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Trexenta Igt

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La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei mosti e dei vini atti a essere designati con l'indicazione geografica tipica "Trexenta" comprende l'intero territorio dei seguenti comuni: Barrali, Gesigo, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, Samatzai, Selegas, Senorbi, Siurgus Donigala, Suelli, S. Basilio, S. Andrea Frius in provincia di (ex Cagliari ) Sud Sardegna

La Trexenta è una regione storica che si trova nella porzione centro meridionale della Sardegna. È
una zona caratterizzata dalla presenza di colline arrotondate o tabulari alla sommità, intervallate da ampie vallate, conche mal drenate e pianure alluvionali. Quest’area si è formata sul bordo della fossa del campidano, a partire dall’oligomiocene in un bacino di accumulo di sedimenti detritici derivati dallo smantellamento dei rilievi preesistenti, di depositi marini spesso ricchi in fossili (marne, calcari e arenarie in varie combinazioni tra loro) e di vulcaniti di vario tipo (dai tufi ai basalti). Queste sequenze stratigrafiche poggiano a est sui preesistenti rilievi granitico metamorfici del paleozoico. Nelle parti altimetricamente più basse si estendono livelli diversi di terrazzi alluvionali antichi e recenti formatisi durante il quaternario. La forza dei rilievi collinari (fino ai m 500 - 700 slm) aumenta passando da sud a nord-est e così anche l’acclività dei versanti. Sui pendii e sui terrazzi alluvionali più antichi si trovano solitamente i vigneti. Vengono impiantati a vite entisuoli, inceptisuoli e alfisuoli di solito profondi, talvolta con elevati contenuti di carbonati e a tratti con problemi di drenaggio in profondità, da gestire con apposite reti di deflusso delle acque.
Il clima dell’area viene generalmente classificato come Mediterraneo interno, ed è caratterizzato
inverni miti e relativamente piovosi ed estati secche e calde.
Le precipitazioni medie annue variano con l’altitudine, vanno dai 500 mm della stazione di Guasila (Bassa Trexenta) fino ai 700 di Siurgus Donigala (Alta Trexenta).
La distribuzione stagionale delle piogge ha caratteri tipicamente mediterranei concentrandosi per
circa il 80% nel periodo autunno-inverno.
Le temperature durante l'inverno raramente scendono sotto lo zero (media annua delle minime
10°C), mentre d'estate si possono superare i 40 °C, la media annua delle massime 24 °C.

Fattori umani rilevanti per il legame con il territorio
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere la denominazione “IGT Trexenta”.
In Trexenta la coltivazione della vite ha origini antichissime, essendo fra le più antiche aree della
Sardegna a vocazione viticola. Testimonianze della sua presenza iniziano infatti dalla fine del
neolitico.
Il territorio è disseminato di testimonianze e reperti che documentano la presenza della vite fin dalla preistoria nei principali insediamenti nuragici di Simieri, Turriga, Monte luna, nei quali sono
numerosi i ritrovamenti di resti di anfore ed enotri utilizzati per la conservazione del vino.
Numerose sono inoltre le testimonianze dell’importanza della coltivazione dell’uva da vino nel
periodo romano, oggetto anche di studi recenti per il recupero delle antiche tecniche di
vinificazione. E probabile che già allora la caratteristica conformazione del territorio, idealmente
suddivisibile in una zona pianeggiante e in una zona di media collina, avesse portato ad una
suddivisione nella destinazione produttiva del territorio in una zona cerealicola ed una zona a forte una vocazione viticola. Se le testimonianze nel territorio della presenza punica e romana sono numerose, nulla o quasi resta del periodo della dominazione vandalica durata fino al 533 d.c., anno in cui la Sardegna entrò a far parte dell'esarcato di Bisanzio.
La Trexenta nel periodo giudicale fece parte del giudicato di Cagliari. Dopo la conquista della città
e dei territori circostanti da parte dei pisani avvenuta nel 1258, la Trexenta fu incorporata nel
giudicato di Arborea diventando presumibilmente possesso del comune di Pisa il cui declino, a
partire dal 1324, diede inizio alla sottomissione della Sardegna e così della Trexenta agli aragonesi.
Nel 1720 dopo una parentesi di dominio austriaco, la Sardegna e così la Trexenta fu ceduta a
Vittorio Amedeo II di Savoia e fece parte del regno di Sardegna prima e del regno d'Italia
successivamente (1860).
Citano l’Angius e il Casalis nel “Il Dizionario: Sardegna paese per paese -1837-1855”: “Il giudicato di Cagliari o Plumino nella sua integrità era più ragguardevole degli altri non solo per la sua maggior estensione, ma ancora per più numerosa popolazione, per ricchezza e per potenza (...).
Questo regno era diviso in quindici curatorie, delle quali sei marittime, Campidano, Nora, Sulcis,
Sàrrabus, Chirra, Ogliastra; e nove mediterranee, Decimo, Sigerro, Gippis, Nuràminis, Dolia,
Trecenta, Seurgus, Galila, Barbagia (...) dove si ragiona delle antiche popolazioni, e della fertilità
del suolo....”. E’ in questo periodo storico che la viticoltura anche in Trexenta raggiunge un alto
livello di coltivazione.
Nel corso del tempo la viticoltura continua a rappresentare per la Trexenta, la coltura caratterizzante per la qualità dei suoi prodotti e per la tradizione che viene tramandata da una generazione all’altra come confermato dalla presenza della cantina Trexenta, una delle realtà agricole più importanti e caratterizzanti del territorio.
La Cooperativa Agricola Trexenta, nasce nel 1956 dall’iniziativa di 23 viticoltori di diversi paesi
della Trexenta. Già negli anni '70 i vini della Cantina, sopratutto Nuragus e Monica, vengono
esportati in Francia e Germania.
Negli anni '80 inizia la diversificazione produttiva, sorgono così vigneti di Vermentino, Cannonau, Nuragus Monica, Bovale e Bovaleddu, Malvasia, Moscato e Nasco. La vocazione del territorio e del clima mediterraneo viene valorizzata non solo attraverso la produzione di uve di ottima qualità,a partire da questi vitigni ma anche attraverso l’uso delle varietà antiche che costituiscono un prezioso patrimonio nella storia dell’enologia locale.
L'esperienza nella cultura della vite, tramandata di padre in figlio, insieme ad un'accurata selezione delle uve e un'adeguata tecnologia garantiscono elevati standard qualitativi.
Oggi la cantina si estende su una superficie di circa 350 ettari di vigneto gestita con una
professionalità consolidata tramandata da generazioni.
Annualmente vengono prodotte circa 1.000.000 di bottiglie che vengono vendute per il 50% in
Sardegna e per il 50% fuori dall'isola.
I vitigni idonei alla produzione del vino in questione sono quelli tradizionalmente coltivati nell’area di produzione, previsti dal presente disciplinare. I sesti d’impianto e i sistemi di potatura, sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della chioma. L’alberello è il sistema più antico, ideato per il contenimento della vegetazione, al fine di adattare la produttività delle viti alle difficili condizioni pedo-climatiche della Trexenta caratterizzate dal clima caldo-arido, tipico delle regioni meridionali. I sistemi a spalliera, in particolare Guyot e Cordone speronato basso, garantiscono il mantenimento del profilo qualitativo delle uve e nel contempo si prestano alla meccanizzazione delle operazioni colturali come la gestione della chioma e la vendemmia.
Tutti i sistemi di allevamento si contraddistinguono per potature corte con limitata carica di gemme per ceppo e per sesti d’impianto stretti che consentono elevate densità di ceppi per ettaro.
Le rese medie per ettaro si attestano sui 60 quintali con gradazioni zuccherine comprese tra i 17% e 22% e anche maggiori per le cultivar destinate alla produzione di vini da dessert.
Le pratiche colturali vengono realizzate coniugando tecniche produttive compatibili con la tutela
dell’ambiente che incoraggiano una diminuzione dell’uso dei prodotti chimici di sintesi a tutela
della salute degli operatori addetti al settore e dei consumatori. In pratica si opera con l’applicazione dei criteri della gestione guidata e integrata, intervenendo cioè solo in caso di accertata necessità previa verifica in campo, e sulla base tempestivi avvisi ai viticoltori riportati nei notiziari fitosanitari.
Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione in rosso di vini tranquilli ma strutturati.

B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico
I vini di cui al presente disciplinare di produzione presentano, dal punto di vista analitico ed
organolettico, caratteristiche molto evidenti e peculiari, descritte all’articolo 6, che ne permettono
una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
In particolare tutti i vini rossi presentano caratteristiche chimico-fisiche equilibrate in tutte le
tipologie, mentre al sapore e all’odore si riscontrano aromi prevalenti tipici dei vitigni.
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla
lettera B).
L’orografia collinare del territorio di produzione e l’esposizione prevalente dei vigneti, orientati a
ovest sud ovest, e localizzati in zone particolarmente vocate alla coltivazione della vite, concorrono a determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive della pianta.
Nella scelta delle aree di produzione vengono privilegiati i terreni con buona esposizione adatti ad
una viticoltura di qualità.
Questa interazione è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite e della vinificazione che ai giorni nostri sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e
tecnologico, fino ad ottenere gli eccellenti vini prodotti attualmente in Trexenta. 

 

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