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Ciliegia di Marostica Igp - Modifica disciplinare

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Ciliegia di Marostica Igp - Modifica disciplinare

Modifica del disciplinare di produzione della denominazione "Ciliegia di Marostica" registrata in  qualita' di indicazione geografica protetta in forza al Regolamento (CE) n. 245 della Commissione  dell'8 febbraio 2002

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
DECRETO 9 dicembre 2013  

Modifica del disciplinare di produzione della denominazione "Ciliegia di Marostica" registrata in  qualita' di indicazione geografica protetta in forza al Regolamento (CE) n. 245 della Commissione  dell'8 febbraio 2002. (13A10519)

(GU n.3 del 4-1-2014)
 
 




IL CAPO DIPARTIMENTO
delle politiche competitive, della qualita' agroalimentare,
ippiche e della pesca

Visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualita' dei prodotti
agricoli e alimentari;
Visto il regolamento (CE) n. 245 della Commissione dell'8 febbraio
2002 con il quale e' stata iscritta nel registro delle denominazioni
di origine protette e delle indicazioni geografiche protette
l'indicazione geografica protetta «Ciliegia di Marostica»;
Considerato che e' stata richiesta, ai sensi dell'art. 53 del
Regolamento (UE) n. 1151/2012, una modifica del disciplinare di
produzione della denominazione di origine protetta di cui sopra;
Considerato che con Regolamento (UE) n. 1244/2013 della Commissione
del 28 novembre 2013 e' stata accolta la modifica di cui al
precedente capoverso;
Ritenuto che sussista l'esigenza di pubblicare nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana il disciplinare di produzione
attualmente vigente, a seguito della registrazione della modifica
richiesta, della I.G.P. «Ciliegia di Marostica», affinche' le
disposizioni contenute nel predetto documento siano accessibili per
informazione erga omnes sul territorio nazionale;

Provvede

alla pubblicazione dell'allegato disciplinare di produzione della
Indicazione Geografica Protetta «Ciliegia di Marostica», nella
stesura risultante a seguito dell'emanazione del Regolamento (UE) n.
1244/2013 della Commissione del 28 novembre 2013.
I produttori che intendono porre in commercio l'Indicazione
Geografica Protetta «Ciliegia di Marostica», sono tenuti al rispetto
dell'allegato disciplinare di produzione e di tutte le condizioni
previste dalla normativa vigente in materia.
Roma, 9 dicembre 2013

Il capo dipartimento: Esposito

Allegato

Disciplinare di produzione


«CILIEGIA DI MAROSTICA»
Indicazione Geografica Protetta


Art. 1.


Denominazione

L'Indicazione Geografica Protetta «Ciliegia di Marostica» e'
riservata ai frutti di ciliegia che rispondono alle condizioni e ai
requisiti stabiliti dal regolamento (CE) n. 510/2006 e indicati nel
presente disciplinare di produzione.

Art. 2.


Descrizione del prodotto

La ciliegia di Marostica per il consumo fresco e' caratterizzata
da un calibro elevato e un colore intenso che puo' variare da rosso
fuoco a rosso scuro in relazione alle varieta'.
I frutti da immettere in commercio per il consumo fresco devono
essere integri, sani, provvisti di peduncolo, puliti e privi di
residui visibili sulla superficie.
La pezzatura minima dei frutti destinati al consumo fresco e'
pari a 23 mm.
I frutti destinati ad altri usi (es. industria dolciaria) possono
essere senza peduncolo, parzialmente integri e avere una pezzatura
anche inferiore a 23 mm.
Le caratteristiche commerciali per il prodotto fresco devono
essere corrispondenti alle specifiche stabilite dalle norme
comunitarie di commercializzazione vigenti.

Art. 3.


Delimitazione della zona geografica di produzione

La zona di produzione della «Ciliegia di Marostica» comprende i
territori dei seguenti comuni in provincia di Vicenza: Marostica,
Salcedo, Fara Vicentino, Breganze, Mason, Molvena, Pianezze, Bassano,
limitatamente al territorio che si estende alla destra idrografica
del fiume Brenta e infine la parte del territorio del comune di
Schiavon cosi' delimitata: a est della statale per Vicenza la
porzione a nord di via Olmi fino all'altezza di via Vegra; ad ovest
della statale per Vicenza la porzione a nord di via Roncaglia
Vecchia.

Art. 4.


Prova di origine - Controlli

Gli impianti idonei alla produzione della I.G.P. «Ciliegia di
Marostica» sono iscritti in un apposito elenco attivato, tenuto ed
aggiornato dall'organismo di controllo di cui all'art. 10, comma 1,
del regolamento (CE) n. 510/2006.
Il produttore o l'organismo associativo deve comunicare
all'organismo di controllo la data indicativa d'inizio raccolta dieci
giorni prima che avvenga la stessa.
Entro trenta giorni dalla data di fine raccolta, il produttore
deve presentare all'organismo di controllo una denuncia finale di
produzione annuale.
Analogamente, alla fine del periodo di commercializzazione il
confezionatore deve presentare all'organismo di controllo una
denuncia finale.
Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare e'
svolto da una struttura di controllo, conformemente a quanto
stabilito dagli articoli 10 e 11 del Reg. (CE) n. 510/2006. Tale
struttura e' CSQA certificazioni, Via S. Gaetano, 74 - 36016 Thiene
(Vicenza). Tel. +39.0445.313070, Fax. +39.0445 313070, e-mail:
csqua@csqa.it.

Art. 5.


Metodo di ottenimento del prodotto

La denominazione «Ciliegia di Marostica» designa i frutti
ottenuti dalla coltivazione delle varieta' ascrivibili ai seguenti
gruppi:
a) precocissime «Sandra» e «Francese», quest'ultima ascrivibile
alle varieta' Bigarreau Moreau e Burlat;
b) intermedie «Roana» e il durone precoce «Romana»;
c) tardive «Milanese», «Durone Rosso», (Ferrovia simile) e
«Bella Italia»;
d) «Sandra Tardiva»;
e) le varieta' «Van», «Giorgia», «Ferrovia», «Durone Nero I»,
«Durone Nero II» e «Mora di Cazzano».
Sono inoltre consentite le seguenti varieta': «Bella di Pistoia»
(= «Durone Rosso»), «Black Star», «Early Bigi», «Grace Star»,
«Kordia», «Lapins», «Marostegana», «Prime Giant», «Regina», e
«Folfer».
Per la produzione della «Ciliegia di Marostica» i terreni devono
essere ubicati nella zona di delimitazione di cui al precedente art.
3.
Le tecniche colturali ammesse sono le seguenti:
per i nuovi impianti:
a) preparazione del terreno: il nuovo impianto deve essere
preceduto da una idonea lavorazione meccanica della superficie
interessata; nei terreni di collina e' opportuna la lavorazione del
terreno a "buche";
E' obbligatorio eseguire l'analisi chimico-fisica del terreno
oggetto d'impianto allo scopo di determinare la necessita' e la
quantita' della concimazione di fondo e/o di quella correttiva. E'
obbligatoria l'adozione di un piano di concimazione redatto da un
tecnico specializzato;
b) materiale vegetale: e' ammesso l'impiego di astoni di
qualita' certificata virus esente o virus controllato delle varieta'
di cui al precedente art. 2, innestati su soggetti derivati da Prunus
avium, Prunus cerasus o Prunus mahaleb. E' ammesso altresi' l'innesto
a dimora.
per tutti gli impianti:
a) Densita': sono ammessi tutti i sesti d'impianto purche'
siano garantite l'illuminazione e l'arieggiamento delle chiome nella
fase produttiva delle piante;
b) Forma di allevamento: sono consentite tutte le forme di
allevamento sia in volume sia in parete;
c) Difesa fitosanitaria: la difesa dai parassiti deve essere
attuata nel pieno rispetto dei principi della lotta integrata o di
quella biologica. Per ridurre il rischio di forti infezioni di
Monilia durante il periodo fiorale e' ammessa l'eliminazione dei
frutti non raccolti rimasti sulle piante e l'esecuzione di una
corretta potatura estiva negli impianti vigorosi.
Prima dell'esecuzione di qualsiasi intervento con valenza
insetticida deve essere eseguita la trinciatura dell'erba oppure lo
sfalcio e la raccolta della stessa. Non e' ammesso l'uso di
fitoregolatori nel periodo compreso tra il germogliamento e la
raccolta;
d) Gestione del suolo: e' obbligatorio l'inerbimento
controllato spontaneo o artificiale del suolo a partire dal 2° anno
di impianto. E' consentita la lavorazione o il diserbo localizzato
sulla fila negli impianti specializzati fitti o attorno al tronco nei
sistemi espansi. E' ammessa la pratica della pacciamatura;
e) Concimazione: gli elementi nutritivi da apportare devono
essere finalizzati al raggiungimento e/o al mantenimento di un
sufficiente livello di fertilita' dei suoli in ragione delle
asportazioni della coltura e delle perdite per immobilizzazione e
lisciviazione;
f) Irrigazione: e' ammessa la pratica irrigua con sistemi a
bassa portata;
g) Gestione delle piante: e' obbligatoria l'esecuzione
annuale della potatura al bruno per assicurare una produzione di
qualita' costante negli anni; le piante devono essere mantenute in
buona efficienza vegetativa e produttiva anche ricorrendo a
interventi straordinari di riforma volti a eliminare le parti legnose
deperite e non piu' funzionali;
h) Raccolta e condizionamento: la raccolta delle ciliegie
destinate al commercio per il consumo fresco deve essere eseguita a
mano e i frutti devono essere disposti in contenitori con pareti
rigide. Gia' in ambito aziendale deve essere eseguita la cernita per
eliminare i frutti di scarto e con pezzatura insufficiente.
Fino al momento della consegna per la commercializzazione i
frutti devono essere mantenuti in luoghi freschi e ombreggiati per
evitare lo scadimento della qualita' e della conservabilita'.
Il prodotto non avviato alla commercializzazione entro le 48 ore
successive alla raccolta, deve essere opportunamente trattato con la
tecnica della frigoconservazione oppure con altri accorgimenti idonei
a rallentare i processi metabolici dei frutti.

Art. 6.


Elementi che comprovano il legame con l'ambiente

Fattori pedoclimatici
La zona di produzione dell'Indicazione Geografica Protetta
«Ciliegia di Marostica» e' da lungo tempo indicata quale territorio
vocato alla cerasicoltura e diversi autori hanno sottolineato la
qualita' delle ciliegie raccolte nella zona delimitata al precedente
art. 3.
La parte a nord della zona di produzione si estende su un
territorio collinare con altitudine compresa fra 100 e 400 metri
circa; la parte sud comprende terreni di alta pianura con altitudine
prevalente compresa fra 90 e 100 metri circa sul livello del mare.
I terreni hanno prevalentemente giacitura declive ed esposizione
a sud; fattori che favoriscono l'assenza di ristagni e la
concentrazione degli zuccheri nei frutti.
Il terreno su cui viene coltivata la «Ciliegia di Marostica»
deriva in buona parte da rocce basaltiche, e' particolarmente
fertile, povero di azoto ma ricco di potassio.
Il clima della zona si presenta mite e ventilato con quasi
assenza di nebbie e protetto a nord dalla catena alpina e dolomitica.
Fattori storici e umani
La «Ciliegia di Marostica», proprio grazie alla sua rinomanza che
la lega alla zona di produzione, e' un prodotto tutelato
dall'Indicazione Geografica Protetta fin dal 2002 (regolamento (CE)
n. 245/2002).
Tale rinomanza risale storicamente al 1400 e sembra essere legata
alla vicenda storica della «partita a scacchi»: nell'anno 1454 Taddeo
Parisio, castellano e governatore della «terra e castello nobile di
Marostica», a seguito della richiesta in moglie di sua figlia da
parte di due cavalieri decise, per evitare duelli, di darla in sposa
a chi dei due avesse battuto l'altro a una partita a scacchi vivente.
Cosi' fu disputata la partita e il vincitore ebbe in sposa la figlia
mentre il perdente ottenne la sorella del governatore.
Il giorno delle nozze di sua figlia e della sorella, Taddeo
Parisio ordino' che si mettessero a dimora in tutto il territorio
delle piante di ciliegie a ricordo del fausto evento.
Nel corso della «Mostra regionale delle ciliegie» che si tiene
annualmente nella zona di produzione verso la fine di maggio, si
ricorda questo evento con l'elezione delle giovani che vestiranno i
panni delle due promesse spose durante la rappresentazione della
vicenda storica.
L'esistenza di un mercato delle ciliegie nella zona di Marostica,
che si ripete annualmente dal 1950, conferma la vocazionalita' di
tale territorio per la coltura del ciliegio.
Nella zona di Marostica esiste anche una «Strada delle ciliegie»,
che partendo da Bassano collega i colli e i paesi interessati dalla
produzione delle ciliegie.
Per la qualita' e la fama della «Ciliegia di Marostica» IGP
determinante risulta il savoir faire dei produttori, sia nella
coltivazione dei frutteti, spesso situati in zone collinari e
declivi, nonche' nella particolare attenzione posta durate la
raccolta manuale delle ciliegie.

Art. 7.


Etichettatura e confezionamento

La «Ciliegia di Marostica» destinata al commercio per il consumo
fresco deve essere confezionata in contenitori appositi di taglia
varia e comunque compresi tra 250 g e 10,0 kg.
I materiali devono essere atossici, nuovi e puliti
preferibilmente di legno, plastica o cartone.
Il contenuto di ogni imballaggio deve essere omogeneo e
comprendere esclusivamente ciliegie di uguale varieta' e qualita'.
E' ammessa una tolleranza di disomogeneita' in termini di
calibrazione e colore del 10% in numero o in peso del prodotto posto
nelle singole confezioni.
All'esterno di ogni imballaggio devono essere apposte con
indicazione diretta o con apposita etichetta le seguenti indicazioni
nello stesso campo visivo:
a) CILIEGIA DI MAROSTICA - I.G.P.
b) nome, ragione sociale e indirizzo del confezionatore;
c) data di confezionamento.
Deve essere inoltre inserito il logo dell'indicazione geografica,
raffigurante una ciliegia di colore rosso pantone 032C con peduncolo
e foglia di colore verde pantone 361C, sovrapposta a una torre
medioevale che rappresenta un pezzo della scacchiera della partita a
scacchi, di colore grigio pantone 404C, su sfondo bianco e con ai
margini riportata la scritta «Ciliegia di Marostica IGP», carattere
serie Elvetica, di colore rosso pantone 032C; il logo apposto sulle
confezioni dovra' rispettare il rapporto altezza/base pari a 1,2.
L'acronimo I.G.P. puo' essere sostituito dalla dicitura per
esteso «Indicazione Geografica Protetta». E' obbligatorio l'uso del
simbolo dell'Unione.

Ciliegia di Marostica Igp

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