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Val di Magra Igt

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La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con la indicazione geografica tipica "Val di Magra" comprende parte del territorio amministrativo dei comuni di Fivizzano, Casola in Lunigiana, Aulla, Licciana Nardi, Tresara, Villafranca in Lunigiana, Podenzana, Pontremoli, Filattiera, Mullazzo, Bagnone, Fosdinovo, Carrara, Massa, Montignoso.(Pr. Massa Carrara)

Il territorio si presenta esteso, con regime pluviometrico e escursioni termiche variabili.
I vigneti, con oltre 4000 piante/ha, hanno pendenze variabili e adeguate sistemazioni: talvolta in terrazzamenti di larghezza tale comunque da consentire accesso ai mezzi agricoli
Gli imprenditori hanno mediamente oltre 50 anni di età. Il consolidamento delle pendici, assai declivi, avviene da secoli mediante la costruzione di muretti a secco con pietre e ciglioni inerbiti.
L’ampelografia è particolare: per i bianchi la Durella, per i rossi la Pollera Nera esprimono una forte caratterizzazione ai vini, garantendo elevata freschezza, morbidezza e struttura.

La indicazione geografica tipica “Val di Magra”, accompagnata o meno dalle specificazioni
previste dal presente disciplinare di produzione, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti previsti dal presente disciplinare di produzione per le tipologie bianco, rosso, rosato;
tipologie con l’indicazione aggiuntiva di uno o due dei vitigni Vermentino, Albarola, Durella, Trebbiano (da Trebbiano toscano), Verdello, Pollera, Ciliegiolo, Groppello, Merlot.

L’orografia estremamente variabile da pianeggiante a collinare sino ad arrivare in alcune zone al
limite altimetrico per la coltivazione della vite ( 550 m.s.l) nell’areale di produzione, e l’esposizione ad ovest, sud-ovest, concorrono a determinare un ambiente variegato , luminoso e con suoli ben drenati . Anche nelle zone di più difficile coltivazione l’uomo è da sempre intervenuto con sistemazioni idraulico- agrarie appropriate, tali da assicurare una corretta pratica agronomica.
L’uomo ha selezionato, nei corso dei millenni di coltivazione, le varietà che meglio si adattano ai
terreni e al clima migliorando nell’ultimo secolo le tecniche enologiche che ne esaltano le
peculiarità fisico-chimiche ed organolettiche .
In tutta la Lunigiana la vite è da sempre stata coltura oggetto di particolare attenzione e
considerata tra le colture principali, nel tempo si è assistito ad un progressivo affinamento delle tecniche produttive in funzione della qualità. Dalla vite maritata ( con tutore vivo) si è passati già a partire dal ‘800 all’uso su sostegni morti con legno di castagno mentre, a partire dagli anni ’80, si è assistito ad una progressiva specializzazione dei vigneti in sostituzione dell’antica coltivazione sulle prode, nei seminativi promiscui.
Per quanto riguarda i vitigni la Pollera ( a bacca rossa) e la Durella ( a bacca bianca), sono da
sempre largamente diffusi in tutta la Lunigiana.
I viticoltori hanno applicato da tempo tecniche produttive atte a migliorare ulteriormente la qualità dei vitigni presenti: forma di allevamento a capovolto o a guyot ,lasciando poche gemme produttive a tutto vantaggio dell’aumento del contenuto di zuccheri e componenti aromatiche.
Anche il clima dell’areale di produzione, caratterizzato da precipitazioni abbondanti (1500-1700
mm), con scarse piogge estive ed aridità nei mesi di luglio e agosto, da una buona temperatura
media annuale intorno ai 15° C ,unita ad una temperatura relativamente elevata ed ottima
insolazione nei mesi di settembre ed ottobre, consente alle uve di maturare lentamente e
completamente (talvolta fino a novembre), contribuendo in maniera significativa alle particolari
caratteristiche organolettiche dei vini.
Indubbiamente molto delle peculiarità dei vini della Val di Magra è dovuto a questa maturazione
prolungata sulla pianta, in un clima temperato, ma caratterizzato segnatamente nella fase finale da una elevata escursione termica tra notte e giorno.
La particolare collocazione geografica ed i trascorsi storici della Lunigiana hanno sicuramente
contribuito all’affermazione delle attività agricole nell’economia locale. In particolare hanno
favorevolmente influito gli scambi commerciali che si realizzavano sia nell’entroterra che per mare.
Di conseguenza è plausibile ritenere che il patrimonio ampelografico autoctono si sia arricchito con vitigni importati da altre località.

Molteplici sono le testimonianze storiche e le citazioni del passato che hanno riferimenti con le tradizione viticole ed enologiche della zona.
Lo storico Plinio poneva i vini di Lunigiana tra i migliori dell’antica Etruria, in tempi più recenti sia
il Gargiolli che lo Jacini ( autore quest’ultimo di un’inchiesta agraria stampata a Roma nel 1882),
rammentano che i vini di Lunigiana venivano esportati in Francia riscontrando notevole favore;
Giovanni Antonio da Faye, cronista del “400 ci ha lasciato memoria di una rovinosa grandinata del  11/ 03/ 1448 nel Bagnonese, oltre a numerose notizie di carattere tecnico sulla coltivazione della vite in questa zona.
Lo stato di conoscenza che noi abbiamo oggi sulla viticoltura della Lunigiana fa riferimento agli
studi condotti a partire dal 1991, per iniziativa di alcuni imprenditori locali poi costituitisi in
Consorzio, in collaborazione con il Dipartimento Coltivazione Specie legnose e da frutto della
Università di Pisa .
Il patrimonio ampelografico della Lunigiana si distingue dal resto della Toscana in quanto né il
Trebbiano toscano né il Sangiovese risultano i più diffusi come avviene invece nelle altre
Province”. Gli studi e le ricerche di questi ultimi dieci anni, hanno portato alla costituzione di un
vigneto collezione ( ora diventato “vigneto museo” della Strada del vino dei Colli di Candia e
Lunigiana) in località Teglia, gestito dalla Provincia di Massa Carrara, dove sono stati raccolti tutti
i vitigni di maggior interesse reperiti in tutte le aree viticole della Lunigiana. Complessivamente
sono stati censiti oltre 100 vitigni per i quali si è proceduto ad analisi di vario genere, ( O.I.V.
microvinoficazioni, test virologici etc. ), risultandone , per moli di essi, una eccellente vocazione
enologica soprattutto in riferimento a specifiche caratteristiche. 

VITIGNI

Vermentino B
Verdello B
Albarola B
Durella B
Groppello Gentile N
Groppello di S. Stefano N
Ciliegiolo N
Merlot N
Trebbiano Toscano B
Pollera Nera N

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