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Capocollo di Martina Franca Igp - Domanda di registrazione 2023

Pubblicato da disciplinare
Capocollo di Martina Franca

Il Capocollo di Martina Franca e' ricavato dai muscoli cervicali della porzione superiore del collo, tra  l'osso occipitale e la 1ª vertebre cervicale fino alla 5ª vertebre dorsale.
La zona di produzione del Capocollo di Martina  Franca comprende i comuni di Martina Franca (TA), Cisternino (BR), Locorotondo (BA), tutti ubicati al di sopra dei 350 mt. s.l.m.

MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, DELLA SOVRANITA' ALIMENTARE E DELLE FORESTE
COMUNICATO 

Domanda di registrazione della indicazione geografica protetta «Capocollo di Martina Franca».  Pubblicazione del disciplinare di produzione. (23A04372)

(GU n.183 del 7-8-2023)
 
 


Il Ministero dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e
delle foreste, esaminata la domanda intesa ad ottenere la
registrazione della denominazione «Capocollo di Martina Franca» come
indicazione geografica protetta, ai sensi del regolamento (UE) n.
1151/2012 del Parlamento e del Consiglio del 21 novembre 2012,
presentata dall'Associazione Capocollo di Martina Franca, acquisito
il parere favorevole della Regione Puglia e a seguito della riunione
di pubblico accertamento tenutasi a Martina Franca in data 8 giugno
2023, provvede come previsto dall'art. 9, comma 1, del decreto
ministeriale 14 ottobre 2013, alla pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana del disciplinare di produzione
affinche' ogni persona fisica o giuridica avente un interesse
legittimo e residente sul territorio nazionale possa fare opposizione
alla domanda di registrazione.
Le eventuali opposizioni, adeguatamente motivate, relative alla
domanda di registrazione, dovranno pervenire al Ministero
dell'agricoltura, della sovranita' alimentare e delle foreste -
Dipartimento delle politiche competitive della qualita'
agroalimentare dell'ippica e della pesca - Direzione generale per la
promozione della qualita' agroalimentare e dell'ippica - PQAI IV -
via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma - entro e non oltre trenta giorni
dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana del presente disciplinare di produzione, dalle sole persone
fisiche o giuridiche aventi un interesse legittimo e residenti sul
territorio nazionale.
Dette opposizioni sono ricevibili se pervengono al Ministero nei
tempi sopra esposti, pena irricevibilita' nonche', se con adeguata
documentazione, dimostrano la mancata osservanza delle condizioni di
cui all'art. 5 e all'art. 7, paragrafo 1 del regolamento (UE) n.
1151/2012; dimostrano che la registrazione del nome proposto e'
contraria all'art. 6, paragrafo 2, 3 o 4 del regolamento (UE) n.
1151/2012; dimostra che la registrazione del nome proposto danneggia
l'esistenza di un nome omonimo o parzialmente omonimo o di un
marchio, oppure l'esistenza di prodotti che si trovano legalmente sul
mercato da almeno cinque anni prima della data di pubblicazione di
cui all'art. 50, paragrafo 2, lettera a) del regolamento (UE) n.
1151/2012; forniscono elementi sulla cui base si puo' concludere che
il nome di cui si chiede la registrazione e' un termine generico.
Il Ministero, ove le ritenesse ricevibili, seguira' la procedura
prevista dal decreto ministeriale n. 12511 del 14.10.2013, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 251 del 25
ottobre 2013, prima dell'eventuale trasmissione della suddetta
domanda di registrazione alla Commissione europea.
Decorso tale termine, in assenza delle suddette opposizioni o
dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta domanda sara'
notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 49 del
regolamento (UE) n. 1151/2012, ai competenti organi comunitari.

Disciplinare di produzione del «Capocollo di Martina Franca»

Art. 1.

Denominazione

L'Indicazione geografica protetta «Capocollo di Martina Franca»
e' riservata al prodotto di salumeria avente i requisiti fissati nel
presente disciplinare di produzione.

Art. 2.

Descrizione del prodotto

2.1 Materie prime
Il «Capocollo di Martina Franca» e' ricavato dai muscoli
cervicali della porzione superiore del collo, tra l'osso occipitale e
la 1ª vertebre cervicale fino alla 5ª vertebre dorsale.
Non possono essere trasformate carni che abbiano subito processi
di conservazione come il congelamento e la surgelazione ma mantenute
esclusivamente in condizioni di refrigerazione con temperature
comprese tra 0°C e 7°C gradi.
Per la produzione del Capocollo di Martina Franca, le carni sono
originate da suini figli di:
a) verri delle razze tradizionali Large White Italiana,
Landrace Italiana e Duroc Italiana, cosi' come migliorate dal Libro
Genealogico Italiano, in purezza o tra loro incrociate, e scrofe
delle razze tradizionali Large White e Landrace Italiana, in purezza
o tra loro incrociate;
b) verri delle razze tradizionali di cui alla lettera a) e
scrofe meticce o di altri tipi genetici purche' questi provengono da
schemi di selezione e/o incrocio di razze Large White, Landrace e
Duroc attuati con finalita' compatibili con quelle del Libro
Genealogico Italiano, per la produzione del suino pesante;
c) verri e scrofe di altri tipi genetici purche' questi
provengono da schemi di selezione e/o incroci di razze Large White,
Landrace e Duroc attuati con finalita' compatibili con quelle del
Libro Genealogico Italiano, per la produzione del suino pesante;
d) verri degli altri tipi genetici di cui alla lettera c) e
scrofe delle razze tradizionali di cui alla lettera a);
e) verri e scrofe di razze autoctone cosi' come conservate dal
Libro Genealogico Italiano.
Non possono essere utilizzate coppe di suino fresche provenienti
da:
- suini portatori di caratteri antitetici, con particolare
riferimento alla sensibilita' agli stress (PSS);
- verri e scrofe.
Il taglio carneo disossato idoneo alla trasformazione in
«Capocollo di Martina Franca» presenta un peso compreso tra 2,5 e 4,0
Kg.
2.2 Caratteristiche fisiche e organolettiche Il «Capocollo di
Martina Franca» all'atto dell'immissione al consumo presenta le
seguenti caratteristiche fisiche e organolettiche:
Forma cilindrica, avvolto in budello naturale, diametro di 10 -
15 cm e peso di 1,5 - 2,5 kg. La parte superiore, testa, e' strozzata
per la tradizionale legatura con spago.
Al taglio, la fetta e' morbida e compatta, di colore rosso vinoso
con sottili fessurazioni in corrispondenza delle marezzature.
Le specialita' sensoriali del capocollo di Martina Franca si
riscontrano nelle note di affumicato del legno e foglie secche di
fragno (Quercus Troiana Webb) quercia che popola la zona di
produzione del Capocollo di Martina Franca, indicata all'art. 3 del
presente disciplinare, caratteristica che lega fortemente al
territorio e alla tradizione il prodotto.
Aroma caratteristico di affumicato, di giusta sapidita', con
sensazione acido-aromatica del cosiddetto «mire cutte» o vino cotto
della tradizione popolare martinese ottenuto dai vitigni a bacca
bianca Verdeca e Bianco d'Alessano previsti nei disciplinari di
produzione delle DOC «Martina» e/o «Locorotondo».
2.3 Caratteristiche chimico - fisiche

===============================================================
| Valore | Min. | Max. |
+=========================================+=========+=========+
|Proteine (N x 6.2 )% | 20 | 40 |
+-----------------------------------------+---------+---------+
|Grassi totali% | 20 | 45 |
+-----------------------------------------+---------+---------+
|Ceneri% | 4 | 7 |
+-----------------------------------------+---------+---------+
|Umidita% | 25 | 43 |
+-----------------------------------------+---------+---------+
|Aw | 0.89 | 0.93 |
+-----------------------------------------+---------+---------+
|pH | 5.5 | 6.5 |
+-----------------------------------------+---------+---------+

Art. 3.

Zona di produzione

La zona di produzione del «Capocollo di Martina Franca» comprende
i comuni di Martina Franca (TA), Cisternino (BR), Locorotondo (BA),
tutti ubicati al di sopra dei 350 mt. s.l.m.

Art. 4.

Prova dell'origine

Ogni fase del processo produttivo (prodotti in entrata e prodotti
in uscita) deve essere monitorata e documentata.
In questo modo, attraverso l'iscrizione dei dati in appositi
elenchi e registri, gestiti dall'organismo di controllo, individuato
all'art. 7, e riguardanti i macellatori, sezionatori, produttori,
affettatori, nonche' attraverso la dichiarazione tempestiva alla
struttura di controllo delle quantita' prodotte, e' garantita la
tracciabilita' e la rintracciabilita' del prodotto.
Tutte le persone, fisiche e giuridiche, iscritte nei rispettivi
elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte della struttura
di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione
e dal relativo piano di controllo.

Art. 5.

Metodo di produzione

Il processo di elaborazione del «Capocollo di Martina Franca»,
effettuato nella zona di produzione di cui all'art. 3, segue le
seguenti principali fasi:
5.1. Mondatura e salagione
Le carni suine selezionate vengono sagomate e private delle
aponeurosi e dell'eventuale grasso di copertura in eccesso. Si
procede, quindi, alla salagione a secco con il solo uso di
ingredienti naturali quali il sale alimentare e il pepe nero.
Possono anche essere impiegati: destrosio e/o saccarosio, acido
ascorbico, nitrato di potassio, nitrito di sodio.
E' consentito l'uso di trito delle erbe aromatiche di seguito
riportate: rosmarino e bacche di ginepro.
Il prodotto viene conservato in cella frigo in contenitori di
plastica o di acciaio per dodici giorni, ad una temperatura minima di
4°C e massima di 6°C. Periodicamente, ogni 3 giorni, viene
controllato, rivoltato e massaggiato per facilitare la penetrazione
del sale in profondita', preoccupandosi di eliminare il liquido di
colatura in eccesso.
5.2 Marinatura, insacco e asciugatura
Dopo la salatura, per eliminare i residui di sale alimentare, il
capocollo viene lavato e fatto marinare per due ore nel cosiddetto
«mire cutte»: denominazione locale di una soluzione composta da 50%
di vino ottenuto dai vitigni a bacca bianca Verdeca e Bianco
d'Alessano previsti nei disciplinari di produzione delle DOC
«Martina» e/o «Locorotondo e 50% di mosto cotto da vitigni a bacca
bianca Verdeca e Bianco d'Alessano. Quindi, si procede all'insacco
del capocollo in budello naturale di suino, tratto dell'intestino di
maiale definito «cieco» o «muletta», precedentemente trattato con
immersione per 24 ore in una soluzione costituita da 50% di vino
bianco dai vitigni a bacca bianca Verdeca e Bianco d'Alessano e 50%
di mosto cotto.
Il budello naturale, una volta serrato intorno al prodotto, viene
forato in piu' punti per favorire la traspirazione e la non
formazione di bolle d'aria.
Successivamente viene avvolto in tessuti di cotone e nylon e
legato con spago per ottimizzare l'espulsione del liquido di colio
per agevolare l'adesione del budello alla carne e favorire la
tradizionale forma cilindrica al prodotto finito.
La fase di asciugatura avviene in ambienti con temperatura tra i
15°C e 25°C gradi e umidita' relativa tra il 70 e il 90 %; tale fase
dura quindici giorni.
5.3 Affumicatura
Dopo l'asciugatura il capocollo, appeso su carrelli, e' posto in
stanze per l'affumicatura che avviene con temperature comprese tra 15
e 35 °C. L'affumicatura avviene facendo bruciare senza fiamma il
legno e foglie secche del fragno (Quercus Trojana Webb) pianta
caratteristica della zona di produzione.
Il fumo deve avvolgere il prodotto per un tempo minimo
di ventiquattro ore ed un massimo di quarantotto ore.
5.4 Stagionatura
La stagionatura del Capocollo di Martina Franca avviene in locali
ove sia assicurato un sufficiente ricambio dell'aria a temperatura
compresa tra i 10 e i 20°C e umidita' variabile tra il 70 ed il
90%.
Il periodo di stagionatura e' minimo di sei mesi dalla data della
avvenuta salatura.
Durante tale periodo e' stabilita la ventilazione, l'esposizione
alla luce e all'umidita' naturale tenuto conto dei fattori climatici
presenti nella zona tipica di produzione.

Art. 6.

Legame con l'ambiente

La domanda di registrazione di Capocollo di Martina Franca e'
fondata sulla reputazione del prodotto e sulle sue caratteristiche
peculiari.
La reputazione del «Capocollo di Martina Franca» e' dimostrata da
diversi documenti recanti riferimenti e citazioni al «Capocollo di
Martina Franca».
La tradizione del «Capocollo di Martina Franca» e' molto antica,
difatti e' stato attestato per la prima volta nel «Notamento di
spese» occorse per il disimpegno di Alberobello per la venuta del
fiscale Vivenzio, redatto ad Alberobello il 30 maggio 1797. In questo
documento, sotto il giorno 20 maggio figura tra le altre voci il
saldo: capo collo rotola 1 ½ (poco piu' di kg 1,300), capo collo
rotola 1 ¾ (poco piu' di kg 1,500) grana 76. Il prodotto alimentare
procurato a servizio dell'avvocato fiscale marchese Nicola Vivenzio
(1742-1816) corrisponde, inequivocabilmente, con il famoso e pregiato
insaccato di Martina Franca per una serie di ragioni: venne
acquistato da Martina Franca insieme ad altri derivati
dell'allevamento suino (prosciutto, strutto e ventresca) e per ben
due volte viene riportata la dicitura capo collo; in altrettanti casi
e' accompagnato dall'indicazione del peso, che tuttora si aggira
attorno al peso medio riportato nel documento settecentesco.
Il libro di Cesare Brandi del 1968 «Pellegrino di Puglia -
Martina Franca» fa riferimento alla prelibatezza del capocollo
prodotto a Martina Franca; nel capitolo che descrive il bosco «Le
Chianelle» si parla del capocollo di Martina Franca: «... Qui il
capocollo e' dolce e affumicato leggermente ... Ed io pensavo come
sarebbe buono, a maggio, mangiarlo con le fave fresche, e quel vino
cosi' secco e limpido; pallidissimo, come il vino del Reno. Allora i
magnati dell'acciaio impareranno il vino e il capocollo ...».
La reputazione del «Capocollo di Martina Franca» e' dimostrata
anche da documenti commerciali risalenti agli anni '90 del XX secolo,
fatture di vendita riportanti la descrizione «Capocollo di Martina
Franca»; ma anche dalla presenza di questo prodotto nel commercio
dove «Capocollo di Martina Franca» fa parte del linguaggio
quotidiano.
Numerosi eventi pubblici quali degustazioni, eventi gastronomici
ed enologici, organizzati su scala nazionale e regionale e vari
articoli sia sulla stampa che sul web fanno riferimento esplicito
alla dicitura «Capocollo di Martina Franca».
In un articolo dell'inserto domenicale «La Domenica di
Repubblica» del quotidiano nazionale La Repubblica del 25 aprile
2005, in uno speciale dal titolo «Salumi. Viaggio italiano nei
segreti del maiale» viene indicato il capocollo di Martina Franca e
il relativo processo di produzione.
Un articolo di Roberto Gatti del 15 Maggio 2012 «Il Capocollo di
Martina Franca», pubblicato sul sito
https://www.winetaste.it/il-capocollo-di-martina-franca/, descrive
nel dettaglio il processo produttivo del Capocollo di Martina Franca;
a corredo dell'articolo sono allegate alcune foto ed un video in cui
e' ripresa la lavorazione del capocollo di Martina Franca.
In un redazionale di Valleditrianotizie del 2 settembre 2014,
viene presentato l'evento «Come perdere la testa per il capocollo di
Martina»; manifestazione enogastronomica promossa dal Comune di
Martina Franca - Assessorato alle Attivita' Produttive, dal GAL Valle
d'Itria, e all'Associazione «Produttori Capocollo di Martina Franca»
in collaborazione con Fondazione Slow Food per la Biodiversita', Slow
Food - Alberobello e Valle d'Itria, Touring club italiano e Pro Loco
Martina.
La rinomanza del Capocollo di Martina Franca e' testimoniata
anche dalla presenza dei produttori locali a eventi a livello
nazionale e internazionale quali il Tutto Food - Milano World Food
Exhibition del 3/6 maggio 2015.
Il sito web
https://www.touringclub.it/voci-del-territorio/puglia/i-tipici-a-loco
rotondo-bandiera-arancione-dal-14-al-16-settembre-tre dedica un
articolo all'evento gastronomico organizzato a Locorotondo dal 14 al
16 settembre 2016 «Un Paese tutto da mangiare» durante il quale e'
stato celebrato il prodotto per eccellenza del territorio «Il
Capocollo di Martina Franca».
Altro evento gastronomico che si e' svolto presso il comune di
Grottaglie il 28 luglio 2017 e segnalato sul sito web
http://vinoemusica.it/, e' «Vino e'... Musica. Il cammino dell'arte,
l'incontro dei sapori.» VIII edizione. Rassegna enogastronomica, che
celebra la cultura, le tradizioni, l'arte, il territorio e i
molteplici sapori del Sud Italia, ad accompagnare le degustazioni
tecniche nei laboratori non puo' mancare il Capocollo di Martina
Franca.
L'evento organizzato l'11 febbraio 2018 a Martina Franca
«Eccellenze a Martina Franca: Carella, Il Muba e il Capocollo»
(www.muba-sanmartino.it/evento/eccellenze-a-martina-franca-carella-il
-muba-e-il-capocollo/) si e' articolato in una passeggiata per
l'elegante cittadina della Valle d'Itria che con la sua tradizione
musicale, storico-artistica, enogastronomica ed artigianale, si e'
fatta conoscere sempre di piu' e rappresenta una delle mete preferite
dai visitatori italiani e stranieri; il percorso si e' concluso con
la visita ad uno degli storici produttori del Capocollo di Martina
Franca per scoprire le fasi di lavorazione e stagionatura e degustare
il prodotto.
A dimostrazione dell'interesse che suscita sul territorio la
valorizzazione del prodotto, l'11 gennaio del 2019 e' stata
organizzata, in collaborazione con il Comune di Martina Franca, la
manifestazione «Capocollo di Martina Franca: una storia, un prodotto
e un territorio da tutelare»
(https://www.comune.martinafranca.ta.it/archivio6_eventi-in_agenda_0_
308.html/).
Il quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e
accoglienza «Italia a Tavola», sul proprio sito web
https://www.italiaatavola.net/tendenze-mercato/agricoltura-cibo/2019/
2/18/puglia-the-good-place-territorio-esprime-conoscere-tavola/59356/
, evidenzia l'evento di Milano del 18 febbraio 2019 del Fuori salone
targato Puglia per la chiusura della Bit-Borsa internazionale del
turismo: «Puglia, the good Place: territories, food, wine &
wellness», durante il quale e' stato proposto un aperitivo e una cena
made in Puglia per esaltare la sostenibilita' della cucina e delle
materie prime, tra cui il Capocollo di Martina Franca associato ad
altre prelibatezze della tradizione pugliese.
Sul sito web «enogastronomia.it» specializzato sulla divulgazione
di contenuti relativi al turismo enogastronomico vi e' un'ampia
pagina dedicata al Capocollo di Martina Franca con la descrizione del
processo di lavorazione, della zona di produzione e degli abbinamenti
del prodotto.
Il legame con la zona geografica di produzione del «Capocollo di
Martina Franca» e' inoltre fondato sulle sue caratteristiche
peculiari.
Il «Capocollo di Martina Franca» in dialetto chepecuedde, frutto
della tradizione norcina locale si distingue per l'utilizzo durante
la concia del cosiddetto «mire cutte» o vino cotto, prodotto tipico
della zona di produzione di cui all'art. 3. Il «mire cutte» o vino
cotto e' composto da 50% di vino ottenuto dai vitigni a bacca bianca
Verdeca e Bianco d'Alessano previsti nei disciplinari di produzione
delle DOC «Martina» e/o «Locorotondo e 50% di mosto cotto da vitigni
a bacca bianca Verdeca e Bianco d'Alessano; tale miscela contribuisce
al sapore pieno, di giusta sapidita', con sensazione acido-aromatica
del cosiddetto «mire cutte» o vino cotto della tradizione popolare
martinese.
Altri importanti elementi distintivi della caratterizzazione del
«Capocollo di Martina Franca» sono l'affumicatura con legno e foglie
secche di fragno (Quercus Trojana Webb), pianta caratteristica della
zona di produzione e sia l'utilizzo del budello naturale e non del
diaframma parietale che per la sua permeabilita' consente di
assorbire e trattenere il fumo sprigionato dal legno tipico e
conferire un aroma di affumicato a cuore nel prodotto.
Il «Capocollo di Martina Franca» deve le sue peculiari
caratteristiche anche al fattore umano che ha interagito nel tempo
determinandone la particolare tecnica di produzione descritta nel
presente disciplinare, tramandata nel corso dei tempi.
I produttori locali hanno ereditato una riconosciuta abilita' sia
nella selezione e taglio delle carni che nelle complesse attivita'
manuali previste nelle varie fasi di lavorazione, di preparazione
della concia e della fase di affumicatura.
La lavorazione del Capocollo di Martina Franca e' effettuata
manualmente da operatori che nel tempo hanno sviluppato conoscenze
specifiche nelle operazioni di rifilatura del taglio di carne che
subisce una salagione manuale chiamata «a secco» senza utilizzo di
zangole meccaniche e l'insacco nella muletta manualmente senza
l'utilizzo di pressainsaccatrice pneumatica per poi essere legato
solo in testa dall'operatore per dargli la sua forma tipica.
Le condizioni climatiche della zona di produzione del Capocollo
di Martina Franca, area collinare al di sopra dei 350 metri sul
livello del mare, da sempre caratterizzate da un microclima fresco e
ventilato durante tutto l'anno, grazie alla vicinanza delle coste del
mare Jonio e dell'Adriatico che con l'alternanza dei venti
settentrionali di maestrale e meridionali di scirocco sono condizioni
ideali per arieggiare le stanze di stagionatura nei ricambi d'aria
per ottenere un Capocollo di Martina Franca con caratteristiche
organolettiche tipiche di gusto (dolce), aroma (sentore vinoso),
odore (di affumicato) e tenerezza (alla masticazione della fetta).
L'insieme «fattori umani - prodotto e denominazione» si collega,
quindi, all'evoluzione socioeconomica della zona di produzione del
«Capocollo di Martina Franca», determinando tradizioni e usi locali
non altrove riproducibili.
Tutti gli aspetti descritti, fra cui in particolar modo la
reputazione, l'utilizzo del 'mire cutte' o vino cotto e del budello
naturale e non del diaframma parietale, l'affumicatura con legno di
fragno che esaltano in maniera distintiva il sapore del Capocollo di
Martina Franca, dimostrano il legame del capocollo con la storia, la
tradizione e la zona di produzione delimitata dall'art. 3.

Art. 7.

Controlli

Il controllo sulla conformita' del prodotto al disciplinare di
produzione e' svolto, da un organismo di controllo, conformemente a
quanto stabilito dall'art. 37 del regolamento (UE) n. 1151/2012. Tale
organismo di controllo e': CSQA Certificazioni Srl, Via S. Gaetano,
74 - 36016 Thiene VI, Telefono: +39 0445 313011 Fax: +39 0445 313070,
e-mail: csqa@csqa.it - indirizzo PEC: csqa@legalmail.it

Art. 8.

Etichettatura

La designazione della Indicazione geografica protetta «Capocollo
di Martina Franca» deve essere realizzata in caratteri chiari e
indelebili, nettamente distinguibili da ogni altra scritta che
compare nell'etichetta o cartellino allegato al prodotto o
indicazione sulla confezione del prodotto porzionato, ed essere
immediatamente seguita dalla menzione «Indicazione geografica
protetta» o dall'acronimo «IGP».
Il «Capocollo di Martina Franca» puo' essere commercializzato
intero, in trancio sottovuoto o in atmosfera protettiva, o affettato
sottovuoto o in atmosfera protettiva.
E' vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non
espressamente prevista.
La dicitura «Indicazione geografica protetta» puo' essere
utilizzata in una qualsiasi delle lingue ufficiali dell'Unione
europea o della lingua del Paese terzo in cui il Capocollo di Martina
Franca e' commercializzato.
E' tuttavia consentito l'utilizzo di indicazioni che facciano
riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi privati, purche' non
abbiano significato laudativo o tali da trarre in inganno
l'acquirente, nonche' l'eventuale nome di aziende suinicole dai cui
allevamenti deriva il prodotto.
Nelle etichette si deve obbligatoriamente riportare il simbolo
grafico delle IGP dell'Unione europea e il logo della denominazione
«Capocollo di Martina Franca».
Il logo e' costituito da un cerchio, raffigurante la fronda di
una grande quercia (FRAGNO) di colore ocra dorata (Pantone 7557) su
fondo bianco, che affianca la sagoma di un «TRULLO». tutto intorno,
un anello a fondo terra rossa verona (Pantone 1815), con la scritta
bianca (Font: Bauer Bodoni BT) «Capocollo» (nell'arco Superiore) e
Martina Franca (nell'arco inferiore), frammezzati da due stelle a sei
punte in ocra dorata (Pantone 7557). La riproduzione deve avvenire
sempre in proporzione circolare esatta.

Capocollo di Martina Franca

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