disciplinare di produzione.
Al momento dell'immissione al consumo i cedri della D.O.P. «Cedro di Santa Maria del Cedro»,  devono rispondere alle caratteristiche di seguito indicate:
albedo molto consistente (min. 51%, max. 85% nella sezione
trasversale mediana del frutto);
buccia spessa, carnosa, consistente, liscia, a volte lobata e
costoluta;
colore verde intenso, tendente al giallo limone a maturazione;
struttura solida;
forma ovale ellissoide allungato, con apice picciolato;
cavita' basale rugosa, circondata da un colletto basso;
privi di corpi estranei visibili;
privi di difformita', bollosita' o screpolature sull'epicarpo;
peso superiore ai 600 g (I categoria); compreso fra i 250 e i
600 g (II categoria);
odore: intenso, aromatico, senza alcuna inflessione di muffa o
odori estranei.

Art. 3.

Zona di produzione

La zona di produzione della D.O.P. «Cedro di Santa Maria del Cedro» comprende il territorio  amministrativo dei Comuni di: Aieta, Belvedere Marittimo, Bonifati, Buonvicino, Cetraro,  Diamante, Grisolia, Maiera', Orsomarso, Papasidero, Praia a Mare, Sangineto, San Nicola Arcella,  Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, Scalea, Tortora, Verbicaro, in Provincia di Cosenza.

Art. 4.

Prova dell'origine

Al fine di garantire l'origine del prodotto e' necessario
monitorare ogni fase del processo produttivo documentando, per
ognuna, gli input e gli output. La tracciabilita' del prodotto
avviene attraverso l'iscrizione, in appositi elenchi gestiti dalla
struttura di controllo, dei produttori, dei confezionatori, e di
eventuali intermediari, nonche' attraverso la denuncia annuale alla
struttura di controllo dei quantitativi prodotti da parte dei singoli
produttori. Tutte le persone fisiche o giuridiche, iscritte nei
relativi elenchi, saranno assoggettate alle verifiche da parte della
struttura di controllo secondo quanto disposto dal disciplinare di
produzione e dal relativo piano di controllo.

Art. 5.

Metodo di ottenimento

Il «Cedro di Santa Maria del Cedro» viene allevato a vaso basso
ed aperto e i suoi rami vengono appoggiati ad un telaio (pergolato)
con il fine aiutare la pianta a sostenere i notevoli carichi della
grossa frutta. Le piante necessitano, inoltre, di essere coperte con
reti ombreggianti o altri sistemi di copertura che hanno il compito
di proteggerle dai rigori invernali e dai forti venti i quali
provocherebbero, da un lato, la rottura dei rami, e dall'altro, il
contatto tra un frutto e l'altro, con il conseguente manifestarsi di
graffi, screpolature o difetti estetici sulla buccia, che
influirebbero negativamente sulla qualita' del prodotto. Per ottenere
una buccia perfetta, liscia e priva di graffi o screpolature, si
frappongono tra un cedro e l'altro, ove si rende necessario, un
pezzetto di stoffa, di carta, di canna o una foglia.
La tecnica di coltivazione, tradizionalmente attuata nel
comprensorio, prevede le seguenti fasi:
preparazione del materiale vegetale da impiantare:
la propagazione delle piante di «Cedro di Santa Maria del
Cedro», deve avvenire con la metodologia caratteristica dell'areale
rivierasco: per talea e per innesto. Al fine di tutelare il
patrimonio genetico che nei secoli si e' affrancato sul territorio,
le talee devono provenire da piante-madri identificate che abbiano
manifestato nella fase vegetativa e produttiva tutto il potenziale
genetico caratteristico del territorio. Per la pratica dell'innesto i
portinnesti sono l'arancio amaro e il volkameriano, utilizzati da
sempre per la loro forte affinita' con le piante-madri e per il
mantenimento di quelle caratteristiche uniche che differenziano il
«Cedro di Santa Maria del Cedro» da altri prodotti ottenuti fuori
dalla zona di produzione;
preparazione del terreno:
il terreno deve essere sistemato livellandone dapprima la
superficie. Poi si procede allo scasso reale, la cui profondita' e'
spinta fino a 1 m e si prosegue predisponendo delle buchette
destinate ad accogliere le piantine, mescolando una porzione di
terreno con letame ben decomposto, concimi organici o a base di
oligoelementi, azoto, potassio, fosforo e zolfo;
realizzazione del pergolato:
sugli assi centrali vengono stabiliti degli allineamenti sui
quali, ad ugual distanza adottata per i sesti delle piante, sono
posizionati dei montanti. Questi vengono collegati tra loro a mezzo
di traverse di due-tre canne, listelli, tubolari in ferro (o altro
materiale resistente), legati tra di loro e posti ad un'altezza
iniziale di m 1,00 fino a 1,50 m dal suolo, assicurati, poi, ai
montanti con robusti legacci di vimini, ginestre, rafia o anche filo
di ferro. Tutto cio' funge da enorme telaio, sopra il cedreto, cosi'
che alla fine ogni pianta viene a trovarsi al centro di un quadrato o
di un rettangolo. Si procede con la realizzazione di un'impalcatura a
vaso, preparata con la potatura di allevamento. I rami vengono,
infine, piegati verso l'esterno del tronco e legati con materiale
vegetale, al di sotto delle traverse del pergolato, cosi' che la
pianta assumera' una forma sostenuta, aperta e svasata ad ombrello;
concimazione:
la concimazione si effettua durante il periodo
primaverile/estivo con concimi organici o a base di oligoelementi,
azoto, potassio, fosforo e zolfo;
potatura:
la potatura si effettua dopo la messa a dimora e continua
fino a quando non sia stata raggiunta la forma desiderata. Nel corso
degli interventi si provvede a cimare gradualmente, fino alla
eliminazione, i germogli in eccesso, ovvero quelli non utili
all'ottenimento della tipica ramificazione ad ombrello. I tagli
devono essere decisi e risultare a una distanza tale da non impedire
lo sviluppo della gemma prossima;
irrigazione:
la pratica dell'irrigazione entra in esercizio nel mese di
maggio, prolungandosi anche fino al mese di settembre;
la raccolta:
la raccolta del «Cedro di Santa Maria del Cedro» avviene in
modo scalare e va effettuata a mano a partire dal giorno quindici del
mese di ottobre fino al 15 dicembre (raccolta principale); tuttavia
vi e' una seconda raccolta che si verifica tra il 15 di febbraio fino
al 30 di aprile (tardiva), dovuta al rinnovarsi della fioritura. La
raccolta si effettua in pieno giorno;
il distacco dei frutti dalla pianta deve essere eseguito a
mano. I cedri vengono deposti con cura in cassette di plastica (o
altro materiale conforme alla raccolta). Una volta raccolti, vengono
avviati ai magazzini, ove vengono sottoposti ad una prima cernita e
calibratura;
post-raccolta:
tutti i trattamenti post-raccolta, ivi compresi il
condizionamento ed il confezionamento, devono essere effettuati
esclusivamente presso strutture ubicate nei territori dei comuni
individuati all'art. 3 del presente disciplinare. Per i frutti non
commercializzati immediatamente dopo la raccolta, e' permessa la
conservazione in locali a temperatura controllata.

Art. 6.

Legame con la zona geografica

Le peculiarita' del «Cedro di Santa Maria del Cedro» sono il
colore verde intenso lucente, tendente al giallo limone a
maturazione, il sapore intenso e acidulo, l'odore molto aromatico e
caratteristico, un'albedo consistente (min. 51% della sezione
trasversale mediana del frutto) che gli conferisce una maggiore resa
nei processi di canditura, una buccia spessa, carnosa, consistente,
liscia, a volte lobata e costoluta, senza difformita' sull'epicarpo,
la forma ovale ellissoide allungato con apice picciolato. Tali
peculiarita' costituiscono un unicum e sono profondamente legate sia
ai fattori pedoclimatici tipici della fascia costiera tirrenica della
Provincia di Cosenza, che al fattore umano.
La zona di produzione e' caratterizzata da un clima mite con
temperature non particolarmente rigide, e ridotta ventosita' dai
quadranti freddi di Nord-Est; condizioni che hanno storicamente
favorito la coltivazione e la selezione del «Cedro di Santa Maria del
Cedro» fin dal III secolo. Inoltre, le cedriere insistono su suoli
con caratteristiche pedologiche uniche, non riscontrabili in altre
aree, costituti da terreni misti di natura alluvionale, poveri di
calcare e di scheletro (ghiaia e ghiaina) e buon apporto di sabbia e
humus. I terreni, in conseguenza della loro genesi, sono dotati di
elementi in forma minerale, nello specifico potassio e azoto,
rendendoli particolarmente fertili e adatti alla coltivazione del
cedro.
Per quanto riguarda le esigenze pedoclimatiche, il ciclo
biologico della pianta si svolge solo al di sopra dei 14°C e non
tollera temperature superiori ai 35-40°C; e' pertanto molto sensibile
ai repentini sbalzi di temperatura e alle fredde correnti
atmosferiche invernali che si riscontrano anche alle latitudini
dell'Italia Meridionale. Teme gli inverni rigidi e le gelate, a 0°C
si rischia di compromettere l'intera produzione e bastano temperature
prossime ai -4°C per comportare la morte della pianta. Tali
condizioni sono riscontrabili nell'areale della Riviera dei Cedri,
dove questa specifica varieta' di cedro trova il suo habitat ideale
di crescita e sviluppo.
Queste condizioni climatiche sono favorevolmente garantite dalla
posizione oro-geografica, unica nel suo genere, del territorio,
racchiusa tra il massiccio dell'Orsomarso e la costa tirrenica,
quindi soggetta anche all'influenza del mare che svolge un'importante
azione mitigatrice e determina due importanti fenomeni: la riduzione
generale delle escursioni termiche e l'aumento del grado di umidita'
atmosferica.
Un quadro cosi' complesso e unico sia per quanto riguarda la
genesi e le caratteristiche dei suoli, che per la particolarita' del
clima costituisce un mix di fattori irripetibili in altre zone,
influenzando e definendo in modo naturale le caratteristiche del
prodotto.
A questo bisogna aggiungere il fattore umano quale fattore che ha
influenzato la specificita' del prodotto; l'isolamento geografico ha
condizionato nei secoli la cultura e la tradizione agricola locale
che si e' declinata in perfetta autonomia dalle tradizioni e dalle
pratiche colturali comunemente diffuse.
La mano dell'uomo ha, percio', contribuito alla selezione della
cultivar di cedro unica e tipica della zona. Le tecniche agronomiche
tipiche della zona di produzione, la continua selezione delle piante,
e la riproduzione delle stesse per talea, ha permesso di fissare i
caratteri genetici qualitativi e quantitativi che oggi riscontriamo
come peculiarita' del «Cedro di Santa Maria del Cedro», come la
particolare colorazione, la buccia liscia, carnosa, priva di graffi,
screpolature o bollosita' e un notevole quantitativo di albedo (min.
51% della sezione trasversale mediana del frutto) rendendolo
particolarmente adatto alla canditura. Esso costituisce la parte
preponderante del frutto ed e' costituito prevalentemente da pectina
(30-35%). L'espressione di queste caratteristiche e' condizionata da
fattori esogeni, specialmente quelli pedo-climatici.
La maggiore richiesta di minerali da parte dell'albedo si ha
durante le fasi dell'allegagione dell'agrume, ovvero dalla fine
dell'antesi e fino alla maturazione dei frutti: e' in questa epoca
fenologica che si verifica l'ingrossamento prima dell'ovario con il
conseguente aumento di pezzatura del frutto e la formazione sotto
l'epicarpo di una intricata rete di cellule parenchimatiche e ampi
spazi riempiti tardivamente dalla produzione di pectina. E' proprio
l'idoneo apporto di zuccheri dalle foglie e nutrienti dal suolo a
garantire la formazione della pectina e quindi la qualita' e
consistenza dell'albedo.
Molti minerali come zinco (Zn), magnesio (Mg), boro (B), calcio
(Ca) e zolfo (S) e molibdeno (Mo) sono coinvolti nel metabolismo
della pectina (Verreynne, 2006). In particolare, il potassio e il
magnesio sono direttamente coinvolti nei processi di fotosintesi
necessari per la produzione fogliare degli zuccheri e loro
traslocazione negli agrumi; questi elementi durante l'allegagione
promuovono un aumento della pezzatura e dello spessore e consistenza
della buccia. Un altro elemento fondamentale per la struttura e
consistenza dell'albedo negli agrumi, specialmente di quello del
cedro, e' il calcio che, in quantita' limitata (< 30 mg), e'
necessario per reticolare le catene di pectina, aumentando cosi' la
durezza dell'albedo.
Le condizioni podologiche dei terreni in cui insistono gli
impianti di Cedro di Santa Maria del Cedro sono in linea con le
esigenze nutrizionali di questa varieta' come dimostrato dal lavoro
di Loizzo e coll. (2011) e Calabretta e coll. (2010). Secondo questi
autori, infatti, il suolo delle cedriere del Cedro di Santa Maria del
Cedro, nel periodo di riposo, e' caratterizzato da una prevalenza di
macronutrienti come azoto, potassio, fosfati, potassio e magnesio e
ridotte quantita' di carbonati di calcio. Queste caratteristiche non
sono riscontrabili in altri suoli limitrofi. Gli stessi autori hanno
inoltre riportato una forte e significativa correlazione tra lo stato
nutrizionale degli alberi di cedro e le caratteristiche carpometriche
dei frutti, soprattutto in termini di pezzatura, aumento e durezza
dell'albedo.
Dal punto di vista storico le prime testimonianze sull'utilizzo
del nome «Cedro di Santa Maria del Cedro» risalgono ai tempi antichi
e sono custodite nei documenti storici e bibliografici e nella
corrispondenza commerciale. L'uso consolidato del nome «Cedro di
Santa Maria del Cedro» e' riscontrabile nei documenti commerciali e
nel linguaggio comune. Nei menu' dei ristoranti presenti sulla
Riviera dei Cedri e in tutti i luoghi dove il Cedro di Santa Maria
del Cedro e' apprezzato come ingrediente nelle diverse preparazioni.
Il nome «Cedro di Santa Maria del Cedro» e' associato sia dai
semplici consumatori che dagli Chef e dai foodblogger, alle sue
particolari qualita'. Numerose sono anche le citazioni presenti nelle
pubblicazioni, anche a carattere scientifico e amatoriale, che hanno
come tema l'economia e la storia della Riviera dei Cedri.
I moderni mezzi di comunicazione via web, di ricerca, social
network, siti istituzionali e amatoriali e portali del Food
utilizzano comunemente il nome «Cedro di Santa Maria del Cedro»,
cosi' come i siti che si occupano di cucina, i social network, i
FoodBlog, all'interno dei loro contenuti.

Art. 7.

Controlli

Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e'
svolto da una struttura di controllo, conformemente a quanto
stabilito dagli articoli 36 e 37 del regolamento (UE) n. 1151/2012.
Tale struttura e' l'organismo di controllo ICEA (Istituto per la
certificazione etica e ambientale), via G. Brugnoli n. 15, 2 - 40121
Bologna (BO), - tel. 051-272986; fax 051-232011; e-mail:
icea@icea.bio - www.icea.bio

Art. 8.

Confezionamento ed etichettatura

Al momento dell'immissione al consumo sono previste le seguenti
modalita' di confezionamento:
cedro fresco in contenitori di varie capacita' e materiali,
purche' siano conformi alla normativa vigente.
E' ammessa, inoltre, la bollinatura del singolo prodotto fresco.
Il bollino dovra' contenente il logo della D.O.P. «Cedro di Santa
Maria del Cedro».
Sulle confezioni, oltre alle informazioni obbligatorie previste
dalle vigenti leggi, dovranno essere apposte le seguenti indicazioni:
logo della D.O.P. «Cedro di Santa Maria del Cedro»;
simbolo europeo «Denominazione di Origine Protetta»;
sede dello stabilimento di confezionamento;
il nome, la ragione sociale, l'indirizzo dell'azienda
produttrice e/o confezionatrice;
la categoria commerciale di appartenenza «I» e «II».
La sede dello stabilimento di lavorazione e confezionamento deve
essere ubicata obbligatoriamente all'interno della zona delimitata.
E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non
espressamente prevista. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni
che facciano riferimento a marchi privati (purche' questi non abbiano
significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il
consumatore); dell'indicazione del nome dell'azienda dai quali
appezzamenti il prodotto deriva, nonche' di altri riferimenti
veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa
vigente e non siano in contrasto con le finalita' e i contenuti del
presente disciplinare.
Il logo «Cedro di Santa Maria del Cedro» e' costituito dal
Pittogramma e dal lettering. Il Pittogramma rappresenta il cedro
incastonato tra le foglie, le spine ed il ramo, il lettering
contribuisce a bilanciare la composizione del logo nelle proporzioni
e nel costruito grafico.

Parte di provvedimento in formato grafico

Il carattere utilizzato per il Logotipo «Cedro» e' il Century Old
Style, mentre quello utilizzato per il logotipo «Cedro di Santa Maria
del Cedro» e' in Helvetica Neue. Il colore predomina nel logo «Cedro
di Santa Maria del Cedro». Combinando i colori del frutto prende
forma un logo molto caratterizzante. In CMYK, nelle tinte pantone ed
RGB si esprimere tutta la qualita' e il valore del logo, come
evidenziato nell'immagine sotto riportata.

Parte di provvedimento in formato grafico

Il logo e' applicabile anche su sfondo scuro, come nell'esempio
sotto riportato.

Parte di provvedimento in formato grafico

La dimensione del logo cambiera' sulla base del suo utilizzo e
del supporto su cui viene riprodotto.
Per una facile lettura la dimensione del logo deve essere
adeguata e deve tenere conto dell'area di isolamento (almeno un
decimo della larghezza), ecco perche' bisogna rispettare una
dimensione minima di utilizzo. Per una corretta leggibilita', nelle
applicazioni con poco spazio si dovrebbe comunque utilizzare il logo
con la larghezza di almeno 30 mm (per stampe ad almeno 300 dpi) o 100
pixel.

 

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