Domo Rosada Sardegna - Appartamenti turistici e camere per affitti breviDomo Rosada Sardegna - Appartamenti turistici e camere per affitti brevi

Siete qui : Home » articolo » Salice Salentino Doc

Salice Salentino Doc

Pubblicato da disciplinare

La Doc Salice Salentino rosso e rosato senza alcuna specificazione di vitigno è riservata ai vini ottenuti dalla vinificazione delle uve provenienti dai vigneti composti in ambito aziendale dal vitigno Negroamaro per almeno il 75%.
- Salice Salentino Aleatico è riservata ai vini ottenuti dalla vinificazione delle uve provenienti dai vigneti composti dal vitigno Aleatico per almeno l'85%, Negroamaro, Malvasia nera e Primitivo, fino a un massimo complessivo del 15%.
- Salice Salentino rosso e rosato senza alcuna specificazione di vitigno : Negroamaro per almeno il 75%.
- Salice Salentino Aleatico : Aleatico per almeno l'85%, Negroamaro, Malvasia nera e Primitivo, fino a un massimo complessivo del 15%.
Le uve devono essere prodotte nella zona di produzione che comprende tutto il territorio
amministrativo di Salice Salentino , Veglie e Guagnano della provincia di Lecce e San Pancrazio
Salentino e Sandonaci della provincia di Brindisi e inoltre in parte il territorio comunale di Campi
Salentina in provincia di Lecce e Cellino San Marco in provincia di Brindisi.

L’assetto geologico dell’areale della DOC Salice Salentino non si discosta molto da quello
riscontrabile in tutta la Penisola Salentina: sul basamento carbonatico cretaceo, blandamente piegato e dislocato da faglie, giacciono in trasgressione i sedimenti delle formazioni terziarie e quaternarie.
Tale configurazione morfostrutturale deriva dagli eventi tettonici e paleogeografici che si sono
susseguiti nella regione salentina a partire dal Mesozoico. A partire da tale periodo infatti il
basamento carbonatico ha subito numerose emersioni e subsidenze accompagnate da ingressioni
marine.
Il quadro risultante è dato dalla presenza di un substrato carbonatico mesozoico su cui giacciono in trasgressione le unità di più recente deposizione: le calcareniti mioceniche ed i sedimenti
calcarenitici, argillosi e sabbiosi pliocenici e pleistocenici.
Tutte queste unità, possono essere classificate in quattro gruppi principali, in base ai caratteri di
facies e in relazione all’evoluzione geodinamica dell’area dal Cretaceo ai nostri.
Nell’area si rinvengono, dalla più antica alla più recente, le seguenti formazioni geologiche:
1. Calcari di Altamura (Turoniano sup- Maastrichtiano)
2. Pietra Leccese e Calcareniti di Andrano (Burdigaliano – Messiniano)
3. Calcareniti di Gravina (Pliocene medio – Pleistocene inf.)
4. Argille Subappennine (Pleistocene inf.)
5. Depositi Marini Terrazzati (Pleistocene medio e sup).
I suoli del Salento viticolo sono di diverse tipologie. Il più delle volte sono profondi e argillosi –
calcarei nell’entroterra del Salento dove appunto ricade il comprensorio della DOC Salice
Salentino; nel Basso Salento spesso risultano più superficiali e rossastri con roccia calcarea che di
tanto in tanto affiora.
I primi essendo notevolmente profondi, ricchi di sostanza organica, poveri in carbonato di calcio, si prestano molto bene alla coltivazione della vite, specialmente quella innestata su portinnesti
americani, che bene si apprestano a questo tipo di terreno.
Le caratteristiche di questi terreni fanno si che anche in alcune annate più siccitose si riescono
comunque a creare delle condizioni ottimali per lo sviluppo della pianta ottenendo un vino qualità.


2) Fattori umani rilevanti per il legame
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “SALICE SALENTINO”.
L'origine della denominazione DOC del Salice Salentino è da attribuirsi ad alcuni produttori storici
presenti nell’areale della DOC Salice Salentino i quali già a partire negli anni 30 producevano vini
rossi e rosati base di Negroamaro (Negro amaro) e Malvasia Nera. Nel 1976, grazie anche
all’affermazione di tali vini su mercati Nazionali e Internazionali, è stato istituita la denominazione di Origine Salice Salentino.
Il nome di questo vino deriva dalla omonima cittadina situata a nord di Lecce, zona di vigneti e
uliveti, in cui sono sparse masserie e antiche torri di vedetta.
Il Negromaro é di remota introduzione, le coltivazioni dell'area meridionale della Puglia infatti, sin
dal VI secolo a.C., erano caratterizzate quasi unicamente da questo vitigno.
Due sono le forme di allevamento dei vigneti della DOC Salice Salentina più utilizzati:
Alberello pugliese; Si tratta di un sistema di allevamento più anticamente diffuso nell'Italia
meridionale e insulare e largamente diffuso anche in altre regioni a clima caldo-arido. È concepito
per sviluppare una vegetazione di taglia ridotta allo scopo di adattare la produttività del vigneto alle condizioni sfavorevoli della scarsa piovosità del sud Italia. Il sesto d’impianto tradizionale va da 1,60 -1,80 m tra le file a 1,00 – 1,10 m. su la fila. La maggior parte dei vigneti allevati ad alberello hanno in media più di trent’anni, infatti questa forma di allevamento è sempre meno utilizzata nei nuovi impianti di vigneto.
Spalliera; Nell’ ultimo ventennio l’allevamento a spalliera in termini di estensione ha soppiantato
quello ad alberello infatti l’alberello pugliese rappresenta massimo del 20 % della superficie quando invece fino a gli anni 80’ rappresentava il 90% della superficie.
Il sesto d’impianto utilizzando nella spalliera va da 2.00 -2,20 m tra le file a 0,80 – 1,20 m. su la
fila con una densità d’impianto che varia da un minimo di 3.800 piante per ettaro fino ad un
massimo di 6.250 piante per ettaro, questo sesto d’impianto ha permesso una maggiore
meccanizzazione della coltura con un notevole sgravio sui costi della manodopera. Nella spalliera si utilizzano sistemi di potatura corta come il cordone speronato, guyot e ecc.
Il vitigno principe del Salento, soprattutto della DOC Salice Salentino, è il Negroamaro o Negro
amaro. Questo vitigno trova infatti il suo principale bacino viticolo nelle provincie di Brindisi e
Lecce dove oggi rappresenta circa il 72% della superficie vitata.
I vitigni idonei alla produzione del vino in questione sono quelli tradizionalmente coltivati nell’area di produzione. Le forme di allevamento, i sesti d’impianto e i sistemi di potatura che, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della chioma. le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione.


B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico.
I vini di cui al presente disciplinare di produzione presentano, dal punto di vista analitico ed
organolettico, caratteristiche molto evidenti e peculiari, che ne permettono una chiara
individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
In particolare tutti i vini presentano caratteristiche chimico-fisiche equilibrate in tutte le tipologie,
mentre al sapore e all’odore si riscontrano aromi prevalenti tipici dei vitigni.


C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B).
L’orografia del territorio di produzione e l’esposizione prevalente dei vigneti, orientati da nord a
sud, e localizzati in zone particolarmente vocate alla coltivazione della vite, concorrono a
determinare un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso, favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive della pianta.
Nella scelta delle aree di produzione vengono privilegiati i terreni con buona esposizione adatti ad
una viticoltura di qualità.
La millenaria storia vitivinicola della regione, dalla Magna Grecia, al medioevo, fino ai giorni
nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed
interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “SALICE
SALENTINO”, ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio
abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed
enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere gli attuali rinomati vini.

VITIGNI

ALEATICO N. (MAIN)
** FIANO B. (MAIN)
* NEGROAMARO N. (MAIN)
* PINOT BIANCO B. (MAIN)
Chardonnay

VITIGNI SECONDARI

** ASPRINIO BIANCO (MAIN)
* BARBERA N. (MAIN)
** Bianco d'Alessano B (OIV)
** BOMBINO BIANCO B. (MAIN)
** Bombino Nero N (OIV)
** FALANGHINA B. (MAIN)
** Francavidda B (OIV)
* GARGANEGA B. (MAIN)
** Traminer Aromatico Rs (OIV)
** TREBBIANO GIALLO B. (MAIN)
** TREBBIANO TOSCANO (MAIN)
** Uva di Troia N (OIV)
* VERDICCHIO BIANCO B. (MAIN)
Aglianico
Aglianicone
Cabernet franc
Cabernet sauvignon
Calabrese
Riesling renano
Sangiovese
Sauvignon
Syrah
Verdeca
Vermentino
** Greco B (OIV)
** Greco Bianco (OIV)
** Greco Nero (MAIN)
* GRILLO (MAIN)
** Impigno B (OIV)
** INCROCIO MANZONI 6.0.13 B. (MAIN)
* LACRIMA (MAIN)
* LAMBRUSCO MAESTRI N. (MAIN)
** Malbech N (OIV)
** Malvasia Bianca B (OIV)
** MALVASIA BIANCA DI CANDIA (MAIN)
** MALVASIA BIANCA LUNGA B. (MAIN)
** Malvasia Nera di Basilicata N (OIV)
** Malvasia Nera di Brindisi N (OIV)
** Malvasia Nera di Lecce N (OIV)
* MERLOT N. (MAIN)
* MONTEPULCIANO N. (MAIN)
** Negroamaro Precoce N (OIV)
** Notardomenico N (OIV)
** Ottavianello N (OIV)
** Pampanuto B (OIV)
** PETIT VERDOT N. (MAIN)
** PIEDIROSSO N. (MAIN)
* PINOT GRIGIO G. (MAIN)
* PINOT NERO N. (MAIN)
* PRIMITIVO N. (MAIN)
** REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO N. (MAIN)
** RIESLING ITALICO B. (MAIN)
* Semillon B. (OTHER)
** Susumaniello N (OIV)
** Sylvaner Verde B (OIV)

Ricerca rapida : Cerca con le categorie Disciplinari, Vini, Doc, Dop o con i tag Salice Salentino, disciplinare, doc, dop, vino, puglia, brindisi, lecce



Nella stessa categoria