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Consorzio Vini del Trentino - Presentato il Bilancio di sostenibilità

Pubblicato da disciplinare
Consorzio Vini del Trentino presenta il Bilancio di sostenibilità

Il Consorzio Vini del Trentino presenta il Bilancio di sostenibilità :Un primato frutto di unità e sinergia

Un primato frutto di unità e sinergia: Il Consorzio Vini del Trentino presenta il Bilancio di sostenibilità
Un risultato storico che parte da lontano: un percorso in grado di rappresentare un unicum a livello nazionale e di coinvolgere tutti i players della filiera vitivinicola trentina.
 
Trento 20 giugno 2022

Museo Muse, Trento, 20 giugno 2022 – Nell’affascinante e simbolico scenario del Museo delle Scienze (MUSE) di Trento, il Consorzio di Tutela Vini del Trentino, nel tardo pomeriggio di ieri, ha presentato il primo Bilancio di Sostenibilità 2021.

Un evento di notevole importanza che si configura come una tappa centrale nel percorso di sviluppo sostenibile del Consorzio e che sancisce un primato storico: si tratta del primo Bilancio di Sostenibilità realizzato da un Consorzio di Tutela nel settore vitivinicolo.

Un risultato frutto di un lavoro di squadra e di un cammino lungo e complesso che ha coinvolto 91 aziende socie, 15 cantine cooperative, più di 6.000 viticoltori, molteplici stakeholder del territorio.

In apertura la giornalista e conduttrice dell’evento Linda Pisani, ha voluto ricordare una delle figure più importanti del mondo della ristorazione e del vino in Trentino, Gianni Pasolini – ristoratore, sommelier e grande conoscitore del territorio trentino – recentemente scomparso.

“Il Trentino si conferma laboratorio e avanguardia di innovazione” ha esordito Pisani “ora dobbiamo pensare ad una sostenibilità non solo ambientale ma integrata, che comprenda la governance aziendale”

“Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magia” ha continuato Pisani, citando lo scrittore e pittore Carlo Levi, “Questa serata serve per tradurre questa magia in numeri e fatti”.

“La sostenibilità è un flusso, non c’è un punto di arrivo in questo percorso” ha evidenziato Pietro Patton (Presidente del Consorzio di Tutela Vini del Trentino), “si tratta di un percorso dal quale non si può tornare indietro perché è come l’acqua di un fiume”.

Un percorso che in Trentino è connotato da peculiarità ben definite, come ha fatto emergere Graziano Molon (Direttore del Consorzio di Tutela Vini del Trentino) durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2021, in tandem con Laura Ricci (Senior Sustainability Manager di Trentino Green).

“La nostra produzione è legata alla viticoltura di montagna, il 15% è situata sopra i 500 metri s.l.m, questa è una nostra prerogativa e unicità. Avere un’identità forte, riconosciuta prima di tutto da ogni produttore, significa costruire le basi per una promozione efficace e credibile.”

“Il Bilancio di sostenibilità è uno strumento potente, non solo analitico ma anche comunicativo” ha ribadito Ricci, “è un progetto che ha nel cuore la tutela delle denominazioni, 5 DOC e 2 IGT.”

 
 
 
 
Tavola Rotonda

“Distintività e valorizzazione delle unicità, per una “agricoltura che può essere il problema oppure la soluzione, in Trentino è stata la soluzione”.

Con queste parole Lorenzo Tosi, giornalista di Edagricole ha introdotto la tavola rotonda.

“Non è una corsa a tappe e non si torna indietro, in Trentino è da 20 anni che il settore vitivinicolo lavora in questa direzione”, ha spiegato Luca Rigotti, (Coordinatore nazionale per il settore vino dell’Alleanza delle Cooperative).

“C’è un connubio tra turismo, agricoltura e territorio che va spinto e valorizzato. Credo che all’interno di questo traguardo abbiamo saputo contemperare le esigenze di tutte le realtà. Il fattore cooperativo è stato un vantaggio, perché attraverso un progetto unico si raggiungono più realtà”.

“Quando si parte col piede giusto, piccoli e grandi possono contemperare le esigenze e trovare una soluzione, dialogando in maniera costruttiva” ha riaffermato Paolo Malfer (Membro CdA Consorzio Vini del Trentino e Revì Spumanti). “La parola sostenibilità non deve scolorarsi, noi dobbiamo fare ciò che diciamo e dobbiamo perseguirlo in maniera matematica. Il Consorzio è la sede giusta per garantire, tutelare e far convergere sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Abbiamo dimostrato che se si opera in modo giusto, si ottengono grandi risultati”.

Il Consorzio di Tutela Vini del Trentino ha aderito alla certificazione ministeriale SQNPI e verifica il rispetto dei requisiti della produzione integrata da parte di tutti i soci mediante controlli in campo e analisi. Il Consorzio ha portato alla certificazione quasi 6.000 viticoltori, 16 cantine sociali e 25 cantine private.

Giuseppe Ciotti (MIPAAF, Direzione generale dello Sviluppo rurale) ha sottolineato l’importanza della certificazione SQNPI che “prevede uno standard e delle modalità di gestione, ma non è una formula magica. Questa certificazione si adatta ad imprese preparate, il Trentino rappresenta un modello di sviluppo sostenibile che fa da traino al sistema nazionale.

Ma, secondo Ciotti, permangono ulteriori margini di miglioramento: “Devo dire che sinora è mancata la comunicazione istituzionale perché il nostro messaggio è rivolto ai cittadini. L’esigenza è quella di mettere in evidenzia che questa certificazione è gestita da una istituzione pubblica terza e che riguarda i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica”.

“Capire cosa pensano i consumatori non è mai semplice, quando ai consumatori viene chiesto quali temi associano alla sostenibilità emergono maggiormente i temi ambientali piuttosto che quelli sociali o economici” ha rivelato il professore Eugenio Pomarici (Università di Padova, Dipartimento TESAF, CIRVE). “Il Trentino è avanti riguardo alle misure legate alla sostenibilità sociale che sono al centro anche della PAC e vengono richieste da diversi trade e monopoli scandinavi”.

Valentina Sourin (Responsabile settore vitivinicolo Legacoop Agroalimentare) ha voluto mettere in luce l’attenzione delle cooperative vitivinicole nei confronti dell’adozione di standard sostenibili.

“Abbiamo fatto una indagine interna, circa il 62% delle coop è bio, più del 50% aderiscono ad un sistema di certificazione volontaria e si arriva all’80% considerando le coop che aderiranno nei prossimi mesi. Più del 70% del campione ad oggi redige un bilancio di sostenibilità”.

Sul tema della presunta “concorrenza” tra certificazione biologica e certificazioni sostenibili è intervenuto Stefano Sequino (Responsabile settore vitivinicolo Confcooperative Fedagripesca) che ha dissipato i dubbi: “Non parlerei di “derby” perché la sostenibilità è un processo molto più ampio rispetto alla certificazione biologica. Tra biologico e sostenibile vedo più sinergie che contrasti”.

Sull’utilizzo degli agrofarmaci Paolo Malfer ha evidenziato la disponibilità e la preparazione dei viticoltori trentini: “I nostri viticoltori stanno già spingendo sull’acceleratore, gli abbiamo suggerito di usare i diserbanti solo una volta in autunno, ci sono tanti produttori che hanno scelto di non diserbare mai. Qualità del vino e sostenibilità vanno d’accordo, il viticoltore trentino se ne è accorto ed ha constatato che questa scelta è remunerativa”.

Dunque, come si trasforma la sostenibilità in valore economico? Secondo il professor Pomarici “la sostenibilità sta diventando il biglietto d’ingresso e di permanenza nel mercato. La vera battaglia è sull’ottimizzazione dei costi più che sulla marginalità. L’importante è cambiare la governance aziendale, significa fare un percorso per ottimizzare i processi e minimizzare gli sprechi”.

Sostenibilità e turismo rappresentano un binomio inscindibile in Trentino e devono svilupparsi in sintonia, ne è convinto Luca Rigotti: “Poter presentare un territorio con delle caratteristiche di salubrità e tutela dell’ambiente è un valore aggiunto che può attirare turismo”.

Rigotti si è espresso anche sulla necessità dello standard unico di sostenibilità, soprattutto in chiave export: “Il mercato del vino ha bisogno di uno standard unico di sostenibilità che permetta ai consumatori all’estero di riconoscere la sostenibilità “Made in Italy”. Ci vogliono 3-4 requisiti uguali in tutte le regioni italiane, allora avremo raggiunto l’obiettivo di investimento per promuovere il vino sostenibile italiano nel mondo.

Oltre il 70% del vino Trentino va all’estero per cui dobbiamo vedere fuori dalla nostra porta altrimenti la nostra bottiglia si ferma a Borghetto sull’Adige, al confine con il Veneto”.

In chiusura il Presidente Pietro Patton ha voluto dare il giusto riconoscimento alla dedizione e all’abnegazione dei produttori trentini: “Questo risultato senza l’impegno dei produttori e dei viticoltori trentini non sarebbe stato possibile. Ricordiamo che oggi noi siamo stati al fresco in questo splendido contesto, ma là fuori ci sono migliaia di agricoltori che lavorano sodo e bisogna che la loro attività sia tutelata ed economicamente sostenibile”.

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